Legge di Bilancio 2020: addio forfettario allargato

Nella lettera di risposta ai rilievi della Commissione UE sulla Legge di Bilancio per il 2020, il Governo dà l’addio al regime forfettario allargato: si torna al passato.

Lisa De Simone 25/10/19
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Aliquota al 15% confermata fino a 65.000 euro ma tornano i vincoli per l’accesso.

Le novità sono state messe nero su bianco dal Governo nella lettera di risposta ai rilievi della Commissione UE sulla Legge di Bilancio per il 2020. E niente tassa piatta sopra i 65.000 euro.

Forfettario, nessuna revisione per calcoli e aliquote

Tra le novità indicate dal governo la prima è certamente una buona notizia: non ci sarà alcun passaggio obbligatorio al regime analitico per i conteggi, ma sono mantenute tutte le semplificazioni che caratterizzano attualmente il forfettario. E non cambia neppure l’aliquota. Tutti i professionisti potranno quindi continuare ad applicare la tassa piatta al 15%, o al 5% per chi inizia una nuova attività, sul 78% del reddito incassato, dato che l’abbattimento forfettario per la categoria è al 22%. Resta anche, ovviamente, l’esenzione dall’applicazione dell’IVA sulle fatture e si manterrà l’esonero dalla ritenuta d’acconto quando il committente è diverso da un soggetto privato.

Salvo sorprese dell’ultima ora sarà mantenuta anche l’esenzione dall’obbligo di fatturazione elettronica, tranne che per il caso di prestazioni effettuate nei confronti della pubblica amministrazione.

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Torna la soglia massima per spese di personale e beni strumentali

Fin qui le buone notizie. Con le modifiche che il governo ha preannunciato, però, ci saranno più vincoli sia per poter accedere che per poter mantenere questo regime. Si torna, infatti, a prevedere un limite di spesa per il personale e per i beni strumentali. Chi dovesse superare la soglia prevista per queste spese sarebbe obbligato a passare al regime IVA ordinario. Secondo le indicazioni la soglia sarà fissata a 20.000 euro.

Stop all’accesso per chi ha un lavoro o una pensione oltre i 30.000 euro?

Al di là di quanto indicato nella lettera, peraltro, si parla anche della possibilità di porre limiti all’accesso per chi ha anche un reddito da lavoro dipendente o da pensione. In questo caso dovrebbe essere ripristinata la soglia dei 30.000 euro lordi al di sopra della quale non è consentito aprire una partita IVA in regime forfettario.

Niente forfettario sopra i 65.000 euro

Infine è certo che non potranno invece accedere al regime i professionisti con redditi oltre i 65.000 euro. Il governo, infatti, ha deciso di cancellare le norme che avrebbero previsto la possibilità di applicare una tassa piatta al 20% per i ricavi da 65.000 a 100.000 euro.

 

Lisa De Simone

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