Rifiuti Covid-19: come procedere con smaltimento e raccolta differenziata?

Per quanto concerne le operazioni di differenziazione è necessario ricordare che rifiuti Covid-19 essendo ad alto rischio infettivo. Ecco i dettagli

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Le mascherine tanto necessarie, tanto ricercate e tanto discusse rappresentano il simbolo della pandemia da Covid-19 che ha costretto circa la metà della popolazione mondiale a rimanere in casa per contenere la diffusione del contagio. All’orizzonte si intravede una seconda fase, che seguirà allo #iorestoacasa, durante la quale sarà estremamente necessario ricorrere a misure di sicurezza e di tutela per evitare una ricaduta di contagi.

L’uso di DPI rientrerà tra le misure da adottare.

Il Politecnico di Torino ha effettuato una stima sul fabbisogno nazionale di mascherine per la fase 2 dell’emergenza italiana: si parla di quasi un miliardo al mese che una volta usate diventeranno rifiuti Covid-19 da smaltire così come i guanti monouso e tutti gli altri dispositivi di protezione individuale utilizzati nello svolgimento di attività quotidiana e lavorativa.

Una questione non secondaria perché il problema circa la gestione rifiuti Covid-19 non interessa esclusivamente quanto prodotto presso le strutture sanitarie ma anche presso le abitazioni, ovvero i rifiuti domestici/urbani.

Pertanto cosa si intende per rifiuti Covid-19? Quelli prodotti in qualità di rifiuti urbani sono paragonabili a quelli prodotti presso le strutture sanitarie? Come va gestita questa tipologia di rifiuto?

Vediamo nel dettaglio quali sono “le indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-COV-2” secondo l’ISS – Istituto Superiore di Sanità.

Il documento, che mette in evidenza aspetti circa la gestione rifiuti Covid-19 domestici, è stato redatto dal Gruppo di lavoro ISS Ambiente e Gestione dei Rifiuti del quale fanno parte: Federica Scaini, Eleonora Beccaloni, Lucia Bonadonna, Giuseppina La Rosa, Maria Rosaria Milana, Emanuela Testai.

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Rifiuti Covid-19: classificazione e smaltimento

Tra i rifiuti Covid-19 domestici/urbani rientrano quelli:

  1. prodotti nelle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria;
  2. prodotti dalla popolazione generale, in abitazioni dove non soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria;

I rifiuti sopraindicati di tipo 1 dovrebbero essere trattati alla stregua di quelli prodotti presso una struttura sanitaria così come regolamentato dal DPR n.254 del 15 luglio 2003 all’articolo 2 comma 1.

Pertanto sulla scia di quanto definito dal citato DPR, anche la raccolta e lo smaltimento dovrebbero seguire le stesse modalità dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Ovvero, i rifiuti Covid-19, provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria, andrebbero raccolti in idonei imballaggi a perdere, anche flessibile, di colore diverso da quelli utilizzati per i rifiuti urbani e per gli altri rifiuti sanitari assimilati, recanti, ben visibile, l’indicazione indelebile “Rifiuti sanitari sterilizzati” alla quale dovrà essere aggiunta la data della sterilizzazione.

Tuttavia, il Gruppo di lavoro ISS Ambiente e Gestione dei Rifiuti precisa nel documento che quanto previsto dal DPR trova difficile attuazione nelle realtà domestiche, pertanto vengono fornite raccomandazioni sulle procedure di raccolta rifiuti Covid-19 da seguire:

Si raccomanda di:

  • chiudere adeguatamente i sacchi utilizzando guanti monouso;
  • non schiacciare e comprimere i sacchi con le mani;
  • evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti i sacchetti di rifiuti;
  • smaltire il rifiuto dalla propria abitazione quotidianamente con le procedure in vigore sul territorio (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori, o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada).

Per coloro non positivi e non in quarantena obbligatoria, a scopo cautelativo fazzoletti o rotoli di carta, mascherine e guanti eventualmente utilizzati, dovranno essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati.

È raccomandato l’utilizzo di almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della resistenza meccanica dei sacchetti che dovranno essere chiusi adeguatamente utilizzando guanti monouso, senza comprimerli, utilizzando legacci o nastro adesivo e di smaltirli come da procedure già in vigore (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori, o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada).

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Rifiuti Covid-19: sono differenziabili?

Per quanto concerne le operazioni di differenziazione è necessario ricordare che rifiuti Covid-19 essendo ad alto rischio infettivo non possono essere differenziati, anche per la loro natura composita cioè costituita da più materiali (ad esempio le mascherine).

ISS pertanto raccomanda per le abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, l’interruzione della raccolta differenziata dove attiva e che tutti i rifiuti domestici, indipendentemente dalla loro natura siano considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme. Per la raccolta dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale.

Per le abitazioni in cui non sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, si raccomanda continuare a seguire le procedure in vigore nel territorio di appartenenza, non interrompendo la raccolta differenziata.

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Come tutelare gli operatori di raccolta e smaltimento rifiuti Covid-19?

Gli operatori del settore di raccolta e smaltimento rifiuti appartengo a quelle categorie dei lavoratori maggiormente esposte pertanto per lo svolgimento delle operazioni lavorative viene raccomandata dall’ISS:

  • l’adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI), come da gestione ordinaria, in particolare di mascherine (filtranti facciali) FFP2 o FFP3 (in quest’ultimo caso, compatibilmente con la valutazione del rischio in essere in azienda);
  • la pulizia delle tute e degli indumenti da lavoro, seguendo idonee procedure (lavaggio a temperatura di almeno 60°C con detersivi comuni, possibilmente aggiungendo disinfettanti tipo perossido di idrogeno o candeggina per tessuti);
  • la sostituzione dei guanti da lavoro non monouso, nella difficoltà di sanificarli, ogni qualvolta l’operatore segnali al proprio responsabile di aver maneggiato un sacco rotto e/o aperto;
  • la sanificazione e la disinfezione della cabina di guida dei mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti urbani dopo ogni ciclo di lavoro, facendo particolare attenzione ai tessuti (es., sedili) che possono rappresentare un sito di maggiore persistenza del virus rispetto a volante, cambio, ecc., più facilmente sanificabili. Tuttavia è da tenere in considerazione la necessità di non utilizzare aria compressa e/o acqua sotto pressione per la pulizia, o altri metodi che possono produrre spruzzi o possono aerosolizzare materiale infettivo nell’ambiente. L’aspirapolvere deve essere utilizzata solo dopo un’adeguata disinfezione. È consigliato l’uso di disinfettanti (es: a base di alcol almeno al 75% v/v) in confezione spray.

Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc

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Redazione Tecnica

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