Riciclo della muratura: vantaggi e metodi per ogni tipologia

Con procedure derivanti dall’analisi e dalla modellazione di pratiche effettive di reimpiego adottate in progetti di rinnovo

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I mattoni recuperati oggi sono mattoni pieni provenienti da murature legate con malta di calce o di altre malte dolci. Le murature legate con malta di cemento, che riduce o impedisce la pulizia dei mattoni, risalgono agli anni ’50 del secolo scorso. I mattoni posati prima degli anni ’50 si prestano al recupero. Sono le aziende di demolizione che si occupano prevalentemente del recupero dei mattoni adottando delle tecniche di recupero consolidate. In certi casi il valore dei mattoni recuperati favorisce una riduzione dei costi di demolizione.

Gli interventi di recupero operati su edifici storici permettono di intervenire sui sistemi di posa oggi in disuso, ma di notevole interesse architettonico: è il caso, per esempio, delle disposizioni a grigliato, quali quelle a corsi sfalsati, a croce, a intreccio e il grigliato a losanghe. La proporzione di recupero si attesta intorno al 50%, e i mattoni vengono selezionati, puliti e stoccati su pallet.

Nel riuso odierno i mattoni recuperati vengono utilizzati nei paramenti e non per impieghi strutturali. Sono particolarmente apprezzati per l’aspetto di invecchiato e per le nuances di colore. Questo prodotto trova inoltre un riuso nell’ambito dell’architettura di interni e nell’architettura del paesaggio.

Riciclo mattoni: che caratteristiche devono avere?

Esiste una grande varietà di mattoni da riuso, caratterizzati dal sistema produttivo, origine, formato e colore. Le due categorie principali sono:

  • mattoni prodotti a mano
  • mattoni prodotti meccanicamente.

Perché un mattone sia considerato reimpiegabile occorre che le due facce più grandi siano intatte, sebbene, una volta posati, sarà visibile una faccia soltanto. Si trovano sul mercato anche mezzi e quarti di mattone già pre-tagliati, utili per tipi di posa in opera particolari. In fase di progetto di una muratura da costruire con mattoni di recupero occorrerà attuare delle scelte:

  • tessitura del muro (ad esempio tessitura a cortina, tessitura di testa);
  • legante a base di calce o a base cementizia;
  • giunti, colore, spessore e tipo (di solito si trovano dei giunti spazzolati di colore sabbia/beige, ma è anche possibile lavorare con giunti sottili);
  • finitura con sabbiatura della superficie della muratura intonacata a calce.

I fornitori di mattoni propongono generalmente i seguenti trattamenti:

  • selezione con eliminazione di materiale non idoneo al reimpiego
  • pulizia delle incrostazioni di malta
  • stoccaggio su pallet.

Riciclo mattoni: c’è mercato?

Il successo dei mattoni da reimpiego ha indotto certe fornaci a produrre dei mattoni invecchiati artificialmente, con irregolarità, tracce di malta, ecc. C’è una evoluzione interessante sul mercato dei mattoni da reimpiego: si tratta di mattoni di aspetto irregolare, qualche volta centenari o addirittura bicentenari.

Dopo il 1990 la frequenza della demolizione di murature di edifici storici è diminuita, pur in presenza di una richiesta costante di mattoni. Ciò ha portato al recupero di mattoni pieni più recenti (mattoni a macchina). Questo tipo di mattone ha trovato una sua nicchia sul mercato in quanto di più facile reperibilità e a costi più contenuti.

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Riciclo murature in pietra: tipologie e metodi

Le murature in pietra rappresentano l’origine della muratura. In questa sede ci occupiamo fondamentalmente delle murature a secco, in quanto rappresentano, attraverso il sistema di posa senza malta, il sistema più semplice di recupero e una reale possibilità di reimpiego senza impegnativi interventi di ricondizionamento.

Le tipologie di muri a secco sono:

  • muro costruito con pietre grezze del posto, selezionate per forma e dimensione;
  • muro costruito con pietre semilavorate di provenienza diversa dal luogo di costruzione.

Nel primo caso si posano le pietre grezze in modo da far coincidere il più possibile i contorni correggendo il profilo e inserendo pietre piccole per riempire i vuoti tra una e l’altra. La pietra semilavorata è utilizzata per costruzioni con caratteristiche più impegnative. Nella fase di recupero delle pietre, il materiale recuperato deve, per quanto possibile, pervenire da crolli e vanno scartati quegli elementi degradati che non danno garanzia di un utile riuso.

