Decreto liquidità, Ance: per le imprese edili servono misure “shock”

Tutto inefficace quello che è stato fatto per rimettere in moto il settore delle costruzioni. L’associazione propone l’immediata adozione di un Piano Marshall

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Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il settore delle costruzioni resta in attesa di provvedimenti che siano in grado di offrire soluzioni rapide e concrete alle esigenze di moltissime imprese, e continuano a mancare misure shock.

Queste le parole con cui si apre l’Audizione Ance alla conversione in legge del DL 8 aprile 2020 n. 23, recante misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici.

Alcuni cantieri stanno riaprendo (>> Decreto Fase 2, i cantieri riaprono il 27 aprile e il 4 maggio), e serve agire subito per il settore edile, pubblico e privato. Molti punti del decreto preoccupano in tal senso, dai mancati trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato, fino al rischio nell’acquisire ulteriori debiti con una scadenza del rimborso limitata a soli 6 anni.

Da tutte queste problematiche, al fine di rilanciare il lavoro, Ance propone il seguente “Piano Marshall” per l’Italia.

Decreto liquidità, Ance: per le imprese edili servono misure “shock”

Tra le misure proposte dall’associazione ci sono l’accelerazione dei pagamenti alle imprese, insieme a una forte iniezione di risorse nelle casse degli enti locali (annessa alla possibilità di spenderle in tempi rapidi e in assoluta trasparenza per infrastrutture sostenibili, senza dover ricorrere a procedure straordinarie). Occorre inoltre rendere efficiente, snello, rapido e trasparente il processo decisionale che sta a monte di ogni intervento sia pubblico che privato.

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«Sotto il profilo fiscale, il provvedimento, pur intervenendo su molteplici aspetti di natura formale e sostanziale, non incide in maniera determinante nella direzione di un sostegno reale alla liquidità delle imprese del settore delle costruzioni».

Ance segnala in particolare una valutazione negativa sulle norme regolanti il riconoscimento della sospensione dei versamenti fiscali e contributivi: andrebbe modificato infatti il meccanismo di verifica di mancata liquidità, previsto dall’art.18 del DL 23/2020, in base al quale sono sospesi i termini dei versamenti tributari e contributivi in autoliquidazione in scadenza nei mesi di aprile e maggio 2020.

«Il riconoscimento del beneficio si basa su un meccanismo di verifica della perdita di liquidità dell’impresa non affatto idoneo a rappresentare genericamente la perdita subita da tutti i settori produttivi, e ancor più inadeguato per le imprese del settore edile, che presentano una struttura patrimoniale, una dinamica finanziaria e soprattutto una redditività del tutto peculiari, non facilmente raffrontabili con i più diffusi indici e flussi finanziari e/o reddituali costanti.

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Quale soluzione proposta?

Ance propone di inserire come indicatore di mancata liquidità il confronto fra il fatturato registrato nel periodo 2020 di blocco totale o parziale delle attività, stimato mese per mese, confrontato con un valore corrispondente al fatturato medio mensile registrato nel 2019. Laddove questa diminuzione sia almeno pari al 33% (o al 50%, a seconda che i ricavi dell’impresa siano entro o oltre i 50 milioni di euro), sarà riconosciuta all’impresa la sospensione dei versamenti.

Inoltre richiede di sospendere:
–  per 6 mesi, la verifica sulla “Regolarità Fiscale” dei beneficiari di pagamenti della P.A. (art.48-bis, DPR 600/1973) che, alla luce della sospensione del versamento degli importi derivanti dalle cartelle esattoriali, nonché di quella concernente l’attività di accertamento e di notifica degli atti di pignoramento, è resa impossibile, determinando in sostanza il blocco dei pagamenti degli importi contrattuali;
–  sempre nel periodo 8 marzo-31 maggio, i termini connessi ai cd “Avvisi Bonari”, ossia le comunicazioni di irregolarità emesse dell’Agenzia delle Entrate a seguito di controlli automatici o formali sulle dichiarazioni dei redditi o IVA, che, ad oggi, non subiscono alcun rinvio, esponendo i contribuenti, in caso di mancato pagamento, al rischio di iscrizione “a ruolo” della somma non pagata.

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Fondo garanzia prima casa

Ance ritiene infine opportuno prevedere nel Decreto una modifica al Fondo di garanzia per la prima casa, innalzando la percentuale garantita in caso di mutui con un più elevato rapporto tra l’importo del finanziamento e il prezzo d’acquisto dell’immobile. In questo modo sarebbero sostenute le fasce più fragili della popolazione che potrebbero accedere, a costi contenuti, al mercato immobiliare, pesantemente colpito dagli effetti dell’emergenza sanitaria.

>> Leggi il testo dell’audizione dell’Ance su Dl liquidità

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Foto: iStock/Blue Planet Studio

Redazione Tecnica

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