Acciaio Cor-Ten. Il segreto del suo successo

Il Cor-ten, grazie al suo aspetto elegante e raffinato, questo tipo particolare di acciaio è oggi particolarmente di tendenza e molto amato. Ecco i dettagli

Scarica PDF Stampa

L’acciaio Cor-Ten è un paradosso materico, ma è proprio questo che lo rende particolarmente interessante. La sua principale caratteristica è l’ottima resistenza alla corrosione da agenti atmosferici dato che la naturale ossidazione si arresta con il tempo, formando una patina protettiva che non si modifica nel tempo.

La tonalità cromatica ossidata che prende origine in superficie appare calda e intensa ed offre molte soluzioni estetiche in relazione all’insolita “eleganza della ruggine” che sottolinea la sensazione di vissuto data dai segni del tempo, come testimonia il largo impiego per edifici e sculture monumentali all’aperto.

Il grande successo raggiunto dal Cor-Ten deriva dalle due principali caratteristiche che lo contraddistinguono:

  1. l’elevata resistenza meccanica e
  2. l’ossidazione controllata dalle peculiari qualità estetiche.

Quest’ultimo aspetto in particolare lo ha portato con successo all’attenzione di architetti e progettisti negli ultimi anni: la sua patina, che impedisce il progressivo estendersi della corrosione all’interno, rende il metallo liscio e resistente con caratteristiche cromatiche uniche le cui tonalità bene si abbinano a moltissime e diverse situazioni progettuali.

Il Cor-Ten (dall’inglese CORrosion resistance + TENsile strength) è stato brevettato nel 1933 dalla americana United States Steel Corporation, divenuta dal 2003 Arcelor-Mittal, come acciaio basso legato altoresistenziale e autopassivante, definito ‘patinabile’. La ricerca si sviluppa a partire dagli anni ’60 ed il primo uso per applicazioni architettoniche arriva nel 1964 per merito dell’architetto Eero Saarinen con la John Deere World Headquarters in Illinois.

Acciaio patinabile

Nell’acciaio patinabile (weathering steel), la ruggine è “desiderata” in quanto costituisce una patina protettiva di ossido a forte aderenza che presenta un’ottima resistenza alla corrosione atmosferica.

Questa pellicola è caratterizzata da uno strato esterno poroso e da un sottile strato interno amorfo e impermeabile ricco di rame, cromo e fosforo, che conferisce resistenza alla corrosione. Il colore varia, nel corso del processo di ossidazione, da un arancio iniziale fino ad una colorazione bruno-rossastra all’avvenuta stabilizzazione della patina, che, in normali condizioni ambientali avviene in 18-36 mesi con una diminuzione di spessore di circa 0,05 mm.

Fattori determinanti per la corretta fioritura della patina sono: cicli alternati asciutto/bagnato, il contatto con l’atmosfera, l’azione fotocatalitica della luce solare e l’assenza di ristagni permanenti con l’acqua. Nelle zone industriali la patina si forma più rapidamente e di colore più scuro che in zone rurali, dato che nel processo chimico incidono l’inquinamento e la poca presenza di ossigeno.

Se la patina superficiale viene intaccata o scalfita, l’acciaio si ossida di nuovo per costruire una nuova protezione che perdura inalterata nel tempo. Questo fenomeno di rigenerazione si può ripetere più volte, mantenendo così una protezione continua. È dunque un materiale che “vive” e si autoprotegge.

Potrebbe interessarti: Degrado dell’acciaio: cosa accade alle strutture metalliche?

Messa in opera

È sconsigliato l’utilizzo in spazi chiusi non in contatto con l’atmosfera ed ambienti marini ricchi di cloruri, dato che la patina non si può formare ed il materiale si corrode esattamente come fosse acciaio al carbonio (es. Aloha Stadium di Honolulu del 1975).

I profilati in acciaio Cor-ten possono essere forniti grezzi o preossidati con una patina protettiva già formata artificialmente tramite processi di accelerazione.

La preossidazione limita a un periodo più breve gli eventuali fenomeni di sfarinamento che possono verificarsi sino al termine della stabilizzazione.

Tipi di Cor-Ten

Esistono tre tipi di Cor-Ten che presentano differenti caratteristiche ed è quindi necessario scegliere il tipo di acciaio più idoneo alle esigenze progettuali: il tipo A, denominato “al fosforo” e particolarmente adatto per applicazioni architettoniche ed i tipi B e C, che meglio si prestano nel caso di strutture fortemente sollecitate.

Alcuni accorgimenti vanno però considerati nella messa in opera degli elementi posti all’esterno: va evitato il ristagno d’acqua, vanno predisposte delle canaline per la raccolta dell’acqua meteorica di dilavamento al fine di evitare di macchiare le parti circostanti all’acciaio, vanno impiegati esclusivamente fissaggi meccanici in acciaio patinabile o in inox.

L’acciaio Cor-Ten può essere saldato in tutti gli spessori e con tutti i più comuni metodi di saldatura, ma se utilizzato allo stato “nudo” per impieghi architettonici è necessario che la saldatura sia effettuata in più di due passate, ed è consigliabile che, per le ultime due, vengano utilizzati elettrodi al 2% o al 3% di Ni in modo da ottenere cordoni di saldatura con una colorazione simile a quella dell’acciaio. Attenzione inoltre alla corrosione galvanica generata dall’accoppiamento con materiali nobili come lo zinco e l’alluminio.

