Come ingoiare una delibera condominiale in un sol boccone

Condannato un settantunenne a Roma che nel corso di un’assemblea ha prima strappato, poi ingoiato, il foglio contenente l’approvazione dei lavori tanto sgraditi (o meglio, indigesti)

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Roma, zona Torrino, durante l’assemblea condominiale uno degli astanti, contravvenendo ogni regola che conferisce all’anzianità giudizio e lentezza di movimenti, si alza, e con abilità predatoria divora l’appena discussa delibera per i lavori degli ambienti comuni.

A sorprendere tutti è la “bravura” del settantunenne: un gesto irrazionale e impulsivo, perfettamente eseguito. Azione premeditata? Di reato, comunque, si tratta. Per quale motivo, ve lo raccontiamo di seguito.

Delibera condominiale, ingoiarla è reato

A quanto pare mangiare carta non fa bene né allo stomaco (che in qualche modo però, grazie a tutti i suoi intrugli biliari, se la cava), né alla “fedina penale”. L’uomo infatti, dopo aver letteralmente ingoiato il verbale con il quale l’assemblea avrebbe dato il via libera a un lavoro condominiale, oltre a sborsare i soldi per la ristrutturazione non voluta, ha dovuto pagare l’avvocato per una lunga querelle penale che lo ha portato fino in Cassazione, dove è arrivata la condanna per violenza privata.

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Per l’uomo è scattata una condanna della Corte d’Appello controfirmata dai giudici di piazza Cavour (sentenza 34800). La difesa ha tentato l’arma della negazione di violenza privata per aver distrutto l’atto, dato che la mozione era comunque passata e l’assemblea aveva già approvato i lavori.

Dopo il “pasto” infatti, è dovuta intervenire anche la Polizia, perché l’anziano condomino ha inaspettatamente continuato la “pantomima” spintonando un avversario fautore della ristrutturazione.

Cosa hanno dichiarato i giudici?

I giudici negano la non punibilità che vale data la particolare non gravità del fatto. Per la Cassazione infatti, le modalità della condotta minacciosa e violenta non permettono di riconoscere un beneficio, che in genere viene negato soprattutto a chi perpetua reato.

Di fatto, nonostante la naturalezza con cui l’anziano condomino ha compiuto l’atto, è stata la prima volta a succedere. Per la Corte Suprema l’uomo ha in ogni caso costretto i partecipanti dell’assemblea condominiale a tollerare quantomeno la sospensione dei lavori, e a chiamare la polizia e poi redigere nuovamente il verbale strappato.

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Quanto ha dovuto pagare il “colpevole”?

In tutto 8.500 euro: 3 mila euro per la cassa ammende, 3 mila per una parte civile e 2 mila e 500 per un’altra ancora. La prossima volta forse, gli converrà optare per un’intonsa risma di A4, anche quella in lino color avorio gli costerebbe meno.

Redazione Tecnica

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