La costruzione del muro a secco prevede quattro zone: la base o piede di fondazione, il livello medio, la posizione rastremata superiore e il coronamento. Quando è possibile, le facce più lisce delle pietre utilizzate del paramento murario devono essere rivolte verso l’esterno, mentre le facce più irregolari devono interessare la parte interna della muratura, dove favoriscono il legame reciproco degli elementi. In un cantiere ove sia progettata una muratura da realizzare con pietre a secco, la sequenzialità delle operazioni è la seguente:

  • preparazione area di cantiere
  • verifica dell’area di fondazione
  • realizzazione delle fondazioni
  • realizzazione di un corso del muro
  • realizzazione della testa del muro.

I fattori importanti a livello ecologico e per la biodiversità di un muro a secco sono i seguenti:

  • struttura iniziale
  • inclinazione ed esposizione
  • decomposizione
  • velocità di colonizzazione.

Come riciclare le pareti in blocchi di vetro?

La parete in blocchi modulari di vetro nasce agli inizi del ’900, in stretta relazione con lo sviluppo industriale, data la sua robustezza, combinata alla trasparenza. La tecnologia di produzione è quella dello stampaggio delle formelle mediante calcio sodico additivato e fuso a 1500°C. Da questa lavorazione nasce un prodotto molto resistente e duro, di consistenza vetrosa, che permette ottime soluzioni estetiche. La produzione disponibile vede uno spessore delle formelle di 8 cm, e nello stesso spessore si trovano i prodotti di recupero.

Le caratteristiche di isolamento termico e acustico, ma in particolare di reazione al fuoco in classe 0, ne fanno un prodotto particolarmente apprezzato per il recupero. Per le caratteristiche stesse del prodotto non è possibile realizzare pareti portanti, pertanto la parete necessita sempre di un telaio quale sede di posa delle formelle.

Riciclo del vetro e giunto di costruzione

Il giunto è realizzato con malta di cemento e inserimento, nelle cave dei mattoni, di un tondino per c.a., ponendo attenzione che i mattoni di vetro non entrino mai in contatto con i tondini o profilati di bordo.

Il recupero e il riuso di una parete in vetromattoni sono legati al tipo di giunto utilizzato per la costruzione. Un giunto in malta presenta oggettive difficoltà di recupero in quanto occorre tagliare i giunti ponendo la massima attenzione a non intervenire sulla formella.

Una volta recuperato il mattone in vetro, si interviene con una fase di pulizia complessa e lunga. Più semplice è l’intervento su pareti dotate di telaio, ad esempio in legno, dove la fase di recupero di ogni singola formella non incide sul sistema parete nel suo complesso.

Questo articolo è tratto da

Guida tecnica al recupero e riuso dei materiali da costruzione

Questa guida dedicata agli aspetti applicativi dell’economia circolare nel settore delle costruzioni propone una soluzione del problema della gestione e uso dei materiali attraverso il loro recupero, riutilizzo e/o riciclaggio degli stessi, originariamente previsti nel progetto e contenuti nelle strutture edilizie. Dedicato a progetti di rinnovo e trasformazione di medie e grandi dimensioni, il testo approfondisce il ciclo di vita dei materiali da costruzione, contiene l’analisi dei costi ed esamina le problematiche più frequenti, in particolare dall’integrazione nei progetti, all’inserimento dei materiali di recupero nei capitolati fino al controllo durante le attività di cantiere.Arricchita da un’ampia serie di schede prodotto (strutture in ferro e acciaio, legno strutturale, calcestruzzo e muratura, rivestimenti interni ed esterni, coperture, ecc.), che analizzano le possibilità di recupero e riutilizzo nell’ambito edile all’interno della logica di economia circolare.Nella guida:• Schede dei materiali edili idonei a recupero e riuso• Schede di montaggio e smontaggio• Materiali edili e LCA• Procedure e buone pratiche di progettazione e di cantiereAlessandro Rizzotti, Ingegnere con master in bioclimatica; svolge come libero professionista attività di consulenza nell’ambito ap- plicativo dell’economia circolare nel settore delle costruzioni. Titolare dello Studio Sistemi Sostenibili, ha partecipato alla redazione del piano di “Transition Energétique” del Governo francese ed è consulente dei grandi atelier francesi di architettura.

Alessandro Rizzotti | 2019 Maggioli Editore

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Redazione Tecnica

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