DL Genova, tutte le criticità: botta e risposta a Palazzo Chigi

Le critiche di Cantone al DL per Genova: troppi poteri al Commissario, lacune nelle norme e pericolo di infiltrazioni mafiose..

Monica Greco 12/10/18
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Tante sono le criticità del decreto Genova sono emerse nella seduta del 10 ottobre di fronte le Commissioni Trasporti e Ambiente durante l’audizione informale del Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone.

Il DL Genova ha suscitato le critiche del Presidente dell’ANAC, il quale pur riconoscendo la validità di alcuni aspetti e la necessità di intervenire in urgenza ha manifestato alcuni punti critici. Premettendo che già dall’approvazione del Codice per gli appalti 2016 si auspicava superatala stagione delle deroghe, il Presidente Anac Cantone ha mostrato le proprie perplessità per i poteri affidati al nuovo Commissario Straordinario per Genova.

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Evidenziando che gli ampi poteri conferiti consentono di derogare le norme dell’ordinamento italiano, eccezione fatta per quelle penali, e, al contempo, in virtù dell’applicazione delle direttive UE potrebbero permettere un ambito di azione “senza mediazione della normativa italiana”.

Il Presidente Cantone ha spiegato all’uditorio che una deroga così “ampia” non permetterà al Commissario Straordinario di agire più ampiamente, anzi, esse diventeranno un limite all’applicazione delle norme stesse.

Un’altra preoccupazione è emersa, correlata al fatto che è oramai risaputo delle tante attività in Italia collegate alla mafia nelle costruzioni – del “movimento terra”, oltre che nello smaltimento rifiuti. Il Presidente ha manifestato le proprie perplessità correlate alla “commessa” da appaltare per i lavori da fare, in seguito al crollo del ponte Morandi, che rappresenteranno – in termini finanziari e di attività connesse alla ricostruzione – una grande attrattiva per le associazioni malavitose.

Ciò in relazione a una possibile lacuna normativa, ovvero “la deroga a tutte le norme extrapenali che comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive” presente nel decreto legge che potrebbe lasciare socchiusa una “porta” e rendere l’accesso più facile e appetibile a queste organizzazioni criminali.

Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, durante la seduta ha sollevato alcune questioni e manifestato le proprie perplessità affermando che “non si possono fermare le opere per paura”.

Palazzo Chigi si trova in mezzo a un intenso botta e risposta, tanto che lo stesso Ministro dell’Interno e Vicepremier Matteo Salvini dovrebbe incontrare il 16 ottobre il presidente della Anac, Raffaele Cantone. Di certo non sarà semplice arrivare a un punto di partenza sereno per la ricostruzione nel rispetto dei tempi, delle urgenze e – a questo punto – della legge.

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Monica Greco

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