Recovery fund, linee guida per la nuova edilizia green

Si parla di efficienza energetica, edifici nZEB a zero emissioni, ma c’è dell’altro in cantiere. La nuova commissione VIA sta analizzando 650 progetti. A che punto siamo e cosa ci aspetta nei prossimi mesi?

Scarica PDF Stampa

Parliamo da qualche mese di Recovery Fund, ma sappiamo bene di cosa si tratta? In breve, è lo strumento chiave di Next GenerationEU, il mega piano per la ripresa economica europea post-Covid. Sono previsti 672 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni di cui almeno il 37% dovrà essere speso in progetti a supporto di traguardi verdi e climatici.

Tutte le misure previste, tra cui quelle di nostro interesse come edilizia, mobilità e  infrastrutture), devono essere compatibili con la valutazione do no significant harm per l’obiettivo ambientale di mitigazione dei cambiamenti climatici (tradotto: seguire il principio del “non arrecare un danno significativo” contro l’ambiente).

>> Scarica la Guida tecnica ufficiale dell’UE || Recovery fund – Do no significant harm <<

Ma veniamo al lato pratico: cosa sta facendo, o meglio, quali progetti sta valutando la commissione VIA? Si parla di svolta green per l’edilizia, ma oltre alle recenti maxi agevolazioni quali Superbonus o Ecobonus 110%, cosa si prevede di così rivoluzionario per il settore?

Vediamo a che punto siamo, dato che gli Stati Ue (tra cui l’Italia) devono consegnare a Bruxelles i piani nazionali entro il 30 aprile e che il Recovery ammette opere completabili entro il 2026.

>> Superbonus in condominio, le tempistiche da rispettare per ogni fase <<

Recovery fund, linee guida per la nuova edilizia green

Si va verso il Recovery, ma nonostante l’accelerata di inizio febbraio, per presentare la mega bozza dei progetti, restano criticità gravi: secondo Draghi serve una riforma che porti trasparenza sul lavoro svolto, regole certe sui progetti carenti e supporti tecnici. Ma soprattutto per la trasformazione verde della nostra economia bisogna puntare su infrastrutture sostenibili.

Leggi anche: Recovery Fund: un’opportunità per le opere infrastrutturali del nostro Paese

Commissione VIA, che ruolo ha?

Occhi puntati dunque sulla commissione VIA (Valutazione di impatto ambientale), che ha in mano uno degli snodi nevralgici dell’Italia sulle infrastrutture, soprattutto quelle per la mobilità sostenibile. Ricordiamo che il Recovery ammette opere completabili solo entro il 2026.

In commissione ci sono attualmente da esaminare poco meno di 650 progetti. Dallo scorso maggio, da quando si è insediata l’attuale commissione, in eredità c’erano 223 dossier. A questi se ne sono aggiunti 471 da giugno a fine anno, portando il totale a 694 progetti. Qui ci sono opere di ogni tipo e dimensione, dalle infrastrutture molto grandi alle piccole. I dossier su cui la nuova commissione si è pronunciata sono stati, fino al 31 dicembre, 192. E gli altri? Dal 1° gennaio, ne sono stati vagliati altri 47: ne mancano all’appello almeno 454.

>> Superbonus: esempio pratico di studio di fattibilità

Le 3 criticità per la selezione dei progetti

Cosa impedisce uno smaltimento più celere dei dossier? Lo chiarisce Massimiliano Atelli, nuovo presidente della commissione VIA.

Si possono individuare tre elementi di criticità “interna” principali.

  1. Scarsa qualità dei progetti in arrivo. Questo comporta un dispendio di energie e di tempo che penalizza tutti i progetti e in particolare i progetti fatti meglio.
  2. Carenza del supporto tecnico, che alla commissione è generalmente garantito dai tecnici dell’Ispra. La commissione ha lavorato fino a ottobre senza questo supporto e questo ha contribuito all’accumulo dei dossier. Ora il problema è risolto parzialmente, il supporto c’è ma non è ancora a regime.
  3. E qui arriva la terza difficoltà. Il decreto semplificazioni dello scorso luglio ha previsto una seconda commissione, detta Pniec perché dovrebbe esaminare i progetti del Piano nazionale integrato del clima e l’energia. È una corsia parallela, accelerata secondo l’intenzione del legislatore, che però è ferma in attesa di nomina.

