Piano casa alias rinascita urbana: ecco il Grande Balzo avanti italiano

Un piano da un miliardo. È una delle novità previste nella Legge di bilancio, voluta dalla ministra De Micheli, che nelle ultime dichiarazioni (e tweet) si è autoincensata paladina della rigenerazione urbana e del residenziale pubblico. Caciara da social o 280 caratteri di verità?

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«Qui sorgerà una città antica, nuova di zecca». Quest’affermazione apparentemente paradossale è di Geng Yanbo, sindaco della città di Datong dal 2008 al 2013, ed è riportata nel documentario del 2015 The Chinese Mayor.

Geng, una volta giunto nella polverosa e inquinatissima città di oltre tre milioni di abitanti nella provincia settentrionale dello Shanxi, sogna di riscattarla e rilanciarla come esempio della grande rinascita urbana cinese, pianificando grandi interventi, che passano dalle infrastrutture all’edilizia residenziale.

La vicenda di Datong (ndr dobbiamo lo spunto al contributo di Federico de Matteis per la rivista Limes di ottobre 2018) ben si adatta alle visioni “rivoluzionarie” del nuovo Governo italiano, e Geng Yanbo potrebbe assumere le sembianze della neo ministra alle infrastrutture De Micheli (senza voler entrare nell’ambito estetico, di genere o che sia).

Continuiamo con l’analogia, e vediamo se l’ipotesi di associare i piani quinquennali cinesi – dai tanti limiti non solo etici però, a onor del vero, programmati con stecca e squadra –  al piano pluriennale italiano (previsto dalla legge Legge di Bilancio 2020), sarà dimostrata.

Piano casa e rinascita urbana, cosa ci aspetta?

Il programma pluriennale per la riqualificazione e l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica e sociale e la rigenerazione urbana, comprenderà misure sia nel dl fiscale che in manovra, per un totale di un miliardo.

I fondi saranno cumulabili con misure come il sismabonus e l’ecobonus che saranno prorogati, così come la cedolare secca per gli affitti. Possibili soluzioni, inoltre, per sfruttare meglio i palazzi provati invenduti, sostenere le famiglie in affitto, avviare cantieri nei piccoli comuni.

Leggi anche: Ristrutturazioni 2020 e Ecobonus 2020 confermati, Bonus Mobili no

Chi finanzierà il Piano Casa?

A cofinanziare il piano casa ci saranno le Regioni e risorse private: una parte «consistente», spiega il Governo, andrà a finanziare il «fondo di sostegno alla locazione, per agevolare l’accesso all’affitto per le famiglie in difficoltà. Le risorse – si specifica – arriveranno direttamente alle famiglie attraverso la definizione di graduatorie comunali aggiornate ogni tre mesi».

Solo “case”?

No, in quanto si parla di riqualificazione urbana ad ampio spettro, con interventi pensati per «far rinascere interi quartieri nelle città medie e grandi» attraverso un mix di interventi.

Il piano prevede lo «sviluppo di dotazioni urbane e di servizi connessi all’abitare come il primo soccorso, il medico e piccolo commercio, gli spazi collettivi e relazionali; la riconversione di immobili e spazi oggi inutilizzati pubblici e privati; la manutenzione straordinaria; il miglioramento sismico, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica con la trasformazione di edifici da tradizionali a intelligenti, fibra ottica e incremento della domotica; il co-house, gli spazi di socializzazione all’interno dei condomini, residenze temporanee destinate a studenti».

Altro?

Rilancio per i Piccoli Comuni

Verrà rifinanziato e migliorato l’accesso al «Fondo Piccoli Comuni» rendendo ancora più veloce la realizzazione degli interventi già cantierabili.

Detrazioni fiscali: quali prospettive?

Prevista la proroga per sismabonus, ecobonus e cedolare secca. Bonus mobili e bonus verde? Ne parliamo approfonditamente in queste pagine speciali:
Sismabonus 2018-2021
Ecobonus 2020
Detrazione 50% Ristrutturazioni 2020
Bonus verde

Come si accederà ai fondi del Piano Casa?

Sarà indetto un bando pubblico del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e la valutazione dei progetti da parte di una commissione composta da esperti dalla elevata professionalità. Il finanziamento massimo che potrà essere richiesto al ministero è di 20 milioni di euro per ciascun progetto.

Chi avrà priorità di intervento?

Sicuramente i comuni con situazioni di marginalità economica e sociale importanti, degrado edilizio e carenza di servizi, oltre a spazi consistenti e inutilizzati da riqualificare.

Aspettiamo dunque di completare la nostra dimostrazione e verificare se l’Italia è pronta al Grande Balzo avanti!

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