Ritenute fiscali dei lavoratori in appalti e subappalti: cosa succede nei cantieri?

Come calcolare il peso della manodopera? Come comunicare le informazioni? Sono tanti i dubbi, dall’ambito di applicazione della nuova norma a quelli operativi. Ecco cosa dicono i Consulenti del lavoro

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Attenzione, con il 2020 sono entrate in vigore nuove misure di contrasto all’illecita somministrazione di manodopera che vedono modifiche alle regole su ritenute e compensazioni in appalti e subappalti.

Le misure introdotte hanno l’obiettivo di evitare il mancato pagamento delle ritenute fiscali, l’abuso delle compensazioni nonché l’evasione in materia IVA. A tal fine, infatti:
– sono previste nuove regole di pagamento delle ritenute fiscali dei lavoratori, controlli e responsabilità del committente;
– sono introdotti limiti alla compensazione mediante F24;
– è esteso il meccanismo dell’inversione contabile ai fini IVA.

Ma vediamo in dettaglio quali problematiche sono sorte subito con l’inizio dell’anno.

Ritenute fiscali negli appalti, ecco cosa succede nei cantieri

Da quanto emerge dal ricco approfondimento dei Consulenti del lavoro del 7 gennaio, sembra che la novità principale riguardi sia i committenti pubblici che privati, dunque gli imprenditori nel caso dei subappalti, ma che avrebbe un’applicazione molto più ristretta rispetto alla versione originaria. Quest’ultima prevedeva infatti che il committente sostituisse le imprese appaltatrici, versando al posto loro le ritenute fiscali, con l’obiettivo di contrastare l’evasione.

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Secondo il documento, per applicare le nuove regole devono ricorrere in contemporanea:
– appalto, subappalto o rapporto negoziale superiore a 200 mila euro;
– utilizzo prevalente di manodopera;
– svolgimento presso la sede del committente;
– utilizzo di beni strumentali di proprietà o messi a disposizione da quest’ultimo.

Dunque praticamente tutte le opere pubbliche sarebbero escluse. Citando le parole di Sergio Giorgini, vicepresidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro, «Secondo noi, la stretta dei controlli sulle ritenute fiscali si applica solo ai contratti che rispettano tutte queste condizioni. Quindi se manca anche solo uno dei requisiti la misura non è applicabile».

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Cosa ne pensano i costruttori?

L’Ance dichiara che «[…] l’intenzione del legislatore è stata proprio quella di restringere l’ambito di applicazione della misura nel passaggio dalla prima alla seconda versione del decreto». È con la nuova formulazione che l’obiettivo è stato raggiunto raggiunto, e che si limiterebbe l’applicazione ai contratti di servizi con utilizzo prevalente di manodopera e a pochi lavori di manutenzione.

Sempre dall’Ance: «Serve anche una proroga, è praticamente impossibile applicare da subito queste misure con questo livello di incertezza».

Vedremo se Entrate chiarirà i dubbi tramite una circolare, specie per l’interpretazione dell’articolo 4, ma anche un aiuto per definire l’ambito di applicazione della norma e tutti gli altri dubbi operativi. A partire da come calcolare il peso della manodopera (costo o valore) fino a definire le modalità di comunicazione delle informazioni.

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Redazione Tecnica

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