Il BIM per la progettazione termotecnica: la parola a SACEE

Come il BIM ha implementato la qualità dei servizi di SACEE per la progettazione termotecnica?

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Abbiamo già affrontato in precedenti articoli come l’implementazione del BIM nella disciplina impiantistica rappresenti oggi un fatto quanto mai concreto da cui molte realtà hanno tratto numerosi vantaggi e che ha portato a nuove competenze altamente qualificate.

Viene proposta a seguire un’intervista all’Ing. Maria Grazia Costa, Amministratore Delegato di SACEE, una realtà italiana leader nel settore dell’energia e della progettazione termotecnica, per capire come la società ha implementato la qualità dei propri servizi grazie all’adozione del BIM.

Cos’è SACEE e quali servizi eroga?

SACEE fornisce servizi di consulenza energetica, di Energy Management, di Incentivazione all’Efficienza Energetica e di Progettazione Integrata, ossia di progettazione architettonica, strutturale, impiantistica, illuminotecnica, energetica e acustica. I diversi servizi possono coesistere in collaborazione e sinergia tra loro solo grazie alla scelta di sposare un approccio BIM.

Come si è innestato questo approccio all’interno dell’organigramma aziendale e in attività così articolate e eterogenee?

Lo staff di progettazione è suddiviso in quattro unità:
– Management, Incentivi e Rapporto con gli Enti
– Progettazione Architettonica Strutturale
– Progettazione Impiantistica
– Progettazione Energetica e Acustica

Ciascuno di questi settori ha un responsabile tecnico e un BIM Coordinator. Il BIM Manager viene invece selezionato all’interno dello staff a seconda della specifica commessa. I software interconnessi in modalità BIM che utilizziamo sono AutoCAD, DDS Cad (Modulo Meccanico, Ventilazione ed Elettrico), DiaLUX, Energy Plus, Tekla. La scelta di un sistema BIM OPEN ha consentito di massimizzare l’interoperabilità tra i sistemi e la creazione di un unico modello federato condiviso, senza necessità di imputare manualmente dati nel passaggio da una applicazione all’altra, se non in minima parte.

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Quali sono i software che utilizzate e in che modo questi dialogano tra loro?

Utilizziamo software BIM già nella fase di concept architettonico ed analisi energetiche iniziali. Il conceptual design viene sviluppato principalmente con sistemi software definiti tecnicamente “leggeri” e che quindi ben si prestano alla dinamicità tipica di questa fase di studio e sviluppo. Si tratta di strumenti come Sketch Up o Rhinoceros, che non possiedono nelle loro librerie componenti edilizie tipiche, né tanto meno elementi impiantistici e che non hanno comportamenti cosiddetti “oggettuali”, ma che assicurano una immediata valutazione visiva di forme, spazi, volumi e percorsi.

Tra l’altro questi strumenti dispongono di plug-in che consentono di effettuare rapidamente analisi energetiche e di confort ambientale (Grasshopper, Ladybug, ecc.). Tali analisi guidano in modo significativo l’evoluzione del concept. La definizione di orientamenti e ombreggiamenti o la scelta dell’inserimento di atri e lucernari sono guidate ad esempio dall’analisi energetica.

La successiva fase di progettazione definitiva ed esecutiva viene effettuata principalmente, ma non solo, con ArchiCAD, Tekla e DDS CAD. Quest’ultimo è un software OpenBIM di altissimo livello specializzato per chi progetta impianti. Dal DDS CAD riusciamo a comunicare con DiaLUX per la progettazione illuminotecnica e il light design.

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Può descrivere per sommi capi qual è il flusso di lavoro BIM che avete adottato?

Tutto parte da quello che chiamiamo “BIM Storming”, ossia un Brainstorming evoluto grazie alla tecnologia e ai software BIM. Individuiamo in questa fase i protagonisti del lavoro, i ruoli, i vincoli, le necessità del cliente e i software BIM più indicati per raggiungere lo scopo. Da questo momento di confronto si avvia il processo di creazione del modello architettonico dello stato di fatto, più o meno avanzato a seconda delle necessità, che viene utilizzato come contenitore per il progetto impiantistico, strutturale o illuminotecnico.

L’individuazione dei conflitti tra i modelli è poi parte integrante del flusso di lavoro, così come la programmazione e l’individuazione dei costi.

Può riportare un esempio significativo di progetto in cui l’applicazione della metodologia BIM ha fatto la differenza?

L’ultimo progetto BIM che abbiamo realizzato è la riqualificazione complessiva di un palazzetto sportivo per il Comune di Codogno, in provincia di Lodi. In meno di quattro settimane dall’incarico abbiamo rilevato l’esistente, individuato un concept e preparato un progetto (completo di relazioni, tavole e computi di dettaglio) per la ristrutturazione, adeguamento alla prevenzione incendi, riqualificazione energetica, ampliamento, rifacimento delle tribune e arredo del centro sportivo. Budget dell’intervento oltre il milione di euro. Con l’approccio tradizionale non saremmo stati in grado di rispettare le tempistiche di consegna, soprattutto in un incarico per la pubblica amministrazione che prevede una produzione documentale elevatissima.

Qual è oggi il vostro riscontro sull’adozione del BIM e su cosa scommetterete nel prossimo futuro?

Sono convinta che la scelta del BIM sia vincente e, direi, quasi obbligatoria. La scommessa? Non saprei, Charles Bukowski diceva “Scommetti solo quando puoi perdere”. Vista così preferisco non scommettere nulla, mi limito a pensare di poter volare alto rimanendo con i piedi per terra.

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Immagine in apertura: Render estratto dal modello BIM della riqualificazione del palazzetto sportivo comunale – dettaglio spogliatoi sotto tribuna – progetto di SACEE srl per il Comune di Codogno www.sacee.it.

Redazione Tecnica

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