Roberta Lazzari

Roberta Lazzari

La domanda più difficile cui spesso sono tenuta a rispondere è: “In cosa sei laureata? Ma tu per caso sei una di quelli che va ad incatenarsi sui camini delle industrie o fa gli assalti in gommone alle baleniere?”. Inizialmente mi imbestialivo, dopo tutto quello che avevo sudato per ottenere la laurea, una tesi sperimentale di un anno in un impianto di depurazione acque, le rinunce fatte durante gli anni universitari … venivo sbattuta in un mondo lavorativo che nemmeno sapeva … in cosa consistesse la mia qualifica!? Con il tempo ho imparato la più grande lezione (di vita) impartitami dal mio professore di Analisi Matematica I: “Quando uscirete da quest’università vi troverete a dover lottare quotidianamente con qualcosa che non potete nemmeno immaginare il filo da torcere che vi darà: l’ignoranza umana!”. Dove ignoranza non è da intendere come offesa, ma come il verbo nudo e crudo: il non sapere, l’ignorare appunto che noi ambientali (come veniamo abbreviati in gergo ingegneristico e non) se esistiamo come figure professionali un motivo c’è! Tipo cercare di sanare alcuni comportamenti che a lungo andare stanno mettendo in ginocchio il nostro habitat (e quello di tutte le altre specie viventi). Magari senza doversi incatenare a cancelli di industrie incriminate di danni ambientali, ma cercando soluzioni tecniche all’avanguardia per limitare l’inquinamento o cercando di dar voce a tutti quei beni primari che diamo per scontato siano a nostro servizio: la terra, l’aria, l’acqua, il sole.
Io cerco di essere una di queste voci e cerco di dare un punto di vista altro a quello che siamo abituati ad avere!

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