Il falso Cor-Ten

Grazie al suo aspetto elegante e raffinato, questo tipo particolare di acciaio è oggi particolarmente di tendenza e molto amato da architetti e committenti. Tanto che ne sono nate alcune imitazioni e si parla spesso impropriamente di Cor-Ten. I tentativi di imitare quanto la natura compie sul materiale originale per raggiungere gli stessi livelli estetici sono svariati pur presentando ognuno grandi o piccoli problemi.

I processi oggi utilizzati per riprodurre il Cor-Ten sono:

  • metallizzazione: si applica uno strato sottile di acciaio Cor-Ten su superfici in acciaio al carbonio tradizionale. L’aspetto superficiale si avvicina, ma, essendo la base in ferro, un qualsiasi danneggiamento dello strato superficiale provoca l’ossidazione del metallo sottostante con conseguente formazione di ruggine instabile e il probabile distacco della stessa;
  • verniciatura: oggi esistono in commercio polveri verniciabili a forno che riproducono l’effetto ruggine. Come tutti gli strati artificiali riportati, la superficie rimane uniforme e sempre uguale in tutti i pezzi e nel tempo in modo decisamente evidente;
  • ossidazione semplice: la ruggine che si forma sul tradizionale ferro ha le stesse caratteristiche estetiche della patina Cor-Ten, però tale strato è destinato, malgrado le possibili protezioni di cere o vernici trasparenti, a rimuoversi dalla superficie provocando gli effetti di sporco e deterioramento tipici del ferro.

È importante ricordare che la norma EN 10025-5 definisce le caratteristiche meccaniche e chimiche degli acciai Cor-Ten e che la fornitura deve essere correttamente certificata.

Articolo di Andrea Cantini

Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc

La certificazione delle strutture in acciaio secondo la norma UNI EN 1090: dalla teoria alla pratica

La certificazione delle strutture in acciaio secondo la norma UNI EN 1090: dalla teoria alla pratica

La certificazione delle strutture in acciaio secondo la norma UNI EN 1090 è diventata sempre più critica e di difficile applicazione; il quadro normativo vigente risulta infatti complesso e caratterizzato dall’interazione di norme diverse, non sempre in accordo tra loro, con difficoltà di comprensione da parte degli addetti ai lavori.Questo nuovissimo Manuale guida il Professionista nella produzione ed il controllo in fase di realizzazione di strutture oltre che sicure anche in conformità alle norme vigenti. A partire dall’analisi delle attività di certificazione “connesse” alla UNI EN 1090, così come stabilito dalle Norme tecniche per le costruzioni, ossia il sistema di gestione della qualità secondo la UNI EN ISO 9001 e il sistema di gestione della qualità per il processo di saldatura certificato UNI EN ISO 3834, il testo fornisce indicazioni operative sugli step da seguire per ottenere le diverse certificazioni e in particolare, risponde alle domande su:• Cosa sono le certificazioni UNI EN 1090, UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO 3834?• Quali sono gli obblighi, i vantaggi e i prodotti rientranti nel campo di applicazione di dette certificazioni?• Cosa fare concretamente per ottenere le certificazioni?Completano l’Opera un capitolo dedicato alle attestazioni SOA e tre casi studio di implementazione delle certificazioni UNI EN 1090, UNI EN ISO 3834 e UNI EN ISO 9001.Fabio Manzone, nato a Racconigi (Cuneo) nel 1973, ingegnere Edile e Dottore di Ricerca in Sistemi Edilizi e Territoriali è docente a contratto del Politecnico di Torino dal 2004 per i corsi di Produzione Edilizia ed Ergotecnica Edile. Dal 1998 svolge la libera professione ed ha ricoperto il ruolo di Direttore Tecnico di un centro di trasformazione carpenteria metallica.Con la collaborazione di:Alice Andrin, nata a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1991, laureata in Ingegneria Edile presso il Politecnico di Torino, svolge, presso lo Studio Usseglio, attività di consulenza in ambito di UNI EN 1090, UNI EN ISO 3834 e UNI EN ISO 9001, applicata a centri di trasformazione, imprese che realizzano opere di ingegneria civile e studi di ingegneria.Alberto Rencurosi, nato a Moncalieri (Torino) nel 1978, ingegnere Meccanico è lead auditor qualificato per gli schemi ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 – ISO 45001, ISO 22301, ISO 50001 e UNI11352 con all’attivo più di mille giornate di audit, in diversi settori aziendali. Ricopre il ruolo di responsabile degli accreditamenti per l’Italia dell’Associazione Svizzera per sistemi di Qualità e Management (SQS), ente di certificazione Svizzero con sede a Zollikofen (Berna), accreditato SAS e Accredia.Bruno Ricca, nato a Pinerolo (Torino) nel1975, consulente e socio della società di consulenza Studio Usseglio Srl di Torino specializzata in sistemi di gestione qualità, ambiente, sicurezza e formazione. Dal 1997 si occupa di implementazione di sistemi di gestione qualità (ISO 9001, EN 1090 e ISO 3834) con particolare specializzazione nel settore dell’ingegneria delle opere civili, costruzioni e centri di trasformazione di manufatti destinati a strutture richiedenti un titolo abilitativo.

Fabio Manzone | 2018 Maggioli Editore

22.00 €  20.90 €

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento