Ordine di demolizione, quando vale la revoca o sospensione?

L’ordine di demolizione è una sanzione di tipo amministrativo, quando può essere pertanto revocato?

Scarica PDF Stampa

L’argomento, molto spesso riportato in auge nonostante sia ampiamente trattato a livello giurisprudenziale, è stato affrontato dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1540 del 3 marzo 2020. Il quesito è il seguente: l’ordine di demolizione è una sanzione di tipo amministrativo, quando può essere revocato?

Vediamo un elenco di ipotesi valide per la revoca dell’ordine di demolizione.

Ordine di demolizione, quando vale la revoca o sospensione?

La revoca dell’ordine di demolizione vale in presenza di:
– un permesso di costruire in sanatoria;
– una richiesta di sanatoria o di condono con accertamento da parte del giudice dell’esecuzione della sussistenza di elementi che facciano ritenere plausibilmente prossima l’adozione, da parte della Autorità amministrativa competente, del provvedimento di accoglimento (in questo caso si parla di sospensione dell’ordine di demolizione);
– un provvedimento della P.A. che conferisce all’immobile una diversa destinazione.

Leggi anche: Detrazione ristrutturazione per l’edilizia libera: facciamo chiarezza

Cosa afferma la nuova sentenza?

Il ricorrente aveva presentato ricorso per l’annullamento di un ordine di demolizione e il TAR aveva risposto che la mancanza della regolarità urbanistica dell’immobile comportava il rigetto della domanda di annullamento, in mancanza di alcun titolo edilizio relativo all’immobile sul quale erano stati realizzati i lavori oggetto del giudizio, e che era irrilevante la concessione in sanatoria presentata considerato il suo annullamento da parte della stessa amministrazione.

Il ricorrente aveva ottenuto l’annullamento della determina che aveva disposto l’annullamento della concessione edilizia in sanatoria, con separato ricorso al Consiglio di Stato. Quindi non risulterebbe corretta l’affermazione del giudice di prime cure secondo la quale l’immobile sarebbe privo di titolo edilizio.

Approfondisci anche: Il Bonus facciate non è cedibile

Cos’ha concluso il Consiglio di Stato?

Ha confermato che la proposizione di istanza permesso a costruire in sanatoria in relazione alle opere abusive oggetto dell’ordinanza di demolizione fa venire meno l’interesse alla decisione dell’odierno gravame e ancor prima all’originario ricorso di prime cure, considerato che, la presentazione dell’istanza di sanatoria, nei casi di accertamento di conformità o di condono, produce l’effetto di rendere inefficace il provvedimento sanzionatorio dell’ingiunzione di demolizione e, quindi, rende inefficace la sopravvenuta carenza di interesse.

Ti potrebbe interessare: Ance contro il Coronavirus: ecco una miniguida cui attenersi in cantiere

Foto: iStock PeopleImages

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento