Il Ddl Morassut scatena i professionisti tecnici. Perché?

Rigenerazione urbana, consumo di suolo, mixité funzionale… parole parole parole quelle sfoggiate nella proposta di legge del deputato Morassut. Ecco i commenti sul ddl che hanno movimentato la Rete professioni tecniche

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Roma, 26 giugno 2019, Commissione VIII Ambiente, Camera dei Deputati. Audizione sulla proposta di legge Princìpi generali in materia di rigenerazione urbana nonché di perequazione, compensazione e incentivazioni urbanistiche (AC 113 Morassut).

RPT non abbocca alla moltitudine di belle parole riportate nel ddl. Ma che succede per davvero? Perché la Rete Professioni Tecniche, ieri in audizione, si è pronunciata con toni così pesanti sulla proposta di legge? E perché tutto ciò dovrebbe interessare noi e chi quotidianamente si occupa di edilizia, gestione del territorio, riqualificazioni e ambiente?

Vediamo assieme i principali punti del ddl Morassut e quanto hanno proposto i professionisti tecnici. Secondo noi, sono tutte critiche costruttive, e RPT non si lascia abbindolare facilmente…

Ddl Morassut e professionisti tecnici, qual è il problema?

Condividiamo le finalità generali della proposta di legge […] e subito ci si aspetta un MA.
Di fatti, ecco cosa ha proposto la Rete delle Professioni Tecniche (RPT), che ritiene che una proposta di legge con l’ambizione di diventare una nuova legge quadro per il governo del Territorio, debba contenere determinati elementi, di cui riportiamo quelli più rilevanti:
– l’utilizzo dei temi elencati dall’Agenda Urbana Europea (Patto di Amsterdam) all’interno della Strategia Urbana Nazionale;
– la consapevolezza dell’importanza delle parti storiche delle città e dei territori e la necessità di una loro specifica valorizzazione sotto il profilo ambientale, sociale, culturale ed economico, in coerenza con le relazioni che essi svolgono nei confronti delle altre parti;

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– formalizzazione del concetto di “Bene comune” applicato a quegli ingredienti dell’organismo urbano che, a prescindere dalla loro proprietà o uso, contribuiscono alla qualità della vita dei cittadini (è bene comune la qualità dell’ambiente urbano come prodotto degli spazi viari, degli spazi aperti, della qualità delle costruzioni, delle infrastrutture verdi e blu ecc);
– la necessità di una Strategia Urbana di medio termine da affiancare a proposte mirate al breve periodo;

– la necessità di una Cabina di Regia in capo alla Presidenza del Consiglio che coordini le necessarie risorse che dovranno essere programmate e inserite nelle Leggi di Bilancio annuali;
– necessità di coordinamento tra norme statali e norme Regionali;
– necessità di definire specifiche tipologie di interventi che classifichino i diversi interventi di rigenerazione.

Ribadiamo che questi sono soltanto alcuni dei punti riportati alla Camera da parte di RPT, ma sono esplicativi delle rimostranze e delle perplessità che si sono scatenate sul ddl Morassut.

Cosa vogliono quindi i Professionisti tecnici?

Citando le parole tratte dal documento e dal comunicato stampa (scaricabili a fine articolo), per i Professionisti tecnici serve una nuova stagione che persegua una efficace e corretta evoluzione e gestione dei nostri territori e che abbia l’obiettivo di strutturare iniziative capaci di ricondurre alla persona le regole e le dinamiche legate alle città e ai territori, ritenendo che la qualità dello spazio in cui si svolgono le nostre vite sia di primaria importanza e in grado di generare sviluppo soprattutto attraverso la cultura.

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La proposta che non piace a RPT sembra infatti non tener conto che gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dal progressivo abbassamento della qualità della vita nelle periferie dei centri urbani, da un incontrollato consumo di suolo, da centri urbani sfrangiati che hanno invaso la campagna sottraendo terreno all’agricoltura, e che hanno compromesso irrimediabilmente il paesaggio, il patrimonio culturale e il segno identitario della nazione.

A questo proposito ritengono siano da tenere presenti le positive e vincenti esperienze delle Capitali Verdi europee e degli Ecoquartieri, esempi di rinnovamento del governo del territorio coerenti con le nuove esigenze di città vitali, sicure, sostenibili e sane.

Perché si continua a “costruire” su terreni liberi?

Nel Documento si sottolinea come partendo dal presupposto che rigenerare è molto più oneroso che costruire sul nuovo e che è quindi indispensabile ribaltare il sistema delle convenienze che tuttora privilegia l’edificazione su terreni liberi, piuttosto che la rigenerazione degli ambiti urbani degradati, è necessario prevedere, accanto ad un quadro di regole trasparenti, un sistema di convenienze che garantiscano la “sostenibilità economica” dell’intervento.

Purtroppo – sottolinea RPT – il panorama legislativo di questi ultimi anni è costellato da disegni di legge su consumo di suolo, su agevolazioni fiscali, su proposte di deroga a parametri, che, approcciando la materia territoriale sempre in maniera parziale, senza una visione strategica proiettata almeno al 2050 dello sviluppo delle città e dei territori, non riescono ad incentivare una vera azione di rilancio urbano. Né l’agenda politica nazionale lascia intravvedere un cambiamento di rotta in questo senso.

La grande sfida sarà trasformare queste parole in atti, perché da subito, nei prossimi mesi, si capirà meglio se le nostre città e i nostri territori assomiglieranno più all’incubo di Philip K. Dick e alla sua Blade Runner, oppure alle città ideali disegnate e sognate nel Rinascimento. Il futuro però è così vicino che il 2019 in cui era ambientato il famoso libro è arrivato, e noi, non abbiamo ancora fatto nulla.

Scarica qui i documenti completi
– Proposta legge Morassut-113-2
– Nota RPT audizione 26.06.2019
– Comunicato stampa RPT con posizione ddl Morassut

Redazione Tecnica

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