Resistenza al fuoco: le caratteristiche dei materiali da costruzione

In un nuovo documento Inail, la normativa europea che fissa le condizioni di resistenza al fuoco per i materiali e i prodotti da costruzione

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L’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, il 19 aprile scorso ha divulgato una pubblicazione, che puoi consultare qui, in cui vengono descritte applicazioni utili allo studio della resistenza al fuoco di alcuni elementi costruttivi realizzati con i materiali maggiormente in uso.

Resistenza al fuoco: utilità del documento Inail

Tale pubblicazione tuttavia ha un semplice scopo divulgativo e “non costituisce in alcun modo una linea guida né un canone interpretativo vincolante”, come viene specificato al suo interno. In essa vengono trattati casi studio che non si riferiscono a situazioni reali, bensì ipotizzate dagli autori a soli fini esplicativi. All’interno della pubblicazione viene presa in considerazione tra le altre cose la normativa europea che fissa le condizioni per la commercializzazione dei prodotti da costruzione.

Riferimenti di normativa europea

Il Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR, UE) n. 305/2011 è entrato in vigore il 1° luglio 2013 e ha sostituito la Direttiva 89/106/CEE sui prodotti da costruzione (CPD) recepita in Italia con il d.p.r. n. 246 del 21 aprile 1993; in base al Regolamento, per permettere una durata di servizio economicamente adeguata, i prodotti da costruzione devono essere dotati di specifici requisiti relativi a:

  1. resistenza meccanica e stabilità;
  2. sicurezza in caso di incendio;
  3. igiene, salute e ambiente;
  4. sicurezza e accessibilità nell’uso;
  5. protezione contro il rumore;
  6. risparmio energetico e ritenzione del calore;
  7. uso sostenibile delle risorse naturali.

Bisogna ricordare che solo i materiali conformi ai requisiti del Regolamento CPR e delle corrispondenti Norme Armonizzate possono riportare la marcatura CE ed essere quindi immessi sul mercato nei Paesi dello Spazio Economico Europeo. Importante è che i materiali abbiano delle caratteristiche di resistenza al fuoco tali che in caso di incendio:

  1. la capacità portante dell’edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato;
  2. la generazione e la propagazione del fuoco e del fumo al loro interno siano limitate;
  3. la propagazione del fuoco a opere di costruzione vicine sia limitata;
  4. gli occupanti possano abbandonare gli edifici o essere soccorsi in altro modo;
  5. si tenga conto della sicurezza delle squadre di soccorso.

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Resistenza al fuoco dei materiali: le caratteristiche

Quindi, per garantire un adeguato livello di sicurezza di un’opera da costruzione in condizioni di incendio, i materiali devono essere dotati di una “certa” resistenza al fuoco. La resistenza al fuoco rappresenta la capacità portante per una struttura, una sua parte o per un elemento strutturale di resistere per un determinato tempo alla tenuta e all’isolamento durante l’incendio.

Il fattore tempo

La “Normativa REI” distingue le classi di resistenza al fuoco sulla base del tempo (in minuti) durante il quale viene garantita la resistenza al fuoco; esse vanno da 10 a 360.

Gli Eurocodici (EC)

La capacità portante

Per quanto riguarda il calcolo e la verifica di resistenza al fuoco la normativa italiana fa riferimento all’applicazione degli Eurocodici (EC) e alle relative appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale (NDP), che attualmente sono in via di revisione. Le parti degli EC strutturali relative al fuoco (le parti 1-2) affrontano aspetti di verifica della capacità portante in condizioni di incendio e aspetti inerenti la compartimentazione.

La progettazione delle strutture

La progettazione di strutture resistenti al fuoco può essere svolta attraverso un procedimento analitico considerando il comportamento del sistema strutturale a temperature elevate, il potenziale flusso di calore a cui la struttura potrebbe essere esposta durante l’incendio e l’effetto dei sistemi di protezione attiva e passiva. Mediante ciò è possibile dimostrare che la struttura o i suoi componenti forniscono una prestazione soddisfacente in un incendio reale di un edificio.

Secondo la parte 1-2 dell’EC1 è possibile utilizzare due procedimenti alternativi di progettazione: l’approccio prescrittivo e quello prestazionale. Nel primo si fa riferimento a norme specifiche (verticali) che impongono determinati prerequisiti di resistenza al fuoco in funzione della destinazione d’uso dei locali (utilizzo delle curve nominali), nel caso prestazionale invece la normativa è basata su obiettivi di resistenza al fuoco dichiarati esplicitamente dal normatore e presuppone un’analisi termo strutturale avanzata (utilizzo delle curve naturali).

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Antonietta Puma

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