Oro Blu: il tesoro del Sistema Ridracoli Acquedotto della Romagna

Un bene prezioso da garantire, conservare e valorizzare di fronte alla sfida del Climate Change

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Scriveva Mark Twain, in tempi non sospetti, come “nel West si beve whisky, ma si combatte per l’acqua”, a dimostrazione del valore essenziale del c.d. “Oro Blu”, bene essenziale per qualsiasi attività umana (e per la vita stessa dell’uomo), ma troppo spesso
considerato un servizio scontato. Utile allora ricordare come, ogni giorno, professionisti esperti lavorino per garantire la continuità di fruizione per cittadini e imprese. Un’occasione per approfondire questi aspetti ci è stata offerta da Romagna Acque – Società delle Fonti, proprietario e gestore all’ingrosso di tutte le fonti idropotabili della Romagna (la società si occupa infatti della captazione, del trattamento di potabilizzazione e della distribuzione primaria di adduzione alle reti urbane).

La nostra società”, spiega Tonino Bernabè, Presidente di Romagna Acque che ci ha
ospitato nella sede centrale della società a Forlì, “è a capitale completamente pubblico: il che significa essere sorgente di valori per le persone e per il territorio, unendo l’identità pubblica alla dimensione industriale su scala interprovinciale romagnola”.
Dopo una stagione primaverile calda e con precipitazioni quasi assenti, una estate caratterizzata da ondate di calore di intensità mai registrata e tre annate in cui le stagioni autunnale e invernale si sono delineate particolarmente siccitose, la sfida è quella di continuare a garantire acqua di qualità e quantità adeguate in ogni momento dell’anno, garantita da un sistema di reti flessibile tra sotterranee da falda freatica e superficiali come le sorgenti montane, il CER e la diga di Ridracoli), stabile ed integrato, salvaguardando l’ambiente, limitando gli impatti tariffari e massimizzando gli investimenti.

Sistema Ridracoli
Sistema Ridracoli. La diga di Ridracoli è una grande opera ingegneristica in armonia con l’ambiente, immersa nel cuore incontaminato del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Campigna

Per rendersi conto di cosa stiamo parlando, Bernabè illustra qualche numero significativo: una rete idrica di oltre 600 km, quasi 90 milioni di euro di investimenti nel triennio 2014-2016 (1), più di 300mila analisi sulla qualità dell’acqua effettuate solo nel 2016 e un fiore all’occhiello: la diga di Ridracoli. “Si tratta del bacino artificiale più importante del territorio, che soddisfa circa il 50% del fabbisogno totale, a cui si aggiungono numerose altre fonti locali, di superficie e di falda, dislocate in tutto il territorio”, precisa Bernabè. E a dimostrazione dell’abilità e della maestria italiana, proprio Ridracoli è stata premiata in Cina lo scorso ottobre 2016, quale “international milestone” per la sostenibilità ambientale e sociale, oltre che per il rapporto con il territorio, in occasione del congresso nazionale della CHINCOLD (organizzazione cinese delle grandi dighe) unitamente alla ICOLD (organizzazione internazionale delle grandi
dighe) e alla USSD (organizzazione americana delle grandi dighe), su proposta della ITCOLD (Associazione Italiana delle grandi dighe), valutata da una commissione
internazionale paritetica composta da 20 cinesi e da 20 americani.

Mantenere in perfetta efficienza le strutture e, nel contempo, garantire il mantenimento dei livelli di acqua necessari per soddisfare il fabbisogno della popolazione è una sfida impegnativa: basti pensare che solo nel 2016 sono stati 1,1 milioni i cittadini italiani
serviti dal sistema acquedottistico di Romagna Acque, escludendo da questo computo i turisti che, notoriamente, affollano le spiagge del litorale romagnolo durante la bella stagione.
L’opera di gestione del territorio e del sistema «acqua» non è solo economica, ma assume anche un’importante valenza ecologica, spiega Riccardo Santolini dell’Università di Urbino Carlo Bo, esperto delle funzioni ecologiche (“servizi ecosistemici”) (2) in relazione alla biodiversità ed ai cambiamenti climatici. “Il servizio ecosistemico applicato al sistema Ridracoli e dell’intero apparato acquedottistico della Romagna”, precisa Santolini, “è un concetto che consente di superare l’idea che la protezione dell’ambiente e lo sviluppo economico collegato alle attività umane siano sempre e comunque in competizione con interessi opposti”.

Sostanzialmente una posizione condivisa con altre personalità del mondo accademico e della ricerca che cercano, in tempi di fake news, allarmi ed emergenze, di mettere un punto fermo: l’uomo può e deve intervenire in maniera virtuosa sul territorio (3).
A tutto questo si aggiungono altre attività che fanno del “Sistema Ridracoli” un fiore all’occhiello della Romagna. Basti pensare alle attività turistico-ricettive che si sono sviluppate in armonia con l’ambiente, grazie alle sinergie messe in campo con la Cooperativa Atlantide (Studi servizi ambientali e turistici)(4), producendo diversi vantaggi per le comunità locali in termini di lavoro e di implementazione di servizi e opportunità (dalla fibra ottica alla manutenzione delle strade e dei boschi, fino al recupero e alla valorizzazione di antiche strutture e manufatti). Infine giova ricordare il prossimo completo rinnovo del Museo “Idro”, dedicato al «Bene Acqua» e al suo rapporto con l’uomo, curato da Maggioli Musei (5), che verrà inaugurato ufficialmente nel mese di febbraio del prossimo anno.

NOTE
(1) 46,7 milioni nel 2014, 20,2 nel 2015 e 11,9 nel 2012.
(2) Gli ecosistemi forniscono all’umanità numerosi vantaggi definiti «beni e servizi ecosistemici». I beni prodotti dagli ecosistemi comprendono, ad esempio, il cibo, l’acqua, i carburanti e il legname; i servizi, invece, comprendono l’approvvigionamento idrico e la purificazione dell’aria, il riciclo naturale dei rifiuti, la formazione del suolo, l’impollinazione e molti altri meccanismi regolatori naturali. Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) ha definito i servizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” (Fonte ISPRA).
(3) Al riguardo si legga Consumo di suolo: bloccare le attività umane sul territorio non è sbagliato, è demenziale, intervista a Emanuela Casti, titolare della cattedra di Geografia e responsabile del laboratorio cartografico Diathesis dell’Università di Bergamo su Ediltecnico.it.
(4) Per informazioni: www.atlantide.net.
(5) Per informazioni: www.maggiolimusei.it.

Redazione Tecnica

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