Decreto FER in vigore: la rimozione dell’amianto conviene

Decreto FER quali sono gli impianti fotovoltaici incentivabili? E le tariffe? Come funziona la rimozione dell’amianto? Perchè è favorito l’autoconsumo?

Davide Galfrè 02/09/19
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È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica del 9 agosto 2019 il “Decreto Fonti Rinnovabili” che prevede l’incentivazione della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici con facilitazioni per chi contestualmente rimuove l’amianto dalla copertura. Si era già parlato dello stesso argomento nel precedente articolo di maggio, ma adesso la notizia è ufficiale e non solo più una supposizione. Il decreto è infatti in vigore dal 10 agosto.

Decreto FER: impianti fotovoltaici incentivabili, tariffe, rimozione amianto, autoconsumo

Quali impianti fotovoltaici sono incentivabili?

Gli impianti oggetto di incentivazione non potranno essere realizzati a terra, salvo nei casi di impianti su cave dismesse o a copertura di discariche, bensì sui tetti già esistenti e devono rappresentare delle nuove realizzazioni, mentre solo in rari casi (da verificare meglio di volta in volta) sono ammessi all’incentivo i potenziamenti dell’impianto già esistente.

Quali sono le tariffe?

L’incentivo consiste nel pagamento garantito per 20 anni dell’energia elettrica prodotta dal fotovoltaico installato a una tariffa agevolata pari per impianti fino a 100 KwP A 10,5 centesimi per ogni kWh di energia prodotta da impianti fino a 100 kW. Per impianti di potenza superiore, la tariffa sarà leggermente più bassa: la tariffa dipenderà dalla potenza dell’impianto e dal ribasso proposto in fase di richiesta di incentivazione.

In cosa consiste l’incentivo se rimuovo anche l’amianto?

Per chi rimuovesse l’amianto dalla copertura per poi installare l’impianto fotovoltaico, inoltre, è previsto un ulteriore premio di 12 € per ogni MWh prodotto; in quest’ultimo caso si dovrà dimostrare di aver effettivamente rimosso l’amianto e la superficie dei pannelli fotovoltaici non dovrà superare quella dell’amianto rimosso.

Premio per l’autoconsumo

In aggiunta ai prezzi indicati in precedenza si segnala altresì il premio di 10 € per ogni MWh che riceverà chi autoconsumerà almeno il 40% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico.

Insomma, chiunque volesse investire nel fotovoltaico in copertura lo può fare, ma saranno maggiormente favoriti i tetti da cui si rimuove l’amianto e gli impianti in cui l’energia prodotta sarà autoconsumata.

Decreto FER, come si fa per usufruire dell’agevolazione

Per fruire dell’agevolazione si dovrà fare una richiesta telematica al GSE (l’ente che gestisce l’erogazione degli incentivi) che successivamente pubblicherà una graduatoria mostrante le domande di incentivi che sono state accettate e per le quali si dovrà procedere con la presentazione della pratica comunale per l’inizio dei lavori (SCIA o Permesso di Costruire) per poi ultimare i lavori stessi entro 19 mesi e accatastare l’impianto fotovoltaico (ricordando il metodo di accatastamento degli “imbullonati” per diminuire le rendite catastali e le imposte da esse derivanti).

Decreto FER: la rimozione dell’amianto conviene

Detto che da un punto di vista della salubrità e della sicurezza sui luoghi di lavoro è sempre consigliabile procedere con la rimozione dell’amianto, bisogna anche considerare l’aspetto economico che potrebbe trasformare il problema dell’amianto in una possibilità di investimento ventennale garantito.

I casi da analizzare sono almeno due, dunque:

  • il proprietario di un capannone/stalla/tettoia intende rimuovere l’amianto dalla copertura e realizzare l’impianto fotovoltaico a proprie spese;
  • il proprietario vorrebbe rimuovere l’amianto e installare il fotovoltaico ma per farlo ha bisogno che qualcun altro investa sul suo tetto.

Caso 1. Il proprietario del tetto può liberamente decidere di rifarlo a proprie cure e spese, sapendo che a fronte dei costi iniziali derivanti dal rifacimento del tetto e dall’installazione del fotovoltaico deriverà una rendita garantita per almeno vent’anni che ripagherà i costi sostenuti producendo anche un discreto guadagno a seconda dei casi (in linea generale si può stimare che si possa rientrare dei costi sostenuti in circa 8/12 anni, a seconda dei casi).

Caso 2. Viceversa, se il proprietario del tetto non fosse nelle condizioni di potersi sobbarcare i costi del rifacimento del tetto (qualunque sia il motivo), si può pensare di disporre della copertura in locazione o in comodato gratuito a un soggetto terzo che investa sul suo tetto rimuovendo l’amianto e installando il fotovoltaico.

In tal caso il proprietario del tetto potrebbe non avere alcuna spesa da sostenere, si troverà con il tetto nuovo, ma non godrà della rendita che il fotovoltaico produrrà negli anni a venire che invece spetterà a chi ha di fatto sostenuto la spesa. Si tratta di un investimento che mira a un ritorno economico e, pertanto, ogni situazione e ogni tetto non è classificabile in un articolo come questo, ma si dovrà valutare di caso in caso le reali possibilità di trovare qualcuno disposto ad eseguire l’investimento.

Quando non conviene economicamente?

Ad esempio, tetti troppo piccoli (sotto i 400 mq) risultano sfavorevoli per un investimento economico poiché produrrebbero poca energia da fotovoltaico; o ancora tetti in amianto sostenuti da strutture molto vecchie con centine e capriate da sostituire risultano sfavorevoli per un investimento economico poiché i costi del rifacimento del tetto risulterebbero troppo elevati.

Questi sono solamente degli esempi, ma risultano utili per far capire come non sempre l’intervento di rimozione amianto e installazione fotovoltaico porti a un guadagno ragionevole per chi investe. Per questo, è importante farsi fare almeno uno studio preventivo per valutare la reale possibilità di realizzare l’opera senza che diventi una spesa più grande di quello che il fotovoltaico potrà rendere in futuro oppure con una rendita può bassa di quanto sperato.

In molti altri casi, dove le strutture sono buone, l’esposizione solare ampia e la metratura di grosse dimensioni, allora si potrebbe trattare di un validissimo investimento.

Ma l’amianto è da rimuovere…

Invece se si tralasciasse il lato meramente speculativo e si pensasse al rinnovo del proprio capannone/stalla/tettoia coperto in amianto, materiale che prima o poi si dovrà certamente rimuovere, allora l’intervento è sicuramente da fare.

Riflettendoci: sapendo che l’amianto sarà prima o poi da rimuovere, non sempre capiterà di avere la possibilità di un incentivo che possa aiutare il proprietario a ripagarsi le spese e siamo noi tecnici, prima ancora degli investitori o degli installatori di impianti, che dobbiamo diffondere la notizia perché tutti possano sfruttare al meglio questa opportunità.

Clicca qui per accedere alla pagina del GSE su come accedere agli incentivi

 

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Davide Galfrè

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