Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa

Gli errori di posa del materassino anticalpestio comportano diverse criticità, tra cui la creazione di ponti acustici, oltre a compromettere il rendimento dell’intero sistema. Vediamo alcuni esempi di sbagli da evitare

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Il rumore da calpestio viene generato da un impatto sulla pavimentazione, proveniente da passi, movimentazione di mobilio o altri contatti con le superfici del locale. L’impatto trasmette energia alle strutture colpite e in queste si propaga. Tenuto conto della facilità con cui il rumore si propaga internamente alle strutture edilizie e che la velocità di propagazione del suono è notevolmente superiore nelle strutture in calcestruzzo, acciaio, ecc. rispetto alla propagazione in aria, è evidente la facilità con cui tale tipologia di rumore possa propagarsi in locali anche distanti rispetto al punto di origine.

È inoltre importante tenere in considerazione che la rumorosità di calpestio non si propaga solamente da “sopra” a “sotto” di un solaio, ma una volta che la vibrazione è entrata nella struttura essa può propagarsi facilmente anche lateralmente o superiormente.

Sono fondamentalmente quattro le modalità di controllo del rumore di calpestio oggi in uso:

  • utilizzo di superfici di rivestimento resilienti/elastomeriche;
  • utilizzo del sistema denominato “pavimento galleggiante” e suoi derivati;
  • rivestimento delle superfici del locale ricevente con controsoffitti e contropareti (e pavimento se necessario);
  •  disconnessione strutturale completa.

Ma quali sono gli errori da evitare nella posa del sistema anticalpestio? Come limitare, con una corretta progettazione, la propagazione di suoni? Vediamo nel dettaglio.

Gli approfondimenti di questo articolo sono tratti dal volume Renzo Sonzogni nel volume Difetti nella progettazione acustica degli edifici, edito da Maggioli Editore.

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Errori di posa del sistema anticalpestio

Ormai da tempo, è diventata fondamentale l’attenzione nel processo di posa nel campo acustico per avere il corretto funzionamento dell’intero sistema.

Ecco alcuni esempi di errori nella posa del sistema anticalpestio.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa 1
Foto 1. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Primo aspetto da curare è la superficie di posa, che deve essere in piano e priva di asperità. Nella foto sopra a sinistra viene mostrato un cantiere in cui la posa del materassino anticalpestio era iniziata su massetto in cui le tracce degli impianti, protette con malta, risultavano ancora in parziale rilievo. Mentre in quella di destra si nota il riempimento degli spazi tra una traccia e l’altra con massetto per riportare in piano la superficie di posa.

La superficie di posa è importante per permettere al materassino di agire in modo uniforme, senza schiacciamenti e pressioni differenziate tra un punto e l’altro. Nel caso di uno spessore di massetto di pavimento differente si avrebbero infatti pressioni differenti, con differente comportamento del materassino, certamente difforme da quanto progettato.

Lo strato anticalpestio deve poi rimanere uniforme e continuo, senza interruzione alcuna che porterebbe alla creazione di un ponte acustico rigido tra il massetto copri-impianti ed il massetto di pavimento.

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Come si formano i ponti acustici a causa della posa errata

Nella posa in opera è preferibile evitare di mettere il materassino anticalpestio prima degli impianti, per evitare eventuali rotture e lacerazioni dovute a frequente camminamento, spostamento di attrezzi, manufatti pesanti e spigolosi, ferri e reti in metallo, fissaggi degli impianti al solaio o passaggi di impianti con sovrapposizioni o dimensioni eccessive rispetto allo spessore di massetto che li ricoprirà, e che potrebbero rovinare il materassino anticalpestio o produrre ponti acustici.

Nell’immagine qua sotto (Foto 2) è visibile un esempio di passaggio impianti che per via della sovrapposizione di tubazioni ha visto perdere una fascia intera di materassino anticalpestio, rovinando la prestazione acustica.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa prova
Foto 2. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Altro caso di formazione di ponti acustici è legato al fissaggio con tasselli o chiodature di fascette di fissaggio impianti o di tubazioni, come si può vedere nella Foto 3. Per mantenere fissi i tubi della ventilazione meccanica (tubi grigi corrugati) ed alcune tubazioni idroniche, sono stati utilizzate fascette chiodate direttamente al solaio sottostante. Le chiodature passano attraverso il materassino anticalpestio e rendono solidale e rigidamente collegato il solaio strutturale con il massetto che andrà a ricoprire gli impianti, creando in tal modo un ponte acustico. Nella stessa immagine si nota anche il taglio del materassino con addirittura lo scasso nella cappa di calcestruzzo strutturale per il passaggio delle tubazioni di colore azzurro e grigio, oltre al taglio della fascia perimetrale verticale.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa prova 2
Foto 3. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Altro aspetto fondamentale è verificare la disconnessione vibratoria nel passaggio impiantistico nel massetto. Un esempio è nell’immagine qua sotto (Foto 4), in quella “A” risulta un posizionamento non corretto, mentre in quelle “B” e “C”, vediamo realizzato il rivestimento elastomerico degli impianti in continuità con materassino anticalpestio.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa posa
Foto 4. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Quali altri errori da evitare?

