Ventilare senza disperdere calore: come tenere basso il parametro Qv

La perdita di energia dovuta al ricambio d’aria l’abbiamo sempre considerata uno spreco inevitabile. Ora non è più cosi.

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In tutti gli edifici e, a maggior ragione in una scuola, è necessario ricambiare correttamente l’aria affinché si possa raggiungere e conservare un elevato comfort abitativo che aiuta a mantenere viva l’attenzione e la concentrazione degli studenti. Per ottenere un elevato benessere ambientale è necessario tenere regolata la temperatura, l’umidita relativa, la concentrazione di CO2 e smaltire l’aria ormai esausta. Tutte queste funzioni vengono svolte dal ricambio costante dell’aria.

Ventilazione naturale: la conseguenza negativa

Ma il ricambio naturale dell’aria si porta con sè anche una conseguenza negativa: quando smaltisco l’aria esausta elimino le impurità o il cattivo odore che contiene ma al contempo perdo anche il calore contenuto in essa. È un po’ come “buttare il bambino con l’acqua sporca”. Se poi la temperatura esterna è a 0°C, l’aria che entra è fredda e devo impiegare energia per produrre il calore necessario per riscaldarla da 0 a 20 °C. Questa è la Perdita per ventilazione che abbiamo indicato con Qv nella nostra equazione-guida, perdita che è necessario limitare o annullare con il nostro progetto.

La perdita di energia dovuta al ricambio d’aria l’abbiamo sempre considerata uno spreco inevitabile. Ora non è più cosi. Grazie a una felice intuizione che ha portato all’invenzione della VMC, ovvero della Ventilazione Meccanica Controllata ad alta efficienza e basso consumo. Il principio su cui si basa è semplice e al contempo geniale: butto l’acqua sporca e mi tengo il bambino. Cioè elimino l’aria esausta ma mi tengo il calore che essa possiede e lo cedo all’aria che sta entrando. Cioè preriscaldo l’aria che entra con il calore dell’aria che esce attraverso un semplicissimo scambiatore di calore statico. In questo modo l’aria esterna che ha 0°C prima di essere immessa all’interno della scuola viene preriscaldata a 19 o anche 20 °C. In questo modo ho bisogno di poco calore per mantenere la temperatura interna ai 20 °C.

Tenuta all’aria: le pareti devono TRAspirare

Un luogo comune da sfatare riguarda il detto che “una parete deve respirare” ossia deve essere attraversata dal flusso dell’aria. Questa errata convinzione va invece corretta così “una parete deve traspirare” ossia essere attraversabile dal vapore (per diffusione) e non dall’aria.

Le pareti e la copertura di un edificio NZEB, cosi come pure gli infissi, non devono permettere all’aria interna di uscire (tenuta all’aria) e devono evitare che il vento esterno (e la pioggia) possa entrare (tenuta al vento) e questo per tre ragioni:
– per evitare spifferi che possano creare discomfort alle persone,
– per evitare di disperdere il calore interno e quindi diminuire l’efficienza energetica dell’edificio
– per evitare che l’aria interna carica di umidità penetri per convezione negli interstizi dei muri e della copertura e, trovando inevitabilmente un punto piu freddo, si accumuli e condensi (cioè diventi acqua).

Quest’ultima conseguenza può essere causa, oltre che di una notevole diminuzione della resistenza termica, di un pericoloso degrado strutturale. La tenuta all’aria è un parametro al quale i protocolli di qualità CasaClima e Passivhaus assegnano molta importanza, tanto da verificarlo con il Blower Door test, mentre non è preso in considerazione dalla normativa italiana. La prova Blower Door misura, tramite rilievi strumentali in sito, la permeabilità dell’edificio e verifica che tale permeabilità sia conforme a quanto stabilito dal protocollo tecnico. Il valore n.50 rilevato dal

BDT per un edificio Passivhaus e una CasaClima Gold deve essere inferiore a 0,60 ricambi orari mentre per una CasaClima A deve essere inferiore a 1,5 volumi/ora.

articolo di Sergio Pesaresi – Ingegnere, Docente e consulente CasaClima, Progettista certificato Passivhaus

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Redazione Tecnica

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