Infrastrutture, DDL Bilancio: risorse ad Anas per 1,8 miliardi rinviate al 2020

I finanziamenti previsti per investimenti in infrastrutture stradali dell’Anas non saranno previsti più per il 2019, ma per il 2020 e 2021

Scarica PDF Stampa

Nel DDL Bilancio 2019, il Governo Conte ha previsto destinare 1,827 miliardi di euro di finanziamenti previsti per investimenti in infrastrutture stradali dell’Anas non più al 2019, ma agli anni successivi. Si parla delle risorse in competenza previste per il 2019, che vengono rinviate e ripartite tra il 2020 (incrementando i fondi di 1,712 miliardi) e il 2021 (per l’importo di 111,45 milioni). In questo modo il Governo ridurrebbe i fondi previsti per il 2019 a 538 milioni di euro. Poiché, ricapitolando, nel Bilancio 2018 in competenza, per gli investimenti Anas vi erano 3,090 miliardi di euro, mentre a legislazione vigenti altri 2,356 miliardi nel 2019 e altri 2,355 miliardi nel 2020.

Infrastrutture, rimodulazione di fondi per Anas

Perciò si tratta di una rimodulazione di fondi, ovvero di quelle risorse che sono necessarie per l’avvio di nuovi cantieri. Per Anas sarebbe comunque un esito prevedibile e giustificato per l’avvio di nuove opere causato dall’approvazione ritardata del nuovo Contratto di programma nel 2016-2017 e di rallentamenti nel ritmo dei cantieri a causa della crisi delle imprese di costruzione. La tabella 10 del DDL Bilancio contiene le novità inerenti al Ministero delle Infrastrutture, precisamente a pagina 433 del Tomo III.

Infrastrutture, Contratto di programma 2016-2020

Nel documento, redatto all’inizio del 2017, per supportare il piano di rilancio degli investimenti Anas, si contemplava una spesa in aumento da 1,67 miliardi di euro nel 2017 a 2,3 miliardi nel 2018. In seguito a 2,2 miliardi nel 2019, 2, 4 miliardi nel 2020, passando per i 2,84 miliardi nel 2012, fino ad arrivare ai 3,2 miliardi nel 2022.

Leggi anche Ingegneri, Ministro Toninelli annuncia assunzioni e Decreto Infrastrutture

Il Contratto di programma 2016-2020, che avrebbe dovuto essere sottoscritto e avviato fin dalla metà del 2016, in realtà è stato rinviato per circa due anni, per via del temporaneo mancato accordo che si è manifestato tra Mit e Mef a proposito delle regole relative al calcolo del corrispettivo della struttura del nuovo contratto che mira a tutelare l’autonomia finanziaria dell’Anas. Il decreto Mit-Mef che sancisce l’approvazione del contratto risale solo al 27 dicembre 2017. Ciò ha rallentato piuttosto che far ripartire gli investimenti Anas. Nel 2015/2016 si attestavano intorno ai 1,7 miliardi, mentre nel 2017 sono arretrati a 1,235 miliardi. L’Anas, secondo le previsioni, contava di risalire nell’anno in corso a 1,5 miliardi circa e di raggiungere 2,0 miliardi nel 2019 e 2,5 miliardi nel 2020.

Inoltre, il ritardo subito dal contratto, ha causato un rallentamento delle progettazioni degli interventi da parte di Anas con lo scopo di onorare le appaltabilità del Contratto. Una causa fondamentale del ritardo è stata determinata dalla crisi delle imprese che ha provocato risoluzioni contrattuali fino a raggiungere 600 milioni di euro. L’Anas non prospetta cifre, ma si presume che alla fine del 2018, il risultato sulla spesa sarà inferiore alle aspettative. Nel corso del braccio di ferro, durato due anni, prima di giungere all’approvazione del Contratto, numerose modifiche si sono susseguite ed hanno avuto conseguenze anche nella procedura precedente la fase di appalto.

In definitiva, il sistema Anas è ripartito, seppure senza mantenere fede alle stime e pure la  previsione di 2 miliardi avanzata per il 2019, pare essere troppo positiva. Perciò, apportare un’eccedenza di 2,36 miliardi in bilancio nel 2019, viene considerato eccessivo e inutile e di conseguenza, il governo ha assunto la decisione di farne slittare una consistente porzione pari a 1,8 miliardi all’anno dopo, senza suscitare nessuna opposizione in merito da parte dell’Anas.

Sull’argomento consigliamo:

Metodi pratici per il rinforzo di elementi strutturali

Il testo, aggiornato con le NTC2018, esamina le tecniche per riparare o rinforzare i vari elementi strutturali che compongono una costruzione (fondazioni, pilastri e travi di cemento armato, murature, solai, archi e volte, ecc.), alla luce delle nuove tecniche per il rinforzo strutturale degli edifici esistenti.Arricchito con utili esempi applicativi, riscontrabili nella pratica professionale con l’adozione sia dei metodi classici che di quelli innovativi, il volume evidenzia il comportamento complessivo della struttura nel trattare i singoli elementi, indicando altresì i percorsi logici da seguire nel caso di riparazione o miglioramento di interi edifici, in particolar modo nel comportamento sismico.La trattazione analizza nella parte finale le tecniche per la solidarizzazione degli elementi secondari, come partizioni e tamponature alla struttura portante, guidando il lettore nella scelta della tecnica più appropriata.Santino Ferretti, Ingegnere, svolge la libera professione nel settore delle costruzioni, occupandosi di progettazione geotecnica e di strutture antisismiche, nonché di adeguamento sismico delle strutture. Ha approfondito particolarmente la dinamica strutturale e la modellazione dei materiali sia in campo lineare che non lineare. Volumi collegati:• F. Cortesi, L. Ludovisi, V. Mariani, La progettazione strutturale su edifici esistenti, I ed. 2018• S. Ferretti, Pratica strutturale: azioni sulle strutture civili e industriali, I ed. 2018• R. Cornacchia, M. Fiammelli, Classificazione delle vulnerabilità sismica degli edifici e sisma bonus, I ed. 2018

Santino Ferretti | 2018 Maggioli Editore

38.00 €  36.10 €

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento