Cumulo gratuito: OK dai ministeri. Cosa manca per renderlo operativo?

Il percorso del cumulo gratuito per Inarcassa va avanti, lentamente, ma va avanti. Riassumiamo: cos’è? Cosa comporta per iscritti e Cassa? Quali vantaggi e svantaggi? Quando diventa operativo?

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Dove eravamo rimasti? Ah si, a fine ottobre 2017 Inarcassa aveva trasmesso ai ministeri vigilanti le procedure per rendere operative le modifiche al Regolamento Generale di Previdenza sulle nuove regole sul cumulo gratuito. Il 13 ottobre Inarcassa aveva approvato con un’ampia condivisione dal Comitato Nazionale dei Delegati le proposte di modifica al regolamento generale di previdenza per recepire nell’ordinamento la pensione in cumulo gratuito come nuova tipologia di prestazione previdenziale, dopo la circolare Inps del giorno prima, il 12 ottobre. Le modifiche, una volta approvate dal ministero, posso diventare operative.

Inarcassa ha adesso ottenuto l’approvazione definitiva dai ministeri alla modifica del Regolamento che recepisce la pensione in cumulo come nuova tipologia di prestazione previdenziale.

Cumulo gratuito, cosa manca per renderlo operativo?

Manca la sottoscrizione di una convenzione tra Inps e casse, con tempistiche ancora non note. Poi, sarà possibile procedere materialmente con lo scambio dei dati.

Cumulo gratuito: come funziona in concreto?

Il cumulo gratuito, che si aggiunge alla ricongiunzione e alla totalizzazione, serve ad accorpare contribuzioni frutto di carriere discontinue, accreditate in enti diversi di previdenza obbligatoria.

Il cumulo gratuito era prevsito dalla Legge di Bilancio 2017, che ha riconosciuto la possibilità della totalizzazione a tutti i professionisti e non solo a quelli che non avrebbero i requisiti per il diritto al trattamento pensionistico. Un contribuente (non titolare di un trattamento pensionistico) che arriva al termine degli anni previsti per ottenere la pensione può, sommando gli anni di contribuzione in un’altra gestione, ottenere un importo mensile più alto. Può, inoltre, richiedere la pensione anticipata in cumulo sfruttando gli anni di contributi in un’altra cassa o gestione.

Cumulo gratuito, vantaggi e complicazioni

Con questa nuova modalità di pensionamento si amplia la scelta dell’interessato ma si complica la valutazione della migliore modalità di pensionamento possibile e del suo percorso. L’INPS ha spiegato che il cumulo pensionistico è sempre possibile. Se le casse private prevedono requisiti minimi per la pensione di vecchiaia in cumulo più elevati rispetto alla normativa nazionale, i periodi contributivi non coincidenti presso gli enti di previdenza privati sono validi ai fini della maturazione del diritto alla pensione.

Per il trattamento pro quota in relazione ai relativi periodi di iscrizione maturati secondo le regole di calcolo, Inarcassa prevede di utilizzare le proprie regole di calcolo pro-rata o solo contributive se nel periodo di iscrizione presso la stessa non siano stati raggiunti i requisiti di anzianità in base a questa tabella. Per definire i termini del sistema di calcolo misto e per i lavoratori assunti prima del 1996, nella Circolare 140 INPS specifica che non valgono le anzianità maturate presso le casse professionali.

Dopo il via libera dei ministeri il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro, ha dichiarato: “Con questo provvedimento in via di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale possiamo rispondere alle giuste aspettative di coloro che attendono l’applicazione di questa norma. Per l’accesso alla prestazione previdenziale resta ora l’ulteriore passo della stipula della convenzione in negoziazione tra Adepp e Inps”.

Cumulo gratuito, l’impatto economico su Inarcassa

Il cumulo gratuito rischia di avere conseguenze sui conti di Inarcassa. La situazione di Inarcassa era stata descritta dal presidente Inarcassa Giuseppe Santoro durante il 62esimo Congresso degli ingegneri nel luglio scorso: “Il cumulo gratuito dovrebbe coinvolgere circa 65-66 mila professionisti che non sono più iscritti a Inarcassa. Questo significa per i nostri bilanci un onere di circa 550 milioni”.

Santoro aveva detto anche che lo Stato avrebbe dovuto metterci quei soldi. La copertura pubblica non sembrava all’orizzonte. Quindi, si diceva, o si aumenta la contribuzione o si abbassano le pensioni o s’intacca il patrimonio della Cassa. Importante è, comunque, trovare una soluzione che non gravi sugli iscritti a Inarcassa. Che fine hanno fatto queste problematiche? Con l’approvazione dei ministeri delle modifiche al Regolamento Generale di Previdenza di Inarcassa, sono state risolte? Ancora, a quanto pare, no, perché nessuno ne parla.

Redazione Tecnica

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