Edilizia post Covid: il compito di una casa è difendere la salute

La pandemia, e soprattutto il periodo di lockdown, hanno segnato un prima e un dopo nella percezione degli spazi chiusi. Ecco quali sono le priorità dell’edilizia dopo il Covid

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I fabbricati sono costruiti in modo che le persone risiedano, lavorino, studino e svolgano diverse attività; pertanto, è necessario valutarne tutte le criticità per tutelare la salute e il benessere di tutti gli occupanti.

Dopo l’anno 1960, gli edifici emettono più gas tossici e forniscono una scarsa qualità dell’aria, causata principalmente da una minore traspirabilità rispetto ai vecchi edifici che sono stati creati per adattarsi ai fenomeni naturali, come il caldo e il fresco.

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Inoltre, gli immobili realizzati in prossimità di aree industriali o a traffico intenso necessitano di requisiti più severi sui sistemi di ventilazione per garantire la sicurezza e la protezione della salute della popolazione. Per questo, oggi un’adeguata qualità dell’aria è una delle funzionalità più importanti da tener conto in fase di ristrutturazione e manutenzione di un edificio [1].

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Qualità dell’aria e la sindrome dell’edificio malato

Urbanisti, ingegneri, architetti, geometri, interior designer e gli occupanti stessi, sono tutti chiamati a partecipare al miglioramento della qualità dell’aria all’interno degli stabili, evitando danni alla salute.

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Nel 1983, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha usato il termine “sindrome dell’edificio malato” (SBS) per descrivere situazioni in cui gli occupanti dell’edificio avvertono sintomi di disagio e allergie acute che sembrano essere legati al tempo trascorso in un edificio, con un costo sanitario annuo considerevole. Studi condotti negli Stati Uniti e in Scandinavia hanno evidenziato, che la SBS si riscontra più comunemente nelle abitazioni plurifamiliari e negli edifici pubblici rispetto alle abitazioni private.

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È stato determinato inoltre, che la formaldeide è un importante irritante per l’uomo e può anche essere una delle cause di SBS [2].
Dal 1° gennaio 2016, con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 605/201, la formaldeide è passata da cancerogeno “sospetto” a cancerogeno “presunto o certo”, come il benzene sospettato di nuocere al feto, che si impiega su larga scala per fabbricare plastiche, resine, vernici, collanti.

La formaldeide si trova nei materiali da costruzione come pannelli in compensato, moquette, rivestimenti murali, intonaci, pitture. È presente anche in molti materiali utilizzati per l’isolamento degli edifici.

Ugualmente le emissioni da materiali sintetici, computer, fotocopiatrici, temperature fluttuanti e umidità contribuiscono in modo significativo alla Sindrome da edificio malato.

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Quali sono i sintomi da SBS?

Se l’umidità relativa dell’aria è più alta e le temperature interne superano i 22 gradi centigradi, iniziano a manifestarsi mal di testa, allergie, congiuntiviti, emicrania, ipersensibilità con conseguenti problemi ai polmoni.

I sintomi dovrebbero scomparire entro poche ore dall’abbandono dell’edificio. Inoltre, è stato riscontrato che SBS, è una questione importante sul lavoro perché può portare ad assenteismo e scarsa produttività con conseguenze economiche per il datore di lavoro. Gli stessi effetti si possono verificare negli ambienti scolastici, con un ridotto apprendimento degli studenti.

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La qualità ambientale interna (IAQ) dipende anche dall’illuminazione, il comfort termico, l’umidità, la ventilazione, prestazioni acustiche, spazi verdi, ergonomia, materiali da costruzione e il loro impatto (sia a breve che a lungo termine) condiziona la salute degli occupanti.

Pertanto, l’esposizione delle persone ad una scarsa qualità ambientale ha fatto sì che alcuni occupanti sperimentassero mal di testa, allergie, asma, tosse secca, irritazione alla gola, ecc, fino a raggiungere malattie anche mortali.

