Ecobonus 110%, come intervenire sul cappotto termico

Può ridurre di due classi il consumo energetico dell’edificio e concedere l’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio. Come scegliere tra quello interno, esterno o in intercapedine?

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Il Decreto Rilancio è operativo e dà ufficialmente il via ai lavori per il Superbonus 110%. Sarà valido per alcuni “lavori importanti”, ma la cessione del credito sarà valida per tutti (leggi: >> Superbonus 110% per pochi lavori, cessione del credito per tutti).

Nello specifico, il decreto definisce e regola, oltre a quelli antisismici, interventi di efficientamento energetico, che normalmente rientrerebbero nell’Ecobonus. Per questo il Superbonus è detto talvolta Ecobonus 110%.

La lista degli interventi che danno diritto alla detrazione con aliquota al 110 per cento è suddivisa in due categorie: interventi “trainanti” (>> comma 1 art. 119) e interventi “trainati” (>> comma 2). L’esecuzione di uno degli interventi trainanti dà diritto ad ottenere il Superbonus anche per gli interventi trainati. La riduzione di due classi energetiche dell’edificio può essere ottenuta anche dalla somma di interventi delle due categorie. Quello che conta è il risultato finale.

In questo articolo approfondiremo come godere dei benefici del Superbonus intervenendo sulla coibentazione dell’edificio (con riduzione di due classi di consumo energetico). Cappotto termico interno, esterno o in intercapedine? Ci sono soluzioni alternative ugualmente efficaci?

>> Ma quindi quando scade il 110? Qui le date ufficiali <<

Ecobonus 110%, come intervenire sul cappotto termico

Il Superbonus al 110% è riconosciuto in cinque rate annuali di pari importo e interessa le spese documentate e sostenute per il periodo intercorrente dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

Per ottenere il beneficio ci sono 3 opzioni.

  1. Se c’è capienza Irpef, si può recuperare la detrazione spettante in rate annuali uguali.

2. Si può cedere la detrazione all’impresa esecutrice, ottenendo un contributo consistente in uno sconto in fattura fino al 100% dell’importo (sarà poi l’impresa a utilizzare tale credito di imposta e potrà ulteriormente cederlo).

3. Si può cedere il credito alla banca, che lo sconterà al contribuente stesso (>> leggi: Superbonus 110%, quanto mi costa cedere il credito d’imposta alla banca?).

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Cappotto termico, quali regole?

Il cappotto termico è il primo degli l’interventi “trainanti” per il Superbonus al 110 per cento. Quando viene realizzato sull’intero immobile, infatti, è possibile usufruire dell’agevolazione anche per gli interventi effettuati sui singoli appartamenti. Per raggiungere gli obbiettivi di risparmio energetico previsti dalle norme l’intervento deve rispettare le prescrizioni contenute nel DM 26/06/2015 recante “Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici” (D.M. “requisiti minimi”).

Dal DL rilancio (comma 1, art. 119): «Sono agevolati gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno».

CAPPOTTO TERMICO
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Le norme in materia di Superbonus attribuiscono all’ENEA la vigilanza sugli interventi realizzati e sui risultati raggiunti, con l’obbligo di inviare la documentazione sia in riferimento all’APE sia per quanto riguarda l’asseverazione degli interventi stessi. Si applicano le regole fin qui previste per l’ecobonus.

Spese ammissibili

L’ammontare massimo delle detrazioni o della spesa massima ammissibile per l’intervento è calcolato nel rispetto dei massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento. Quanto al dettaglio delle spese ammissibili per gli interventi di coibentazione degli edifici, la lista è riportata nel D.M. 4 agosto 2020 del Ministero dello sviluppo economico (“Requisiti tecnici”).

Si tratta delle spese relative a:
fornitura e posa in opera di materiale coibente e materiali ordinari funzionali alla realizzazione dell’intervento;
fornitura e messa in opera di materiali ordinari, anche necessari alla realizzazione di ulteriori strutture murarie a ridosso di quelle preesistenti, per il miglioramento delle caratteristiche termiche delle strutture esistenti;
– demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo (>> leggi: Demolizione e ricostruzione, riformulata la disciplina delle distanze in edilizia);
– demolizione, ricostruzione o spostamento, anche sotto traccia, degli impianti tecnici insistenti sulle superfici oggetto degli interventi.