>> Errori di isolamento acustico coperture in legno. Quali sono e come correggerli

La mancata cura della disconnessione laterale del materassino anticalpestio

In presenza di materassino anticalpestio alcuni errori frequenti sono legati alla mancata cura della disconnessione laterale, che a volte viene completamente o parzialmente disattesa da riconnessioni rigide che portano a ridurre notevolmente la prestazione anticalpestio. Tra i maggiori errori di posa vi sono l’eliminazione della bandella laterale, spesso messa in atto durante la posa dei massetti di pavimento da parte delle imprese specializzate nella fornitura e posa dei massetti che per agevolarsi nel prendere la quota del “piano finitorimuovono la parte di bandella nei pressi delle soglie, normalmente già posate proprio per dare il riferimento esatto del piano finito.

Nella Foto 5 si nota nella figura di sinistra la porzione di bandella nei pressi della soglia strappata e gettata a lato. In tale punto il massetto si riconnette alla parete rigidamente e da qui si ha la trasmissione vibratoria all’alloggio sottostante. È stato pertanto dato ordine all’impresa di tagliare il massetto e ripristinare la disconnessione anche lungo tutta la soglia. Nella fotografia di destra si nota una posa corretta con la bandella ancora in posizione.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa 2
Foto 5. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Mentre nella Foto 6 vediamo la corretta posa, con la fascia perimetrale che disconnette completamente il massetto di pavimento dalle strutture circostanti. È buona prassi che la bandella laterale venga ritagliata solo dopo la posa del pavimento finito. Questo per evitare che il posatore del pavimento posi la pavimentazione contro le pareti circostanti oppure durante la stuccatura dei giunti lo stucco, il quale con la presa diventa un elemento duro che può andare a costituire un collegamento rigido con le pareti.

La bandella laterale deve seguire tutto il perimetro del massetto di pavimento e adattarsi perfettamente alla sagoma degli elementi.

Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa 3
Foto 6. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

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La connessione tra il massetto di pavimento quando ci sono le tubazioni dell’impianto di riscaldamento radiante

Altro punto critico da ricordare riguarda la connessione tra il massetto di pavimento quando in esso circolano le tubazioni dell’impianto di riscaldamento radiante. Le tubazioni devono confluire al collettore principale, normalmente collocato a parete. Per garantire comunque la disconnessione vibratoria è necessario mantenere disconnesse le tubazioni in uscita dal pavimento radiante con la parete circostante, inserendo dietro le stesse la fascia (o ritagli di materassino) ed evitando eventuali riconnessioni con malta o altri elementi costituenti la parete.

Le tubazioni verranno poi collegate al collettore, a sua volta fissato alla struttura, ma trattandosi di tubazioni comunque flessibili tale riconnessione secondaria non dà luogo a particolari criticità. È comunque importante che le tubazioni di adduzione principali che alimentano il collettore ed a cui il collettore stesso è fissato siano a loro volta rivestite di materiale “morbido”. Nella Foto 7, l’immagine di sinistra mostra una posa non idonea, in quanto manca la fascia perimetrale di disconnessione nei pressi del vano collettore. Le fotografie di destra risultano invece corrette.

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Foto 7. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

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Le vie di propagazione del suono e i metodi per limitarne gli effetti

Nella Foto 8 viene raffigurato uno schema progettuale tipo. Nella figura i numeri rappresentano:
1) materassino anticalpestio,
2) fascia antivibrante sotto muratura,
3) bandella perimetrale,
4) zoccolino in legno, staccato dal pavimento di 0,1 mm.
Inoltre, bisogna ricordare che l’intonaco non deve arrivare a contatto con la pavimentazione. Il dettaglio vale sia per le partizioni divisorie tra unità immobiliari, sia per quelle interne ed esterne, ognuna con le proprie attenzioni costruttive specifiche.  L’attenzione alla disconnessione vibratoria di tale punto porta vantaggi sia al controllo del rumore di calpestio (in misura minima se tutto il sistema anticalpestio è ben fatto) sia ad altre tipologie di suoni.

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Foto 8. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

La Foto 9 rappresenta una posa non corretta. È presente la fascia sotto la muratura, comunque necessaria, ma la riconnessione data dal massetto, ancorché alleggerito, ne riduce l’efficacia.

