220 milioni alle Regioni per dissesto idrogeologico: come richiedere i finanziamenti

Pubblicata dal Dipartimento Casa Italia una mini guida che aiuta gli Enti a richiedere i finanziamenti per gli interventi di mitigazione rischio idrogeologico

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Il Governo ha fornito le indicazioni per consentire l’accesso ai fondi da parte delle Regioni e Provincie autonome. Si parla di 220 milioni di euro dedicati agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.

Il 4 agosto 2021 era stato pubblicato sul sito del Dipartimento Casa Italia il Decreto 18 giugno 2021 recante il riparto e le modalità di utilizzo delle risorse previste dal capitolo di bilancio n. 907 della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il finanziamento di interventi volti alla messa in sicurezza del Paese in relazione al rischio idrogeologico.

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Con gli allegati al Decreto 18 giugno 2021, viene specificata la ripartizione delle risorse, i criteri di priorità e indicazioni sul contenuto della relazione tecnica legata agli interventi ed adeguamenti progettuali attuati.

L’obiettivo è quello di finanziare interventi finalizzati al recupero e al miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici, con particolare riferimento ad interventi in aree particolarmente vulnerabili per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità e dei beni e delle attività produttive, demandando l’attuazione degli interventi stessi ai Presidenti delle Regioni, in qualità di Commissari straordinari.

Sul sito di Casa Italia, il 5 novembre 2021, è stata pubblicata una nota, firmata dal Capo del Dipartimento Casa Italia, che fornisce chiarimenti e indirizzi operativi alle Regioni e alle Province Autonome per facilitare l’attuazione del Dpcm 18 giugno 2021 e dà indicazioni sull’uso della piattaforma ReNDiS-web.

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Quali sono gli interventi ammessi al finanziamento

Le somme sono destinate ad interventi finalizzati al recupero e al miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici. Si legge nella nota del 5 novembre 2021 che gli interventi devono nello specifico interessare le aree particolarmente vulnerabili per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità e dei beni e delle attività produttive, sia in termini di rimessa in efficienza, recupero e miglioramento della stessa.

Le relazioni relative agli interventi dovranno evidenziare la connessione con tale specifica finalità.

Nella nota vengono fornite anche indicazioni circa il finanziamento delle progettazioni, ammesse per una quota massima del 15% del finanziamento totale concesso per l’opera, si legge inoltre che le risorse disponibili non possono essere destinate alla copertura delle spese di adeguamento delle sole progettazioni ma che queste ultime sono ammesse unicamente nei limiti in cui siano collegate agli interventi di esecuzione dei lavori.

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Come presentare i progetti

Per poter accedere ai fondi e farne quindi richiesta è necessario seguire una procedura che prevede l’inserimento dei dati sulla piattaforma ReNDiS, il Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo, ovvero un archivio informatizzato di tutti gli interventi per la salvaguardia dal dissesto idrogeologico.

Regioni e Province autonome interessate ai fondi dovranno indicare, nel campo relativo alla descrizione della piattaforma ReNDiS, tutti gli elementi utili per consentire di individuare la tipologia di intervento presentato.

Per quanto riguarda il parere delle rispettive Autorità di bacino, questo sarà condizionato dall’acquisizione di un’adeguata documentazione tecnica che potrà essere caricata sulla piattaforma che subirà adeguamenti al fine di renderla coerente con il procedimento speciale previsto dal Dpcm e consentire così l’inserimento di nuovi campi e il caricamento di specifici documenti.

Gli Enti predispongono appositi elenchi, “stilando apposite graduatorie secondo i criteri di priorità di cui all’allegato 2” e li inseriscono sulla piattaforma.

Per avviare il termine di 60 giorni, entro cui ottenere il parere dell’Autorità di bacino, le Regioni devono validare in via definitiva gli elenchi e darne comunicazione sia al dipartimento Casa Italia, sia alle Autorità di Bacino, queste ultime potranno chiedere integrazioni prima del rilascio del parere, sospendendo il termine di 60 giorni.

>>Per conoscere i dettagli, leggi la nota del 5 novembre 2021<<

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Redazione Tecnica

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