Strip out, la demolizione selettiva sicura per gli addetti e per l’ambiente

La demolizione selettiva Strip out è una tecnica che garantisce il massimo della sicurezza per addetti e ambiente. Ecco tutti i dettagli.

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In edilizia esiste una particolare tecnica, chiamata strip out, utilizzata per la demolizione degli edifici che in italiano possiamo tradurre col termine demolizione selettiva.

Il nome deriva dal fatto che la demolizione viene fatta in modo sicuro ed “intelligente” ed è una tecnica sempre più apprezzata e richiesta per i notevoli benefici pratici ed economici che assicura.

Innanzitutto, vengono adottate tutte le misure necessarie per preservare la salute degli operatori ed evitare l’inquinamento: gli edifici infatti potrebbero contenere sostanze tossiche e nocive che, se inalate o disperse nell’aria, rischiano di provocare seri problemi di salute.

Inoltre, molti dei materiali dell’edificio distrutto possono essere riciclati e riutilizzati, garantendo un positivo impatto ecologico ed economico per una produzione edile etica e sostenibile.

Vediamo quindi in dettaglio la tecnica di demolizione strip out.

Cosa prevede la demolizione strip out?

Innanzitutto viene condotta da parte della ditta incaricata una serie di controlli e di analisi sui materiali che costituiscono l’edificio, con l’obiettivo di individuare eventuali sostanze pericolose che vanno smaltite separatamente e secondo un preciso iter normativo.

Ogni singola operazione viene effettuata con la massima precisione e professionalità, per prevenire ogni potenziale pericolo a danno degli operatori che svolgono le operazioni.

Come si effettuano le diverse operazioni di demolizione selettiva?

L’impresa che si occupa della demolizione selettiva procede con interventi classici e l’utilizzo di strumentazioni standard per operare su quelle parti dell’edificio che non presentano particolari criticità.

In quelle zone dove sono presenti elementi pericolosi, come lastre di amianto, bisogna invece procedere con strumentazioni tecniche e specifiche come le macchine demolitrici. Si tratta generalmente di mezzi molto piccoli e quindi con produzioni giornaliere ridotte.

Per garantire la massima tutela agli operai che svolgono interventi di demolizione e recupero dei materiali pericolosi, vengono utilizzati appositi indumenti protettivi che evitano l’inalazione o il contatto con la bocca con sostanze potenzialmente tossiche o nocive.

Fasi finali dello strip out

Dopo il completo smantellamento dello stabile si passa alla fase finale, cioè la bonifica dell’intera area.

La ditta incaricata si fa carico dello smaltimento di tutti i rifiuti, tossici e non, che vanno successivamente rimossi dal terreno ed opportunamente smantellati secondo procedure ed iter specificati dalla normativa. Questa particolare strategia di demolizione consente di separare i rifiuti per frazioni omogenee orientate verso il riciclo dei materiali.

La demolizione selettiva ha l’obiettivo di allontanare, smontare e separare dai rifiuti di demolizione tutto ciò che potrebbe compromettere l’analisi del rifiuto stesso superando i limiti di legge imposti. In tal caso il rifiuto non potrebbe essere riutilizzato, ma sarebbe destinato esclusivamente alla discarica.

Focus sul recupero dei materiali

La demolizione selettiva generalmente suddivide i rifiuti in 10 tipologie:
componenti riutilizzabili tal quali (DDT);
legno CER 17 02 01;
vetro CER 17 02 02;
plastica CER 17 02 03;
miscele bituminose CER 17 03 00;
metalli CER 17 04 00 (comprese le loro leghe);
terre e rocce CER 17 05 04;
materiali isolanti CER 17 06 00;
materiali da costruzione a base di gesso CER 17 08 00;
rifiuti misti dell’attività di C&D 17 09 04.

Tramite lo strip out è possibile bonificare e recuperare materiale prezioso che può essere riutilizzato, garantendo un notevole risparmio economico e grandi benefici ecologici per l’ambiente circostante.

In particolare materiali come ferro, calcestruzzo e mattoni, molto gettonati nell’edilizia, vengono recuperati con apposite pinze frantumatrici delle macerie. Nel caso del ferro la separazione avviene invece tramite l’uso di magneti.

Tali strumentazioni vengono fornite da aziende specializzate, come Mantovanibenne, leader nel settore dello sviluppo e della produzione di attrezzature da demolizione e per movimento terra.

In tale ottica il settore edilizio ha fatto passi da giganti, sfruttando le più moderne tecnologie per creare strumentazioni innovative e performanti, capaci di adattarsi alle diverse circostanze. Ogni committente può personalizzare gli interventi di strip out secondo le sue specifiche necessità ed esigenze.

La demolizione selettiva tra laterizio e calcestruzzo viene ad esempio applicata solo in determinate circostanze, ad esempio in caso di struttura con portata di soletta limitata o di piani inferiori dove deve essere preparato lo strip out per una successiva ristrutturazione.

I vantaggi dello strip out

Il principale vantaggio dello strip out è quello di garantire una demolizione sicura ed effettuata con la massima professionalità. Non è quindi necessario far saltare in aria un edificio per demolirlo ma, laddove possibile, è sicuramente consigliabile procedere allo strip out.

Come già evidenziato tale intervento preserva la salute degli operatori, i quali rischiano di contrarre malattie di natura respiratoria (e non solo) se inalano per molto tempo sostanze dannose. Inoltre si previene la dispersione di sostanze pericolose che rischiano di arrecare danni all’ambiente circostante o ad altre persone che abitano nelle zone limitrofe.

La demolizione selettiva consente infine, tramite apposite procedure di riciclo, di recuperare diversi materiali riutilizzabili in un secondo momento. Il cemento ed i mattoni, ad esempio, possono essere sottoposti a specifici interventi di pulizia ed elaborazioni varie in modo da tornare riutilizzabili come nuovi.

In questo modo si possono avviare nuovi cicli produttivi all’interno del settore edilizio, garantendo un notevole risparmio economico.

Redazione Tecnica

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