Porte blindate, quali autorizzazioni per l’installazione?

Per installare una porta blindata occorrono autorizzazioni specifiche? Si possono beneficiare di particolari detrazioni fiscali? E a che cosa bisogna stare attenti nella scelta di una porta blindata?

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Cerchiamo di rammentare brevemente alcuni spunti di chiarimento, contribuendo a rendere più trasparente un’operazione che – complice la ricerca di una maggiore sicurezza in ambito domestico – sta diventando sempre più frequente.

Porte blindate, nessuna specifica autorizzazione

Come ci ricordano gli esperti di portablindata.it, per poter sostituire una porta di ingresso non blindato, con una porta blindata, non è necessario ricorrere ad alcuna specifica autorizzazione se si procede a replicare le stesse misure originarie dell’apertura.

In altri termini, la sostituzione della porta di ingresso con portoncino blindato è un intervento rientrante nell’edilizia libera e, dunque, non occorre domandare alcuna autorizzazione. A chiarirlo è, formalmente, il glossario di cui al dm 2 marzo 2018, secondo cui tra le opere libere è presente la riparazione, sostituzione, rinnovamento” di “serramenti e infissi interni ed esterni”.

Naturalmente, il fatto che non sia necessaria alcuna specifica autorizzazione non deve far passare in secondo piano il fatto che coloro che vivono in edifici condominiali dovranno rispettare il regolamento condominiale – se presente – sulle discipline di sostituzione delle porte di ingresso, e il decoro architettonico dell’edificio.

Benefici fiscali per le porte blindate

L’installazione di porte blindate rientra all’interno delle misure finalizzate per prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi e, dunque, all’interno delle iniziative che possono ben fruire del beneficio fiscale del 50% sulle ristrutturazioni.

In termini di interventi di sicurezza, le agevolazioni possono riguardare non solamente le porte blindate, quanto anche l’apposizione di serrature, il rafforzamento di cancellate o recinzioni murarie degli edifici, l’apposizione di grate sulle finestre, l’installazione di rilevatori di effrazione, l’apposizione di saracinesche o di vetri antisfondamento.

Rammentiamo altresì che la sostituzione dei portoni di ingresso potrebbero essere suscettibili di poter partecipare all’attribuzione fiscale del c.d. ecobonus (al 50%), se si tratta di nuovi serramenti che sono in grado di delimitare l’involucro riscaldato dell’edificio verso l’esterno o verso locali non riscaldati, e rispettano gli indici di trasmittanza termica che sono previsti per gli infissi.

Le classi di resistenza

A margine di quanto sopra, si sottolinea infine che le regole riassunte valgono per qualsiasi porta blindata, al di là delle classi di resistenza attribuite.

Tali classi di certificazione sono infatti in grado di definire il livello di resistenza che la porta può opporre nei confronti delle effrazioni, in base agli attrezzi e alle tecniche di scasso che possono essere utilizzate dai ladri.

Le porte blindate attualmente in commercio sono qualificate in 6 diverse classi di resistenza, di importanza crescente. Ne consegue che la classe RC 1 offre una protezione di base contro tentativi di rottura con violenza fisica, senza attrezzi, mentre la più evoluta classe RC 6 offre una resistenza contro attrezzi elettrici di potenti (seghe a grattuccio, rettificatori ad angolo) per un uso fino a 20 minuti.

A seconda dell’uso e del contesto abitativo, sarà tendenzialmente opportuno rivolgersi verso classi di resistenza adeguate.

Redazione Tecnica

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