Condhotel, albergo e casa insieme: almeno a 3 stelle

Un decreto stabilisce le caratteristiche dei Condohotel. Cosa sono? Quante stelle devono avere? Come vanno gestiti? Il futuro dell’accoglienza alberghiera in Italia.

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La Corte dei Conti ha dato il via libera al decreto che dovrà disciplinare le condizioni di esercizio per i Condhotel, strutture che uniscono la destinazione alberghiera e residenziale. Secondo l’ex Ministro dei beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, il provvedimento contribuirà a diversificare e a migliorare la qualità dell’offerta turistica nazionale, incentivando al tempo stesso gli investimenti di riqualificazione delle strutture alberghiere. Per la costa romagnola si parla di riqualificare le ex colonie.

Condhotel: le caratteristiche

I Condhotel sono una nuova tipologia di esercizi alberghieri. Il Decreto definisce il Condhotel come un esercizio alberghiero aperto al pubblico a gestione unitaria, composto da una o più unità immobiliari nello stesso comune, che forniscono alloggio, servizi accessori e (eventualmente) vitto, in camere destinate alla ricettività e, in forma integrata e complementare, in unità abitative a destinazione residenziale, con cucina, la cui superficie totale non può essere più del 40 per cento della superficie destinata alle camere da letto. Gli hotel possono vendere ai privati stanze dotate di servizi e cucina. I privati che acquistano queste stanze possono cambiare la destinazione d’uso in residenziale, usarle come case per le vacanze o affittarle ai turisti, dividendo gli incassi con l’hotel.

Il Decreto regola anche:
– l’acquisto delle unità abitative a uso residenziale del condhotel,
– gli obblighi del gestore unico e quelli del proprietario dell’unità abitativa residenziale,
– da ultimo, sono regolati gli adempimenti in materia di sicurezza.

Condhotel: almeno 3 stelle

La gestione dei servizi e delle camere deve essere unitaria e l’albergo deve avere almeno 3 stelle. Le unità abitative devono essere naturalmente agibili.  Deve esserci una portineria unica sia per gli ospiti dell’esercizio alberghiero sia per i proprietari delle unità abitative, e un ingresso separato a uso esclusivo di dipendenti e fornitori.

Condhotel regionali

Per salvaguardare le specificità regionali sul turismo, le Regioni devono disciplinare le modalità di avvio ed esercizio del condhotel: entro un anno dovranno adeguare gli ordinamenti regionali al decreto.

Oltre a queste cose, sono ancora tanti gli aspetti da chiarire sul Condhotel. Bisogna innanzituttto evitare che questa opportunità di diversificazione turistica si trasformi in una semplice trasformazione di strutture ricettive in appartamenti.

La gestione del Condhotel

Per quanto riguarda la gestione del Condhotel, la parte più delicata è il rapporto tra il proprietario dell’unità residenziale e la struttura ricettiva. Può usarla quando vuole e per un periodo illimitato? Quando non viene usata dal proprietario, la deve dare in gestione alla struttura ricettiva per utilizzarla a fini turistici? Nell’unità immobiliare è possibile avere anche la residenza (che non è il domicilio)?

Condhotel, riqualificazione o no?

Dal decreto, non è chiaro se le strutture alberghiere coinvolte debbano essere in attività oppure no e se possano essere oggetto di riqualificazione e riavvio dell’attività. Non si sa se la destinazione urbanistica prevista al momento dell’approvazione del decreto è sufficiente o no.

La distanza tra il condo e l’hotel

L’altro aspetto riguarda la distanza tra la struttura condo e la struttura ricettiva: al massimo 200 metri, in linea d’aria. Si tratta di una distanza notevle, forse eccessiva, che rischia di mandare a mote la gestione unitaria.

Foto: www.chiamamicitta.it

Redazione Tecnica

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