Ecobonus, bozza del decreto: cosa non va?

Ecco le principali perplessità sollevate da Rete Irene

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La bozza del decreto con cui dovrebbero essere collocati i nuovi limiti di spesa per l’ecobonus nelle ultime ore sta sollevando un gran polverone. Soprattutto, è stata la Rete Irene a tener banco e ad alzare le barricate su certi punti del possibile decreto. Infatti, dopo aver analizzato la bozza del decreto in via di definizione da parte del MISE, MEF, MIT e Ministero dell’Ambiente, ha deciso di esprimersi esternando forti preoccupazioni.

In primis, le istituzioni sono state accusate di essere lontane dalla realtà imprenditoriale, sociale e ambientale italiana, in quanto il contenuto della bozza del decreto potrebbe rappresentare un danno insanabile per l’economia del nostro paese, oltre a posizionare l’Italia in una posizione di aperto contrasto con le politiche già concordate con l’Unione Europea.

Ecobonus, bozza: aspetti positivi non eliminano le criticità

Il Presidente di Rete Irene, Manuel Castoldi, specifica che il suo non è un grido d’allarme, ma un vero e proprio invito rivolto al governo per rivedere il decreto in questione che sta per essere varato. Non manca, nel comunicato pubblicato da Rete Irene, anche il giudizio sugli aspetti considerati positivi all’interno della bozza di decreto.

Il Coordinatore del comitato tecnico scientifico di Rete Irene, Virgilio Trivella, sottolinea la presenza di uno stimolo a favore degli interventi di riqualificazione integrata che coinvolgono l’involucro e gli impianti e mette in luce la precisazione contenuta nella bozza per cui tutti i soggetti IRES possono accedere agli incentivi per ogni tipo di immobile, anche se non sia direttamente detenuto. Ma nonostante la presenza di tante buone intenzioni, secondo Rete Irene, la bozza così com’è, rischia di cancellare il mercato delle riqualificazioni energetiche.

Sarebbe opportuno che le agevolazioni fossero rese accessibili anche agli immobili dei comuni e di altri soggetti come le Onlus, che ora risultano esclusi, con lo scopo di implementare ulteriormente la riqualificazione energetica del settore. Per quanto concerne l’integrazione degli interventi di riqualificazione energetica operata dalla bozza di decreto, è auspicabile che venga aggiunta anche la trasformazione degli impianti individuali, autonomi, di produzione di acqua calda sanitaria, in impianti centralizzati, per maggior tutela della sicurezza con promessa dall’inadeguatezza delle canne fumarie, oltre che la sostituzione di impianti di climatizzazione estiva individuali con nuovi impianti centralizzati (ora sono inclusi solo gli impianti di climatizzazione invernale).

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Ecobonus, Rete Irene: cosa non va nella bozza

L’associazione fa notare che i nuovi massimali specifici per categoria di intervento, che si affiancano ai massimali complessivi, sono stati fissati a dei livelli incompatibili con i costi reali che saranno effettivamente sostenuti per la costruzione delle opere. Secondo le stime di Rete Irene, a fronte di detrazioni nominali del 70% per interventi condominiali, l’applicazione dei nuovi limiti di spesa porterebbe alla fruizione di detrazioni che non potranno essere superiori al 35-40% del costo degli investimenti. Con la relativa conseguenza di una loro ulteriore riduzione, tenendo presente anche gli oneri finanziari in caso di cessione dei crediti fiscali e di indebitamento per l’anticipazione della quota non coperta dagli incentivi (che sarebbe ben superiore a quella nominale del 30%).

Ecobonus, con decreto efficacia a rischio

Nel caso in cui la bozza del decreto venisse varata com’è stata impostata attualmente, l’efficacia dell’ecobonus potrebbe subire un pesante danneggiamento che metterebbe a repentaglio l’obiettivo di incentivare la diffusione su larga scala delle attività di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e la conseguente opportunità di centrare uno degli obiettivi cardine della Strategia energetica nazionale che, tra l’altro, viene ritenuta fondamentale anche nel contratto di governo Lega-M5S. Potrebbe risultare scoraggiato lo sviluppo della riqualificazione energetica in un settore, quello immobiliare che, già da 10 anni, risultava pesantemente in grave crisi.

Per questi motivi, Rete Irene ritiene che la soluzione migliore sarebbe quella di rimodulare l’allegato 1 della bozza di decreto, aggiornando alcuni valori troppo datati, estendendo la gamma delle categorie di intervento, escludendo dai massimali gli oneri di alcune prestazioni professionali specifiche, aggiungendo tra i costi ammissibili le operazioni di ripristino, bonifica e adeguamento delle superfici oggetto di isolamento, le opere complementari, resesi opportune per esigenze di sicurezza, messa a norma, rimuovendo dall’allegato D il punto 10 che comporta la necessaria verifica dei massimali specifici unitari dei singoli interventi.

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Redazione Tecnica

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