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Cappotto termico, qual è la migliore soluzione?

In realtà non è possibile fornire una soluzione univoca poiché ogni intervento è differente e soggetto a requisiti tecnologici, normativi e amministrativi diversi. Il progettista è quindi chiamato a fare una scelta idonea e conforme all’oggetto d’intervento, tenendo conto di condizioni quali: il contesto climatico in cui l’edificio è collocato, la tipologia dell’intervento (ristrutturazione o nuova costruzione), la destinazione d’uso (pubblica o privata), i vincoli normativi e amministrativi, le disponibilità economiche.

Lo scopo principale è quello di isolare ed evitare la formazione dei ponti termici che, se non risolti, comportano la formazione di condensa e muffa sulle superfici interne.

Isolamento in intercapedine

Se le pareti di tamponamento dell’edificio sono realizzate con una doppia fila di mattoni in laterizio che creano un’intercapedine d’aria di spessore variabile, per un intervento di miglioramento energetico è possibile sfruttare l’intercapedine d’aria esistente. Come?Iniettando materiale isolante all’interno con il metodo dell’insufflaggio. Condizione necessaria è che la muratura non presenti parti mancanti e/o fori. Per raggiungere risultati ancora migliori, è possibile abbinare un sistema di isolamento a cappotto, interno o esterno, a seconda dei vincoli che sussistono sull’edificio in oggetto.

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Isolamento a cappotto interno

È una soluzione valida nel caso di edifici soggetti a vincoli architettonici o di unità immobiliari di condomini il cui regolamento vieta qualsiasi intervento sulle pareti esterne. Inoltre, è consigliabile per tutte quelle tipologie abitative che vengono riscaldate saltuariamente o per poche ore al giorno come ad esempio, uffici o case vacanze.

È possibile coibentare dall’interno mediante:
contropareti preaccoppiate con pannello isolante, incollato direttamente alla parete o con tasselli;
– controparete autoportante con una struttura metallica con micro intercapedine d’aria, per un maggior isolamento dell’involucro.

Pro – Limitazione delle dispersioni termiche; raggiungimento della temperatura ideale di riscaldamento più veloce; tempo di raffreddamento più rapido; risparmio energetico.

Contro
– Ponti termici delle solette interpiano; riduzione di volume utile abitabile; maggiore richiesta di mano d’opera durante la fase di esecuzione (ad esempio, per il passaggio di impianti già esistenti posizionati nel muro di tamponamento).

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Isolamento a cappotto esterno

Questa soluzione è invece la migliore per edifici non soggetti a particolari vincoli architettonici e per interventi di nuova costruzione. Il pannello isolante applicato sulla faccia esterna della parete andrà a rivestire in maniera continua le pareti, e azzererà o attenuerà in maniera significativa i ponti termici e gli effetti correlati.

La scelta del materiale del pannello isolante è però uno dei punti fondamentali.

Pro – Vantaggi energetici ed economici; bassa mano d’opera e rapidità dei tempi di posa dei pannelli isolanti (con l’uso di tasselli e colle adesive applicati direttamente sulla superficie delle pareti di tamponamento).

Contro – Variabilità dell’efficacia e della durabilità tecnica dovuta alla qualità della manodopera.
È infatti necessario prestare attenzione ed evitare i seguenti errori:
– mancanza di rete armata;
– assenza di rinforzi nei spigoli;
– applicazione del prodotto con temperature ambientali non conformi;
– schema di posa a file parallele anziché a pannelli sfalsati;
– errata tassellatura o la realizzazione del cappotto su una parete esistente umida e con efflorescenze (che comporta problematiche come distacco del pannello, deformazione, infiltrazione e rottura dell’intonaco).

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Alternative al cappotto termico?

Ci sono nuovi prodotti che permettono di isolare l’involucro con spessori più ridotti, che  comunque soddisfano le esigenze degli interventi di ristrutturazione edilizia e quindi permettono l’accesso alle agevolazioni. Ad esempio:
– pannelli isolanti a basso spessore in fibre tessili;
– termointonaci;
– mattoni in laterizio isolati;
– mattoni in calcestruzzo cellulare;
– mattoni in materiali biocompatibili.

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Foto: iStock/sturti

Redazione Tecnica

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