Antico e Nuovo, otto progetti di Ignazio Gardella

Gloria Alberti 29/03/19
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Su Ignazio Gardella (1905-1999) è stato scritto moltissimo – e abbiamo parlato più volte anche del celebre volume L’architettura secondo Gardella, che registra una lunga conversazione tra Ignazio Gardella e Antonio Monestiroli sul mestiere di architetto (trovi qui una presentazione) – ma vogliamo segnalare anche questa recente pubblicazione, a cura di Maria Cristina Loi: Antico e Nuovo. Otto progetti di Ignazio Gardella .

Lo studio rappresenta una delle tappe di una lunga ricerca che si è snodata negli anni, ed è tuttora in corso presso l’Archivio Storico Gardella e lo CSAC di Parma, su alcuni temi chiave dell’opera dell’architetto, e intende proporre in particolare una riflessione su un tema ricorrente e fondamentale: il costante dialogo tra antico e nuovo nei progetti di Gardella. La tensione tra antico e nuovo è infatti tema dominante nella progettazione di Gardella, che ha sempre dedicato molta attenzione alla memoria dei luoghi, alla loro storia. L’antico vive e dialoga con il nuovo anche nei progetti più sperimentali, attraverso la geometria, che diventa la chiave per disegnare lo spazio, o l’uso della luce, o ancora nella ricerca di una “sintesi delle arti”.

Questo tema conduttore viene esplorato attraverso l’analisi di una selezione di opere, note e meno note, accomunate, anche se in modi diversi, dallo stesso rigore di metodo e dalla stessa “semplice complessità” che ritroviamo in tutta l’opera di Gardella.

Gli otto progetti approfonditi nel volume sono quindi: l’ampliamento e la sistemazione di Villa Borletti (Milano, 1933-1936); il progetto di concorso per una Torre littoria in piazza del Duomo (Milano, 1934); il progetto per la sistemazione di piazza del Duomo (Milano, 1988); i progetti di allestimento dei Negozi Borsalino (Milano, 1949-1953), della IX Triennale di Milano (mostra La sedia italiana nei secoli, 1951, con L.C. Ragghianti), della Raccolta Grassi (Galleria d’Arte Moderna, Villa Reale, Milano, 1957-1959), della Sala delle materie plastiche nel Padiglione Montecatini alla Fiera Campionaria di Milano (1961, con M. Vignelli); e, infine, uno dei progetti meno conosciuti di Gardella, l’arredamento interno dei reattori Douglas DC8 di Alitalia (1958-1960).

Inoltre, il rigore di metodo di Gardella è facilmente riconoscibile anche nei suoi disegni di architettura, e, più in generale, nel rapporto che l’architetto instaura, nel corso dell’atto creativo e del processo progettuale con lo strumento del disegno, a cui è quindi dedicata l’ultima sezione del libro.

Interessante è anche la prefazione al volume, in cui il figlio Jacopo Gardella, anch’egli architetto, racconta alcuni episodi e aneddoti che rivelano la personalità del padre Ignazio e le peculiarità del suo modo di lavorare.

Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com

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L’ architettura secondo Gardella

Milano, giovedì 2 marzo 1995. L’appuntamento, come al solito, è fissato alle 11.30 sotto lo studio di via Marchiondi, nella bella casa che Gardella stesso ha progettato nel dopoguerra, con Anna Castelli-Ferrieri e Roberto Menghi. È il terzo incontro di questa lunga e indimenticabile intervista, organizzata per pubblicare un libro destinato agli studenti d’architettura, sulla traccia di un famoso esempio che ha segnato la storia del cinema. “Tutto è iniziato da una caduta in acqua”: è questo l’incipit del libro Il cinema secondo Hit-chcock di François Truffaut. Nel nostro caso, l’atmosfera è molto meno grottesca di quella che i due giovani registi francesi, Truffaut e Chabrol, hanno vissuto durante il loro primo incontro con Alfred Hitchcock. Eppure, la scena del caffè che ogni volta siamo obbligati a recitare all’ora dell’aperitivo, ha sicuramente qualcosa del celebre umorismo hitchcockiano. L’orario è strategico: il maestro non può affaticarsi troppo e quindi dopo un’ora e mezza circa, giusto prima del pranzo, deve congedarci. A dire il vero, in quanto ad energie, oltre naturalmente a molto altro, il nostro interlocutore batte tutti e in ognuno dei dodici incontri, durati da febbraio a maggio di quell’anno, siamo sempre stati noi a dichiarare la chiusura della conversazione, complici anche i vecchi e rumorosi nastri per la registrazione impostati sui canonici 60 o 90 minuti.Dall’introduzione di Federico BucciAntonio Monestiroli, si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1965 con Franco Albini. Dal 1988 al 1994 è stato Direttore del Dipartimento di Progettazione dell’ Architettura del Politecnico di Milano. Dal 1999 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca. Dal 2000 al 2008 è stato Preside della Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano. Dal 1970 insegna Composizione architettonica e dal 2007 Teorie dell’architettura contemporanea. Fra le principali pubblicazioni: L’architettura della realtà, Milano 1979, Torino 1999, La Metopa e il Triglifo, Roma-Bari 2002, Ignazio Gardella, Milano 2009, La ragione degli edifici. La scuola di Milano e oltre, Milano 2010 e il libro dei principali progetti Opere, progetti, studi di architettura, Milano 2000. Nel 1984 ha curato l’edizione italiana del libro di Hil-berseimer su Mies Van der Rohe.

Antonio Monestiroli | 2010 Maggioli Editore

16.00 €  15.20 €

L’autrice di Antico e Nuovo. Otto progetti di Ignazio Gardella, Maria Cristina Loi, ha conseguito laurea in architettura e un dottorato in storia dell’architettura presso La Sapienza, e ha approfondito gli studi anche presso la Columbia University di New York. Dal 1990 svolge attività didattica e di ricerca presso il Politecnico di Milano. Ha pubblicato un grande numero di saggi in libri e riviste e ha partecipato a numerosi convegni e mostre, in Italia e all’estero.

Immagine: Ignazio Gardella, Casa Cicogna, detta Casa alle Zattere, Venezia, 1953-1958

Gloria Alberti

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