Efficienza energetica in casa: la qualità fa la differenza. I materiali a tutela della salute

L’efficienza energetica in casa portata all’estremo può essere causa di rischi per la salute degli occupanti. Quali materiali tutelano la salute?

Nicola Fiotti 09/10/17
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Le misure di efficienza energetica fanno bene all’ambiente, all’economia, alle finanze statali e sono un grosso stimolo all’innovazione. Quale è l’impatto sulla salute ed il benessere degli occupanti? Un libro degli anni 50 racconta che a quei tempi, nelle famiglie salutiste americane si dormiva con la finestra aperta o socchiusa non solo d’estate, ma anche d’inverno, a riscaldamento acceso.

Questo comportamento oggi sarebbe improponibile, quelle case erano degli agenti inquinanti di prima grandezza, ma è indubbio che ha prevenuto l’insorgere di patologie o condizioni che si sono invece manifestate con la crisi energetica degli anni 70. Da quel periodo si è diffusa nel mondo occidentale una sindrome caratterizzata da sintomi vaghi, transitori ma disturbanti legati alla permanenza in certi ambienti, in presenza di materiali dagli effetti ancora parzialmente sconosciuti. Il nesso più deteriore tra un certo tipo di efficientamento energetico e salute è divenuto palese, tanto che dopo 10 anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ricondotto questo quadro nella cosiddetta sindrome dell’edificio malato (SBS).

Il perseguimento della massima efficienza energetica può essere visto come un tentativo di ridurre l’entropia del pianeta (cioè la sua condizione di massimo disordine), evitando che il contenuto energetico (termico in questo caso) di un certo ambiente, veicolato prevalentemente nell’aria, si disperda e riscaldi inutilmente l’ambiente. Se ci riferissimo ad un ambiente inanimato come un forno o un frigorifero o congelatore, probabilmente avremmo detto tutto; ma in questo ambiente vivono persone, esseri umani, animali e piante, che dovrebbero essere i fruitori e beneficiari dell’ambiente.

Gli animali hanno fatto della possibilità di disperdere alcune loro componenti nell’ambiente una condizione vitale. Occorre dire che l’uomo è cresciuto e si è modellato (strutturalmente e geneticamente) su un ambiente sempre infinitamente più grande di lui, in cui disperdere tutti gli inquinanti da lui stesso prodotti, la CO2, l’acqua sotto forma di vapore, il calore, la propria pelle, il proprio odore e altre caratteristiche come i microrganismi da lui ospitati, fossero patogeni o meno. La sua salute e ogni aspetto della sua efficienza passano attraverso il poter fruire di un ambiente pulito e di buona qualità ed è possibile quantificare la riduzione della efficienza lavorativa dovuta ad ambienti inadatti in percentuali che arrivano al 30%. Come cittadini dovremmo salvaguardare questa esigenza degli esseri viventi frenando ciò che si può contare come il denaro, ma dal valore relativo, a favore di ciò che è difficile contabilizzare ma che ha immenso valore come la salute.

L’efficienza energetica in Italia

L’Istituto di Ricerca Industriale “Edilizia e Costruzionidell’Università di Bologna ha evidenziato, che l’efficientamento energetico nelle case sta crescendo in modo esponenziale negli ultimi anni perché si vede l’opportunità di un taglio della spesa nella bolletta, spronati anche dagli incentivi fiscali, senza però valide informazioni sulle eventuali conseguenze sulla coibentazione. Il problema dell’efficientamento energetico è stato affrontato dapprima nei Paesi della Mittel-Europa, dove le condizioni climatiche sono diverse ed è prioritario proteggersi dal freddo. Questo modello porta delle criticità nei Paesi con un clima mediterraneo come il nostro.

In Italia, escluse alcune zone, la maggior parte del territorio è esposta al surriscaldamento estivo e negli ultimi anni questo è diventato ancora più evidente. Le modalità di isolare vanno bene dove le temperature sono generalmente basse d’estate. Va da solo che investimenti come il sistema cappotto hanno una loro efficacia solo in alcune zone. Non è da trascurare, che la bassa temperatura e l’umidità favoriscono le muffe e gli acari (temperatura ottimale 25° e umidità relativa 70-80%) mentre ambienti secchi sono ottimi terreni di coltura per agenti biologici. Il passaggio da ambienti freddi a quelli caldi espone tra l’altro il nostro corpo che diventa vulnerabile e soggetto a virus e malattie di raffreddamento. Le misure per i contenimenti energetici sono diventate sempre più restrittive e continuano ad esserlo per raggiungere l’obiettivo NZEB 2020, con l’aggravarsi della qualità dell’aria interna.

