Cosa prevede il Decreto Cura Italia per autonomi?

Il Decreto Cura Italia per autonomi prevede per la categoria il riconoscimento di un’indennità una tantum in auto. Ecco i dettagli

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Aggiornamento del 29 marzo 2020_Per i professionisti iscritti agli ordini è previsto un fondo “di ultima istanza” da 300 milioni di euro per l’anno 2020. Le modalità di attribuzione del fondo per il reddito di ultima istanza, sono state previste con il decreto interministeriale annunciato dal ministro Nunzia Catalfo il 28 marzo 2020 e prevedono l’assegnazione di un’indennità pari a 600 euro.

Il varo del Decreto Cura Italia per autonomi è avvenuto il 16 marzo 2020. Il provvedimento si compone di 127 articoli che raccolgono le misure da 25 miliardi di euro e muove flussi per 350 miliardi di euro per sostenere famiglie, imprese, sanità e lavoratori a seguito dalla grave emergenza Coronavirus che ha colpito l’Italia.

Il Decreto Legge del 17 marzo 2020, n. 18 è stato pubblicato in Gazzetta con una edizione straordinaria.

Il Decreto Cura Italia, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entra in vigore e l’obiettivo di questo primo pacchetto è quello di garantire liquidità a famiglie e imprese. Tuttavia seguiranno provvedimenti più mirati, difatti si attende un secondo decreto per aprile.

Conte ha dichiarato: “Possiamo parlare di ‘modello italiano’ non solo sanitario, ma anche come strategia economica di risposta alla crisi. Mettiamo in campo 25 miliardi di denaro fresco e attiviamo flussi per 350 miliardi: è una manovra economica poderosa”.

Tra tutte le categorie, cosa accade per gli autonomi? Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia, ha confermato la copertura “di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro per il mese di marzo”. Per gli autonomi e i liberi professionisti, ha aggiunto Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali “questo primo decreto stanzia circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività”. Per questa categoria è inoltre prevista la sospensione dei contributi previdenziali.

Vediamo nel dettaglio quali sono le misure previste, che a detta del Primo Ministro che inizialmente non saranno sufficienti a garantire una ripresa post-Coronavirus e che pertanto verranno rafforzate con prossimi provvedimenti.

Decreto Cura Italia per autonomi: le scadenze

Con il Decreto Cura Italia del 16 marzo 2020 tutti gli adempimenti fiscali e contributivi in scadenza il 16 marzo vengono sospesi per tutti i contribuenti e rinviati a venerdì 20 marzo. Tuttavia per imprese, autonomi e professionisti che sono sotto i 2 milioni di ricavi le scadenze alla cassa per saldare le ritenute, l’Iva annuale e mensile, i contributi previdenziali e Inail sono rinviate al 31 maggio.

Il decreto Cura Italia prevede il rinvio al 30 giugno di tutti gli adempimenti tributari, diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che ricadono dall’8 marzo al 31 maggio 2020 (es. dichiarazione annuale Iva). Non vengono rinviate le comunicazioni dei dati relativi al 730 precompilato come quelle degli oneri detraibili in scadenza il 31 marzo.

Decreto Cura Italia per autonomi: stop mutui casa e sconto affitto

Questa prima parte del Decreto Cura Italia (denominata “Marzo”) prevede per gli autonomi la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa, fino a 18 mesi. Tale misura è estesa anche agli autonomi, nello specifico lo stop interessa le partite Iva che come conseguenza della crisi autocertifichino di aver perso, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, oltre il 33% del fatturato rispetto all’ultimo trimestre 2019.

Si tratta di una misura (finanziata con 500 milioni di euro) come estensione di quanto già previsto con il Fondo Gasparrini e non prevede obbligo di presentazione Isee perchè a differenza delle attuali regole del Fondo, non ci verranno imposti limiti di Isee per poter chiedere la sospensione del pagamento delle rate.

Nel testo del Decreto Cura Italia si parla di sconto fiscale sugli affitti di marzo di negozi e botteghe con credito d’imposta del 60%. La misura non si applica alle attività che sono state identificate come essenziali, tra cui farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari di prima necessità e che sono rimaste aperte.

Decreto Cura Italia per autonomi: indennità

Agli autonomi sarà riconosciuta un’indennità di 600 euro per il mese di marzo e per i prossimi mesi. Coloro che potranno beneficiarne sono: professionisti e collaboratori coordinati e continuativi, stagionali, lavoratori del turismo e delle terme, dell’agricoltura e anche per i lavoratori dello spettacolo con redditi inferiori a 50 mila euro.

L’indennità verrà erogata su domanda a partite Iva e collaboratori iscritti alla gestione separata dell’Inps e a quelli iscritti alle gestioni autonome (ad esempio coltivatori diretti, commercianti e artigiani).

Per i professionisti iscritti agli ordini è previsto un fondo “di ultima istanza” da 300 milioni di euro per l’anno 2020. Le modalità di attribuzione del fondo per il reddito di ultima istanza, sono state previste con il decreto interministeriale annunciato dal ministro Nunzia Catalfo il 28 marzo 2020

Con tale provvedimento viene stabilito, anche professionisti e autonomi iscritti alle casse di previdenza private, un indennizzo di 600 euro per il mese di marzo. La richiesta dell’indennità andrà fatta alla cassa e spetterà a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, tra 35 e 50mila e ha subito cali di attività di almeno il 33% nei primi 3 mesi 2020.

Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc

Redazione Tecnica

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