Il rischio aumenta fino a tre volte se un edificio è dotato di aria condizionata o è ventilato meccanicamente, rispetto a quello ventilato naturalmente.

L‘Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA), afferma che anche l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche può avere impatti negativi sulla salute, che vanno da disturbi a breve termine come irritazione della pelle e degli occhi, mal di testa e vertigini a effetti a lungo termine come malattie respiratorie, malattie cardiache e cancro [3].

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Come progettare per evitare il fenomeno dell’edilizia residenziale malata?

Quindi, la domanda principale oggi è come progettare, costruire e gestire gli edifici in modo economico per soddisfare comunque le esigenze di qualità dell’aria interna degli occupanti.

Comprendere i sintomi e le cause è il primo passo da compiere in fase di progettazione, per proteggere le persone da contaminazioni dannose.

Il fenomeno dell’edilizia residenziale malata, che si manifesta in gran parte negli edifici nuovi o ristrutturati, è diventato tra i temi noti a livello globale e invita tutti gli operatori del settore a valutare attentamente gli interventi dell’efficientamento energetico, i materiali edili da mettere in opera, la ventilazione naturale che è un fenomeno importante che influenza direttamente o indirettamente le nostre vite.

Il decreto ministeriale del 5 luglio 1975 (G.U. 18-7-1975, N. 190), che ha apportato le modificazioni alle istruzioni ministeriali del 20 giugno 1896, all’art. 6 prevede che solo quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata (VCM).

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La ventilazione naturale è considerata un prerequisito per edifici sostenibili e salubri ed è in linea con le attuali tendenze nel settore delle costruzioni. La progettazione di edifici ventilati naturalmente è più difficile e comporta un rischio maggiore rispetto a quelli che sono ventilati meccanicamente, un risultato di successo si basa sempre più su una buona comprensione delle capacità e dei limiti delle procedure teoriche e sperimentali utilizzate per la progettazione.

Progettare la ventilazione naturale può diventare estremamente complesso a causa dell’interazione tra ventilazione incrociata e l’effetto stack, nonché delle complesse geometrie degli edifici e della distribuzione delle aperture. Ciò può richiedere l’analisi utilizzando software specializzati come la fluidodinamica computazionale o numerica.

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Con l’entrata in vigore del D.lgs n.101/2020 è necessario monitorare anche le concentrazioni del gas radon negli ambienti residenziali e lavorativi, in quanto rappresenta la seconda causa di morte per il cancro del polmone dopo il fumo. Valori superiori ai 300 Bq/mc impongono interventi di risanamento, da parte di geometri, ingegneri, architetti, muniti di apposita qualifica.

Migliorare la salute delle persone e delle comunità nell’ambiente costruito attraverso strategie di progettazione innovative è fondamentale e impone il coinvolgimento di esperti in tossicologia, igiene industriale, salute ambientale, edilizia salubre, illuminotecnica, ingegneria gestionale e dei sistemi edilizi, che comprendono la relazione tra il costruito e salute umana.

La pandemia, e soprattutto il periodo di lockdown, hanno segnato un prima e un dopo nella percezione degli spazi chiusi. Le necessità e le priorità abitative hanno cambiato inevitabilmente paradigmi e chi era alle prese con la ricerca di una casa, oggi ha anche il bisogno di valutare la salubrità dell’immobile, che è una delle peculiarità indicate dall’art.24 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Note

  1. M. Abdul Mujeebu, Indoor Environmental Quality, IntechOpen, (2019)
  2. J.E. Heimlich, Sick Building Syndrome, Ohio State University Fact Sheet, p. 2, (2007)
  3. Environmental Protection Agency Radiation: non-ionizing and ionizing [updated 7 August 2012] http://www.epa.gov/rpdweb00/understand/index.html

Articolo a cura dell’Ing. Paola Allegri – Ingegnere civile, Presidente Associazione Nazionale “Donne Geometra – Esperti Edificio Salubre”

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Redazione Tecnica

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