Recupero edifici dismessi: nuovi aiuti e opportunità per il turismo

Pronti 130 milioni da investire nel settore del turismo per valorizzare i servizi di ospitalità collegati al commercio e alla trasformazione dei prodotti agricoli. Vediamo nel dettaglio

Nadine Venturi 20/04/21
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Uno tra i settori più colpiti nel 2020, causa pandemia Covid-19 è stato sicuramente quello del turismo. Con la legge 30 dicembre 2020, n. 178, ripubblicata il 18 gennaio 2021, recante il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023″ si cerca di promuovere dei programmi integrativi e migliorativi, tali da ristabilizzare le sorti economiche di diverse aree interne del Paese, magari più colpite rispetto ad altre e da intervenire in maniera intelligente sul patrimonio immobiliare nazionale. Vediamo ora nel dettaglio come il recupero di edifici dismessi può fornire nuovi aiuti e opportunità per il turismo.

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Come recuperare gli edifici dismessi creando nuovi aiuti per il turismo?

La Direttiva MiSE del 19 marzo 2021 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 6 aprile 2021) dispone lo stanziamento di 130 milioni di euro con l’obbiettivo preciso di investire e rafforzare il settore del turismo, attraverso anche i servizi ricettivi collegati direttamente al commercio e alla trasformazione dei prodotti agricoli.

Il Contratto di Sviluppo, promosso dall’agenzia Invitalia sostiene i grandi investimenti all’interno di diversi ambiti, tra cui quello turistico. In questo settore, la soglia minima per accedere all’agevolazione dei contratti di sviluppo si riduce da 20 milioni a 7,5 milioni di euro. E cala ancora fino a raggiungere i 3 milioni di euro per l’importo minimo dei progetti d’investimento dei proponenti per programmi atti alla riqualificazione delle edifici dismessi riconvertiti in servizi di ospitalità.

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Per garantire delle strutture d’accoglienza idonee e dei servizi legati alla trasformazione e alla commercializzazione di prodotti agricoli si può investire su progetti di nuovi fabbricati, ristrutturare o ampliare edifici esistenti, quindi, puntare sul vasto patrimonio immobiliare. Oppure, intervenire sulle cosiddette Aree Interne, individuate dall’Accordo di partenariato, approvato dalla Commissione europea e consultabili sul sito del Ministero dello sviluppo economico e dell’agenzia Invitalia.

Quali passaggi seguire per riqualificare gli edifici in disuso?

Le imprese che intendono investire nel recupero e nella riqualificazione delle strutture edilizie dismesse devono fornire la seguente documentazione del sito di progetto:

  • l’ultima attività svoltasi;
  • la data di dismissione;
  • la proprietà attuale;
  • lo stato di conservazione.

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Nel caso in cui i programmi di sviluppo fossero caratterizzati da più progetti d’investimento, ognuno deve possedere una delle seguenti caratteristiche:

  • trovarsi nelle Aree Interne del Paese;
  • avere come oggetto il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

A ogni modo, Invitalia si riserva la facoltà di intervenire in casi specifici per valutare l’obbligatorietà di uno dei precedenti vincoli, con l’unico scopo di migliorare sempre il prodotto turistico e di conformarsi alle caratteristiche del territorio.

Chi e come si può usufruire degli investimenti?

I soggetti proponenti o le aziende aderenti ai progetti che riguardano la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli devono essere gli stessi che fanno gli investimenti per i servizi di ospitalità.

Inoltre, bisogna ricordarsi che sono computati solo gli investimenti sui prodotti agricoli, secondo i limiti dimensionali del Decreto ministeriale del 9 dicembre 2014, aggiornato il 12 ottobre 2017. Mentre se si interviene sui servizi ricettivi non sono previsti dei valori minimi.

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Queste disposizioni valgono anche se il programma di sviluppo viene proposto da più soggetti riuniti dal cosiddetto “contratto di rete”. Quindi, ogni impresa interessata deve presentare almeno un progetto d’ investimento riguardante la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Inoltre, quest’ultimo deve risultare di dimensioni significative rispetto a quello dedicato ai servizi ricettivi e d’accoglienza, tenendo conto di tutte le variabili che porteranno ad ulteriori effetti economici.

Nel sito di Invitalia nella sezione dedicata ai Contratti di Sviluppo è disponibile il format per la presentazione delle domande:

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Nadine Venturi

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