Rapporto tra efficienza energetica e muffe

L’Efficienza energetica può indurre umidità da condensa e formazione di muffe. Tutto questo cosa comporta alla nostra salute ed alla produttività dell’individuo in un luogo di lavoro? Ed in merito alla concentrazione e rendimento scolastico di uno studente in una scuola “sigillata”?

Ogni giorno un essere umano libera nell’aria circa un litro di acqua. Se questa non è dispersa al di fuori della costruzione con quel meccanismo di entropia di cui si diceva, può condensare nelle zone più fredde dell’edificio e creare le condizioni per la crescita di muffe. La percezione della loro pericolosità è ancora debole nella mentalità generale, ma questi microrganismi hanno potenzialità enormi nel creare danni agli organismi circostanti, sotto ogni profilo.

Ricordiamo che la penicillina è un prodotto fungino ed è solo uno dei tantissimi composti prodotti da questo laboratorio chimico a basso prezzo. Lo scopo di produrre queste sostanze è allontanare tutte le altre possibili forme di vita per favorire la propria, nella eterna lotta per la sopravvivenza. Per questo, le muffe e i loro prodotto volatili possono indurre malattie gravi, talora mortali, in alcuni soggetti predisposti, arrecare malesseri generalizzati in tutti e, secondo uno studio, indurre deficit neurologici permanenti a chi è esposto per più lungo tempo. Il rischio diviene enorme per chi permane in ambienti talora riciclati ad aule e concepite con la sola logica del massimo risparmio.

L’umidità e la muffa sono solo alcuni degli aspetti che concorrono alla salubrità di un ambiente chiuso, che possono dare origine a serie malattie, come ad esempio asma ed altre patologie respiratorie, tra le più conosciute e quelle maggiormente studiate, senza dimenticare però che anche i disturbi come mal di testa, sonnolenza, svogliatezza, disturbi comportamentali, apprendimento, obesità, infertilità, malattie cardiovascolari, sono rilevanti.

Materiali e ventilazione

Quali materiali da costruzione nei sistemi a cappotto? E la ventilazione che ruolo ha? Sotto il profilo medico, mi preme sottolineare che la strategia di contenimento viene prima dei materiali: la sola sigillatura dell’aria è pericolosa, ma l’intelligenza e la tecnica dei costruttori oggi permette di eliminare l’aria interna recuperandone il calore che viene ceduto a quella in ingresso, immettendo quindi aria di ottima qualità. Questo è il vero avanzamento che può portare risparmio e salute e su cui ogni sistema a cappotto crea una sinergia nel risparmio. Ciò che rende più ricca una popolazione, un condomino, o un semplice fruitore, non è il massimo risparmio economico, ma l’usufruire di un ambiente confinato che tuteli la salute e favorisca la massima efficienza intellettuale, nel lavoro, nelle scelte importanti della vita e nel tempo libero. Oggi in commercio ci sono molti prodotti, isolanti sintetici e di origine vegetale.

Gli isolanti

Gli isolanti sintetici sono quei materiali chimici, generalmente derivanti dal processo di lavorazione del petrolio. Tra questi materiali troviamo: la fibra di poliestere, il polistirene espanso sinterizzato (EPS) o estruso, il poliuretano espanso, il polietilene espanso, le schiume e diversi altri. Tali coibenti sono molti diffusi, in quanto molto convenienti dal punto di vista economico.
Per i materiali espansi va considerato il fatto che subito dopo la posa possono rilasciare nell’ambiente sostanze potenzialmente dannose; per questo è fondamentale una buona ventilazione dei locali.

Gli isolanti vegetali sono materiali di origine naturale, ovvero non presentano componenti di origine sintetica e petrolchimica ma provengono da materie prime rinnovabili, con processi di produzione e installazione non dannosi per l’ambiente e per l’uomo. Sono inoltre riciclabili e biodegradabili e richiedono un basso contenuto di energia per il loro ciclo di vita. Tra questi ci sono per esempio la fibra di legno, la fibra di legno mineralizzato, la fibra di cellulosa, la fibra di canapa, la fibra di lino, il sughero ecc. Sono molto utilizzati in edilizia e hanno un elevato potere isolante, sia dal punto di vista termico che acustico e potenzialmente non sono dannosi alla salute.

È solo con la preparazione di un buon tecnico che si possono prevenire molte patologie, prima di doverle curare e molte volte purtroppo quando esse sono degenerate non ci sono soluzioni.

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