Bonus edilizi: come verificare la propria capienza fiscale?

In concreto, come si fa a calcolare se c’è sufficiente capienza nell’imposta? Basta tirar fuori la dichiarazione dei redditi. Le istruzioni

Lisa De Simone 06/10/23
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Poste riapre alle cessioni con un importo massimo di 50.000 euro. Una cifra che può essere sufficiente per chi ha fatto interventi di ristrutturazione con il bonus del 50% o comunque con bonus “minori”. Sicuramente poco in caso di Superbonus.

Ma cosa accade se non si riesce a cedere tutto il credito? Come si possono usare le detrazioni se si ha poca capienza fiscale?

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Innanzitutto niente panico: per cedere le spese del 2023 c’è tempo fino al 16 marzo del prossimo anno, quindi ci sono di fatto ancora quasi sei mesi per trovare un acquirente diverso da banche e Poste. E non va dimenticato che la cessione va fatta per singoli interventi, quindi è di fatto possibile “spacchettare” le somme, ossia cedere parte delle spese e portarne altre in detrazione, a patto di avere IRPEF da pagare.

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Blocco delle cessioni in futuro e incapienti a rischio

Secondo un’indagine dei Caf-Acli appena pubblicata su il Sole 24 Ore, il 95% delle cessioni ha riguardato però i soggetti totalmente o parzialmente incapienti, ossia chi ha IRPEF zero o un’IRPEF bassa che non consente di sfruttare appieno la detrazione. Con lo stop alle cessioni per i futuri lavori il 25% di questa platea sarebbe spiazzato,  in quanto non riuscirebbe a recuperare le agevolazioni nella dichiarazione dei redditi.

La perdita media annua sarebbe di 3.507 euro per i contribuenti totalmente incapienti  e di 10.021 euro per gli altri. Si tratta, però, di un ipotetico problema per il futuro, perché per l’anno 2023 per chi ha lavori in corso o ha presentato il progetto fino al 16 febbraio c’è ancora la possibilità di cedere le spese in tutto o in parte.

Ma in concreto, come si fa a calcolare se c’è sufficiente capienza nell’imposta? Basta tirar fuori la dichiarazione dei redditi.

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Come verificare la propria capienza fiscale

Tutti i bonus edilizi sono una detrazione dall’IRPEF quindi riducono le imposte dovute per l’anno nel quale è stata effettuata la spesa (principio di cassa). Quindi per sapere se si può sfruttare o meno l’agevolazione occorre controllare sul 730 l’IRPEF trattenuta dal sostituto d’imposta e quella eventualmente da versare, oppure solo quest’ultima se si utilizza il modello Redditi. Se la rata annuale di detrazione è pari o più bassa dell’IRPEF la detrazione si può sfruttare appieno e si può avere il primo rimborso in pochi mesi.

Se invece l’IRPEF è più bassa si può procedere o con la cessione o con una soluzione “mista” dato che quando vengono effettuati interventi di diversa natura è sempre possibile usufruire in parte della detrazione e in parte della cessione del credito, e non solo in caso di Superbonus.

Così ad esempio chi ha ristrutturato casa ed ha in più installato i pannelli solari, può  portare in detrazione le prime spese e cedere quelle per i pannelli, o viceversa. Lo stesso chi ha cambiato la caldaia e sostituito gli infissi, e così via. La verifica della capienza fiscale va quindi fatta anche in funzione di questa possibilità.

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Prima cessione sempre libera per le spese 2023

Già ma se banche e Poste spa non consentono la cessione? In questo caso è bene ricordare che la prima cessione, ossia quella effettuata dal committente dei lavori o dal fornitore che ha applicato lo sconto in fattura, è sempre libera nel senso che ci si può rivolgere anche a soggetti diversi da banche, Poste e altri intermediari finanziari.

Oltre ad imprese, società commerciali e di servizi, professionisti e altri titolari di partita IVA, possono essere interessati in questo caso anche i privati che hanno molte imposte da pagare e di varia natura, dalla cedolare secca all’IMU, ad esempio, dato che chi acquista il credito ha la possibilità di effettuare la compensazione ad ampio raggio praticamente con tutte le imposte e i contributi che si versano tramite F24, e non solo con l’IRPEF, come accade invece in caso di uso diretto della detrazione.

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Quando si può ancora cedere il credito

Per le spese del 2023 la possibilità di cessione è ancora ampia. Riguarda infatti tutti i lavori per i quali il relativo permesso edilizio –  CILAS, CILA, permesso di costruire nel caso di box e demolizione con ricostruzione – era stato depositato entro il 16 febbraio, ossia prima del decreto Cessioni.

In caso di edilizia libera, invece, l’opzione è ancora ammessa per lavori già in corso alla stessa data o in caso di acconti già versati, oppure di accordo per la cessione del credito già firmato alla stessa data (a fronte di una specifica autocertificazione firmata da entrambi gli interessati).

Opzione per sconto e cessione fino al 31 dicembre 2025, invece, per il bonus barriere al 75%.

In ogni caso per la cessione delle spese del 2023 il termine ordinario per la comunicazione alle Entrate è fissato al 16 marzo 2024, per cui c’è abbastanza tempo per organizzarsi al meglio.

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