Legge di Bilancio 2018, chiesta la cancellazione del POS obbligatorio

Cinque emendamenti alla Manovra di Bilancio 2018 chiedono modifiche alla legge che introduce il POS obbligatorio per commercio e professionisti. Ecco i dettagli di ogni emendamento.

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Abrogare o alleggerire i commi 4 e 5 del DL 179/2012, convertito nella Legge 221/2012, per eliminare l’obbligo del POS per i professionisti che ricevono pagamenti anche attraverso carte di debito. Questi gli scopi degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 presentati in questi giorni al Senato.

Gli emendamenti che riguardano il POS sono cinque: 8.0.1, 8.0.2, 8.0.3, 14.0.25 e 14.0.26. L’emendamento 8.0.1 vuole introdurre, per chi ha l’obbligo del POS, un credito d’imposta annuale pari al costo complessivo sostenuto in ogni periodo d’imposta. E veniamo al dunque, cioè all’emendamento 8.0.2, che si spinge oltre e chiede di limitare l’obbligo di POS a chi vende “prodotti e prestazioni di servizi mediante pubblici esercizi”, escludendo quindi gli studi professionali e i professionisti. La cancellazione totale dell’obbligo POS – per chi vende prodotti e servizi e anche per i Professionisti – è richiesta nell’emendamento 8.0.3 alla bozza di Legge di Bilancio 2018.

Un altro emendamento alla Legge di Bilancio 2018 (14.0.25) chiede l’applicazione di un canone fisso mensile per l’utilizzo e la gestione del servizio, canone che comprende le commissioni relative alle transazioni elettroniche effettuate nel corso del mese e i costi di noleggio degli apparecchi. Il canone non deve superare il limite massimo di 20 euro mensili, altrimenti il contratto viene annullato.
L’emendamento 14.0.26, chiede invece di non applicare nessun onere sull’utilizzo e la gestione del POS per chi ha l’obbligo.

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Redazione Tecnica

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