Imu, si pagherà di più rispetto all’Ici?

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L’Imu ci costerà più o meno dell’Ici? A chiederselo sono in tanti, in vista dell’acconto di giugno, e tanti sono i contribuenti che cercano di calcolare l’importo dell’Imu (per farlo rapidamente è possibile utilizzare il nostro software di calcolo) e capire di quali e quante detrazioni si potrà usufruire.

Ricordiamo che recentemente il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato la circolare esplicativa 3/DF associata ad un pratico vademecum.

L’importo dell’imposta dipende da diversi fattori:

– aliquote base, diversa se per abitazione principale o altri fabbricati;

– la rendita catastale, in parte ritoccata dal governo Monti (+5%), ma che cambia a seconda delle zone ma anche del comune di residenza, (per conoscere la propria rendita catastale è disponibile una sezione del  sito web dell’Agenzia del territorio)

– la scelta dei Comuni di alzare o meno le aliquote (nella Guida Imu trovi le ultime novità sui Comuni e le aliquote).

Ma non è tutto perchè con l’arrivo dell’Imu sono state modificate le definizioni delle tipologie di immobili. Ora sono considerate come seconde case una serie di immobili che prima erano esenti dall’Ici.

E se per l’abitazione principale è prevista la detrazione di 200 euro, che magari accompagnata dalla detrazione sui figli, potrebbe abbassare notevolmente l’importo dell’imposta, sugli altri immobili l’Imu si rivelerà più cara della vecchia Ici.

Sugli altri fabbricati è aumentato sia il moltiplicatore, sia l’aliquota (che su scelta dei sindaci potrà salire o scendere).

Forti maggiorazioni si avranno sull’imposta per le case affittate a canone concordato: se con l’Ici, i Comuni potevano ridurre o azzerare l’imposta a carico del proprietario, in cambio di un canone calmierato, ora con l’Imu, invece, la tassazione base è quella ordinaria (0,76%) e l’eventuale riduzione è a discrezione del Comune.

Redazione Tecnica

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