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Foto 9. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

Se si guarda alle possibili sorgenti di rumore presenti all’interno degli edifici troviamo: calpestio, rumori aerei e suoni accessori, come appunto i pulsanti dell’illuminazione, movimentazione di sanitari, ecc. Le strade di propagazione, in acustica da vedersi sia come ingresso ma anche come uscita, in base alla posizione della sorgente che attiva la vibrazione, sono indicate nelle figure: A, B, C, D.

  • “A” rappresenta l’ingresso o uscita da parte del pavimento. Il sistema galleggiante riduce di suo l’influenza di tale via di propagazione;
  • la via “B” è legata all’appoggio della parete al solaio. La presenza della banda antivibrante alla base della parete riduce l’influenza di tale via di propagazione;
  • la via indicata con la lettera “D” rappresenta le superfici degli elementi edilizi, che ricevono la rumorosità aerea (e impattiva) e la trasferiscono alle strutture contigue, le quali a loro volta la riemettono negli ambienti su cui si affacciano. Per tale motivo le superfici edilizie devono essere viste sia come “ricettore” che come “emettitore”. Da ricordare che di solito elementi “leggeri” vibrano più facilmente rispetto a quelli “pesanti”. La vibrazione viene poi trasferita al solaio e da qui agli strati che sono rigidamente collegati con esso, quali ad esempio il massetto copri impianti. La stessa parete, collegata al massetto copri-impianti, vibrerà riemettendo la rumorosità nell’ambiente ricevente. Il percorso è anche invertibile, ma limitando la connessione rigida di questi componenti si riduce la trasmissione di vibrazione e di conseguenza di rumore.
  • Proprio per limitare tale effetto trasmissivo occorre intervenire anche sulla via di propagazione “C”. Per limitare la via di propagazione “C” basta inserire una striscia di materassino morbido sul perimetro, analogamente a quanto già avviene sul perimetro del massetto di pavimento per la corretta creazione della “vasca” anticalpestio. Questa applicazione è ben visibile nell’esempio raffigurato qua sotto (Foto 10).
Isolamento acustico anticalpestio, errori da evitare nella messa in posa 7
Foto 10. © Difetti nella progettazione acustica degli edifici – Maggioli Editore

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Difetti nella progettazione acustica degli edifici

Come si limita il rumore di calpestio alle basse frequenze? Come si realizza un solaio garantendo che al piano sottostante non sia assolutamente udibile il rumore da calpestio? E ancora, come si tiene conto in fase di progetto della perdita nel tempo dell’efficienza dei materassini anticalpestio? Quanto incide una ventilazione meccanica (VMC) di tipo puntuale in facciata in relazione all’isolamento acustico? E come si riconosce un condotto fonoassorbente da uno non fonoassorbente tenuto conto che alla vista sono identici? Sono solo alcune domande a cui questo manuale dal taglio pratico e operativo intende dare risposta.Il libro contiene numerose fotografie di errori di realizzazione e delle corrette modalità di posa, così da permettere al lettore di visualizzare e fare proprio l’errore e di conseguenza evitarlo nella prassi professionale e realizzativa.È anche un condensato di informazioni importanti che non si trovano su altri testi di acustica.La terminologia e gli esempi sono chiari, pensati per condurre il lettore in modo rapido e fluido alla comprensione della tematica al fine di progettare edifici acusticamente eccellenti.Nella pubblicazione sono raccolti in modo organico errori applicativi riscontrati in numerosi cantieri e contenziosi giudiziari, unitamente alle indicazioni ed ai “trucchi del mestiere” per prevenirli e risolverli, oltre ad esempi di alto livello che raramente si trovano su manuali di acustica.L’obiettivo è evidenziare in modo semplice e visivo le criticità nella realizzazione acustica, utilizzando anche terminologie semplici, senza troppe formule né algoritmi complessi.Completano l’opera dettagli di stratigrafie di varie tipologie edilizie e di nodi costruttivi, effettivamente realizzati in cantiere, molti dei quali accompagnati dai risultati di collaudo acustico in opera a fine lavori. Il presente testo è dunque un tassello fondamentale per indirizzare i lettori a realizzare edifici che siano confortevoli acusticamente e limitare i contenziosi in materia, con il concetto che “prevenire è meglio che curare”.Renzo SonzogniIngegnere edile, libero professionista, esperto in materia di acustica ed efficienza energetica degli edifici. È attivo da anni come docente nell’ambito di corsi sull’efficienza energetica degli edifici, su acustica e vibrazioni, compresi corsi di formazione per tecnici competenti in acustica. Partecipa a gruppi di lavoro per lo sviluppo di regolamenti acustici e di normative nell’ambito dell’acustica passiva ed ambientale. Si occupa inoltre di contenziosi come consulente del tribunale.

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