Perchè la Pianura Padana è la più inquinata d’Europa?

Nonostante i passi avanti degli ultimi anni, non possiamo ancora dire di aver tracciato la strada definitiva per far rientrare il Bacino Padano nei limiti di sicurezza.

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La Pianura Padana è maglia nera a livello europeo per l’inquinamento dell’aria. Ma enti locali, cittadini e comunità scientifica stanno cercando di mitigare il problema. I risultati della ricerca scientifica dimostrano che scelte di produzione, consumo e comportamento dovrebbero evolvere, ma spesso i cambiamenti non attecchiscono, non arrivano in maniera abbastanza rapida alla popolazione e di conseguenza anche alla domanda-offerta di mercato.

La mancanza di queste informazioni non muove la cultura a un passo abbastanza rapido per invertire la rotta nelle emergenze ambientali, perciò dobbiamo iniziare a prenderci cura dell’area in cui viviamo, ma come?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica continuamente dati e ricerche che ci aiutano ad indirizzare le scelte perché, mentre aspettiamo che industria e governo miracolosamente capiscano cosa si guadagna con l’etica, ricordiamoci che siamo noi a comprare e votare, così come siamo noi a inquinare senza nemmeno saperlo, nella maggior parte dei casi. Spesso, sommessamente, il mondo scientifico ce lo ricorda, di fronte alla scarsa qualità dell’informazione: “quando capiremo il problema?“. Ecco che il nostro apporto è quello di rendere sempre più accessibili i risultati di ricerche e linee guida che aiutino a fare scelte il più consapevoli possibile.

L’inquinamento atmosferico è un grave rischio ambientale per la salute. Riducendo i livelli di inquinamento atmosferico, i paesi possono ridurre il carico di malattie quali ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e malattie respiratorie, sia acute e croniche, tra cui l’asma. Più basso è il livello di inquinamento atmosferico, migliore è la salute cardiovascolare e respiratoria della popolazione, sia a lungo che a breve termine. Le “Linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS” forniscono una valutazione degli effetti sulla salute e le soglie per i livelli nocivi di inquinamento atmosferico.

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Fonte: Concentrazione di diossido di azoto troposferico (Le Scienze)

Il Rapporto 2019 dell’Agenzia Europea dell’ambiente

Perchè la Pianura Padana è ridotta male?

Un rapporto pubblicato nel 2019 dall’Agenzia europea dell’ambiente mostra che il Bacino Padano, ovvero l’area compresa tra la catena alpina, l’Appennino settentrionale e il mare Adriatico, è maglia nera per la concentrazione di queste sostanze inquinanti.

La situazione preoccupante è dovuta in particolare alla conformazione orografica del Bacino Padano. Il problema non è che vengono emesse molte più sostanze inquinanti rispetto agli altri paesi ma che in un’area come la Pianura Padana è più complesso “diluire” queste alte concentrazioni a causa di uno scarso movimento dell’aria.

Tra i principali inquinanti atmosferici ci sono il PM10 e il più pericoloso è PM2,5. Si tratta di sostanze prodotte principalmente dalla combustione dei motori a scoppio degli autoveicoli, dall’usura dei freni e pneumatici e dal riscaldamento domestico e industriale, centrali per la produzione di energia comprese.

Come mitigare il problema?

Gli sforzi per mitigare il problema devono andare in due direzioni: da un lato ridurre le emissioni, dall’altro ragionare da subito su come “smaltire” meglio l’inquinamento che produciamo.

Per farlo serve una mappatura precisa della qualità dell’aria nel Bacino Padano e le regioni stanno già collaborando attivamente per affrontare il problema. Nel 2017, tutte le Regioni che compongono il bacino insieme alle relative Agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA) e alle città di Milano, Torino e Bologna, hanno creato PREPAIR. È un progetto finanziato dall’Unione Europea che durerà sette anni, con l’obbiettivo di realizzare le misure previste dai piani regionali.

Fino al 2024 il PREPAIR monitorerà in modo coordinato e omogeneo l’attuazione e i risultati delle  azioni per la qualità dell’aria nel Bacino Padano.