(Fonte: Il Sole 24 Ore).

>>>> Non perderti nessun articolo! Ricevi le nostre news

Edilizia, verso lo standard zero Energy

L’escalation avviata a livello comunitario nella direzione degli edifici energeticamente autosufficienti, è partita nel 2006, seguita nel 2010 dalla direttiva 2010/31/UE, che fra le altre cose, introduce il concetto di “near to zero energy building”. In Italia la direttiva 31 è stata recepita dalla legge 90/2013, attuata dai tre d.m. 26 giugno 2015 (che riguardano rispettivamente: le metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e i requisiti minimi, la relazione tecnica di progetto per gli impianti termici, le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici).

Potrebbe interessarti: Riqualificazione energetica condominio, quanto costa?

La legge 90, fra le altre, ha introdotto un criterio del tutto nuovo per la classificazione energetica degli edifici e ha inasprito (rispetto alla 311 e al d.P.R. 59) i parametri prestazionali per l’involucro edilizio, ad esempio riducendo i limiti di trasmittanza termica invernale e incrementando i criteri per la protezione passiva dal surriscaldamento estivo. La legge 90 è, in sostanza, il testo normativo cui è spettato il compito di “traghettare” il nostro Paese nella sfera nZEB (nearly zero energy building), compito oggi proseguito con il d.lgs. 48/2020 e il Recovery fund.

Vedremo nei prossimi giorni il prosieguo dei progetti per la transizione verde dell’edilizia italiana. Al di là dei piani sovranazionali, che poco ci riguardano da vicino, analizzeremo in dettaglio quali misure tecniche sono attuabili per costruire nZEB, quali sono i migliori sistemi costruttivi e le materie prime, impianti e casi esemplari.

Progettare edifici a energia zero

Progettare edifici a energia zero

Questo volume, giunto alla seconda edizione, pone base sul presupposto che realizzare un edificio ad energia zero ed elevato comfort ambientale non significa ragionare in termini di centimetri di coibente, né di mere tematiche “impiantistiche” (rilevanti, ma in seconda battuta). Liberato il campo dai molti retaggi di una concezione obsoleta, un edificio ad energia zero si sviluppa attraverso un’efficace opera di “progettazione integrata” tra i differenti contributi tecnici, e nasce come tale fin nelle prime intuizioni del progettista edile-architettonico, il quale oggi è dunque ben consapevole delle buone pratiche poste alla base della realizzazione di un involucro edilizio efficiente. Sulle caratteristiche architettoniche e tecniche dell’involucro, infatti, “si gioca” in modo significativo la capacità di un edificio di minimizzare la propria domanda energetica, domanda che, solo in tal maniera, sarà possibile soddisfare con energia tratta (in larga misura, se non al 100%) da fonti rinnovabili, in linea con la “storica” Direttiva 2010/31/UE, implementata dalla non men nota 2018/844. L’autore ha inteso tracciare un percorso organico, volutamente inclusivo – nel linguaggio, nell’approccio metodologico, nell’attenzione posta a non dare “per scontate” innumerevoli nozioni di fisica e tecnologia – dal quale possa desumere interessanti spunti il professionista già esperto come lo studente agli esordi. Il lettore troverà esposte con chiarezza tutte le riflessioni (di tipo fisico, costruttivo, funzionale, anche morfologico) che devono guidare le sue scelte progettuali, le possibilialternative, le inferenze con altri “anelli” della catena progettuale, tesa tra il concept architettonico e l’esecuzione di un fabbricato confortevole ed efficiente. Si tratta di un compendio dalla vocazione altamente pratica. È secondo questo spirito che il volume integra (chiaramente aggiornato all’odierna release rispetto alla passata edizione) un breve e inedito tutorial del software di calcolo energetico ProCasaClima, quale strumento di progetto, prezioso per un riscontro numerico effettivo dei criteri di ottimizzazione energetica, e accessibile a tutti grazie alla praticità d’impiego e alla disponibilità in forma gratuita sul sito web di Agenzia CasaClima. Dello stesso spirito partecipano i circa 50 dettagli costruttivi (anch’essi affinati e migliorati ulteriormente nella presente riedizione del volume), disponibili in formato editabile, utili a focalizzare i principi di tenuta all’aria, al vento, all’acqua, di coibentazione, di impermeabilizzazione… in generale di accurata posa in opera, che il volume espone anche con l’ausilio di foto di cantiere e schemi grafici.   Federico ArietiArchitetto libero professionista, Passive House Designer, Consulente Energetico e Relatore CasaClima. Attivo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara come: docente a contratto per il modulo “Energy Zero” (Corso opzionale di sua ideazione, accreditato da Agenzia CasaClima), docente a contratto per il modulo “Materiali e progettazione di elementi costruttivi” del Laboratorio di Progettazione 2, assistente dei Laboratori di Costruzioni 1 e 2, membro del Centro Ricerche “Architettura > Energia”. Cultore della materia ICAR/12. Relatore nell’ambito di corsi professionalizzanti. Consigliere IG PassivHaus Emilia-Romagna con delega alla Formazione.

