
Ingegneri contro tutti o, per meglio dire, contro il tanto sbandierato Albo Unico per le professioni tecniche di primo livello che dovrebbe riunire sotto un unico scudo i tecnici non laureati (geometri, agrotecnici e periti industriali) e gli ingegneri triennali (oggi iscritti alla Sezione B degli albi degli Ordini degli Ingegneri provinciali).
Nello specifico, oggetto della dura analisi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è il rapporto Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell’ingegneria, pubblicato lo scorso giugno per i tipi della Franco Angeli e realizzato dalla Fondazione Censis su commissione dei Collegi e Consigli nazionali dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti industriali (CoGePaPi). La risposta del CNI è contenuta in un parere fornito su richiesta dell’Upial, l’Unione partenopea degli ingegneri e architetti laureati inoltrata lo scorso 22 luglio 2012 (leggi la richiesta di Parere Ufficiale CNI su Albo Unico inoltrato dall’Upial)
Secondo gli ingegneri si tratta di un documento politico che “finisce per offrire rappresentazioni distorte di dati di fatto, interpretazioni giuridiche, sentenze”. Il CNI analizza i contenuti salienti del rapporto, che nasce con l’intento di spiegare il perché sia necessario procedere alla creazione di un Albo Unico e verso il quale dovrebbero confluire anche gli iscritti alla sezione B degli albi degli ingegneri (leggi l’analisi del Rapporto Censis – CoGePaPi sulla creazione dell’Albo Unico per le professioni tecniche).
“Assolutamente destituita di ogni fondamento“, si legge nel documento degli Ingegneri “è l’affermazione contenuta nel rapporto Censis – CoGePaPi secondo la quale solo un nuovo raggruppamento professionale (quello dei “tecnici dell’ingegneria” dove dovrebbero confluire gli attuali iscritti ai Collegi di geometri, periti industriali e periti agrari nonché i professionisti iuniores degli albi di ingegneri e architetti) potrebbe garantire agli attuali iscritti alle sezioni B degli albi di ingegneri e architetti il riconoscimento di effettive competenze professionali”
Insomma, secondo il rapporto, scrivono gli ingegneri, i professionisti iscritti alla Sezione B non disporrebbero “di competenze professionali paragonabili a quelle degli ingegneri e tanto meno a quelle previste per i geometri e periti, che in entrambi i casi prevedono attribuzioni di competenze maggiori”.
“La tesi politica sostenuta dal rapporto Censis – CoGePaPi lascia trapelare esplicitamente un percorso di unificazione che non rispetta alcuna delle suddette condizioni e che resta pertanto inaccettabile per le altre categorie professionali tecniche ed in particolare per gli ingegneri”, conclude il CNI.
In italia i professionisti sono troppi . Sarebbe necessario riservare i lavori intellettuali a chi possiede laurea magistrale e permettere agli altri di andare a svolgere la mansione di operaio . Ai miei tempi solo i migliori raggiungevano la laurea , ora con l’ istituzione dei corsi triennali viene distribuita a pagamento a cani e porci . La triennale è stata istituita per i figli limitati dei quinquennali .
X lino
Sono ingegnere triennale e sono pronto a sfidarti sul campo della progettazione (architettonica e strutturale)… sono pronto a giurarti che ti umilierei talmente tanto che per la vergogna l’operaio lo andresti a fare tu!!!!
Li conosco bene quelli come te …….. sono capaci di fare solo chiacchiere, abbindolare i clienti e poi non saper tenere nemmeno una matita (o un mouse) in mano!!!!
x lino
perchè i laureati triennali non li mettiamo nei forni crematori?? cosi si risolve ogni problema.
Devi sapere che nel 1999 e poi nel 2001 la figura del laureato trienanle fu istituita dall’Italia per adeguarsi al modello europeo.
A zappare la terra ed a fare l’operaio devono andare i laureati quinquenanli come te, pieni di pregiudizi ed odio sociale verso un altra figura professionale.
@lino si certo ai tuoi tempi, si usava ancora il carro trainato da cavalli e tu sei certo candidato al nobel.