Del progetto fanno parte Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, con le relative ARPA, oltre all’Agenzia dell’ambiente della Slovenia, che vive problemi di inquinamento simili a quelli della Pianura Padana, i Comuni di Bologna, Milano e Torino, ERVET (Emilia Romagna valorizzazione economica territorio SpA) e Fondazione Lombardia per l’ambiente.  Gli indicatori usati da PREPAIR permetteranno di avere il quadro degli strumenti attivati per mettere in atto politiche delle risorse finanziarie usate, degli impatti concreti sul territorio e della riduzione di emissioni inquinanti.

In particolare saranno monitorate misure già pianificate dalle Regioni tramite i propri piani per la qualità dell’aria e l’accordo per il Bacino Padano, insieme alle azioni attivate da PREPAIR che riguardano tutti i settori che hanno un impatto: agricoltura, combustione delle biomasse, mobilità, industria ed efficienza energetica del patrimonio immobiliare residenziale e commerciale.

Grazie alla modellistica più recente e alla sinergia con le ARPA regionali, gli scienziati che si occupano dell’inquinamento nella Pianura Padana sanno già di quanto potrebbero essere abbattute le emissioni nel complesso, mettendo in atto tutte le strategie previste dall’ accordo per il bacino e dai piani regionali e locali. Si stima un abbattimento delle emissioni di biossido di azoto dalle 380.000 tonnellate prodotte nel 2013 alle 230.000 di fine progetto (nel 2024).

Accanto a questo progetto catalizzatore ci sono molte iniziative locali, come scelte civiche e progetti di ricerca, portate avanti dalle ARPA e dalle università. E per molte di queste iniziative si vedono già i primi risultati positivi.

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Pianura Padana: l’accordo del 2017

In cosa consiste?

Nel 2017, oltre a rinuirsi sotto l’egida del PREPAIR, vista la gravità della situazione, le regioni del Bacino Padano hanno siglato con il Ministero dell’ambiente un nuovo accordo per il Bacino Padano (il precedente risaliva al 2013). L’accordo prevede una serie di impegni da parte da parte delle regioni, nel solco Decreto Legislativo n. 155 del 13 agosto 2010 sulla qualità dell’aria in Europa, con obiettivo di stabilire nuove misure e divieti in particolare per il settore dei trasporti, dell’agricoltura e della combustione di biomassa per il riscaldamento.

Alberi, un interessante ambito di ricerca

Non va dimenticato che emissioni e inquinamento respirato sono due aspetti due aspetti diversi dello stesso problema e un interessante ambito di ricerca che prende piede riguarda l’impatto delle barriere vegetali a bordo strada (alberi) per mitigare l’esposizione della popolazione agli inquinanti. Presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca si sta mettendo a punto un progetto di messa a dimora di barriere vegetali fra la strada e la pista ciclabile per la ridurre la quota di polveri sottili.

Un’iniziativa simile è in corso anche a Bologna, nell’ambito del progetto ISCAPE di Horizon 2020. Sempre a Bologna e sempre all’interno di ISCAPE è in corso una sperimentazione innovativa sull’uso delle vernici fotocatalitiche, che grazie all’azione dei raggi solari accelerano le reazioni chimiche di interesse, per abbattere le concentrazioni di inquinanti.

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Conclusioni?

Nonostante i passi avanti degli ultimi anni non possiamo ancora dire di aver tracciato la strada definitiva per far rientrare il Bacino Padano nei limiti di sicurezza per l’ inquinamento dell’aria. Nei prossimi anni sarà la ricerca a dirci quanto ogni singola azione impatterà sull’aria che respiriamo.

Nel frattempo, possiamo dire che i mattoni per lastricare questa strada sono pronti e che tutte le parti coinvolte, dalle regioni alle università, dalle agenzie regionali per l’ambiente fino ai piccoli comuni e ai cittadini stessi, si rendono conto di quanto sia fondamentale agire in fretta?

Patrizia Cinquina

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