Federico Arieti | 2021 Maggioli Editore

50.00 €  47.50 €

Impianti termici negli edifici residenziali ad elevate prestazioni energetiche

Impianti termici negli edifici residenziali ad elevate prestazioni energetiche

L’efficienza energetica in edilizia è un tema molto sentito in Italia soprattutto dopo l’uscita dei decreti di attuazione delle direttive europee sul risparmio energetico a partiredai primi anni del 2000. Tuttavia sono scarsi i testi che affrontano gli aspetti impiantistici ed in particolare le relazioni tra i nuovi edifici e gli impianti termici. La presente opera esamina, anche alla luce degli interventi di progettazione realizzati dall’Autore, dettagli e problemi di natura tecnica e pratica che non sono adeguatamente affrontati in altre pubblicazioni o nei corsi di formazione specialistica. Dopo l’introduzione ad alcuni protocolli volontari di certificazione energetica presenti in Italia, sono analizzati i parametri fisico-edili degli edifici ad elevate prestazioni e come questi influenzano le scelte impiantistiche da adottare. Attraverso un vasto repertorio di fotografie di cantiere viene affrontata anche la tematica della tenuta all’aria degli impianti. È poi presente un capitolo dedicato al calcolo termotecnico, all’analisi delle normative vigenti ed alla loro applicazione al fine del corretto dimensionamento degli impianti termici, con alcuni suggerimenti legati all’ottimizzazione dei consumi. Il capitolo centrale si concentra su alcuni dettagli, spesso sottovalutati, degli impianti di ventilazione meccanica, sia per il ricambio dell’aria sia per l’utilizzo nella climatizzazione. È poi presente una analisi sui sistemi radianti per l’individuazione di quelli che meglio si adattano ad essere utilizzati negli edifici ad elevata efficienza.  In appendice sono illustrati tre progetti di fabbricati residenziali realizzati nel nord Italia, progettati e certificati secondo protocolli di efficienza energetica volontaria di cui l’autore ha curato la progettazione termotecnica, l’ottimizzazione dei costi di installazione, gestione e del sistema edificio-impianto.   Paolo SavoiaIngegnere specializzato con pluriennale esperienza nella progettazione di impianti e involucri ad alta efficienza energetica e acustica per il comfort in edilizia. È inoltre tecnico competente in acustica ambientale e tecnico certificato di prove non distruttive di II livello. Esegue indagini strumentali finalizzate sia all’efficienza energetica in edilizia che alla diagnosi di patologie edilizie.

Paolo Savoia | 2020 Maggioli Editore

35.00 €  33.25 €

Foto: iStock/Blue Planet Studio

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento