RSPP: il ruolo e la formazione

Tommaso Barone 20/07/17
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In Italia spesso la sicurezza è stata avvertita come un costo piuttosto che come un investimento utile a garantire la salute e l’incolumità del lavoratore. In questo contesto il ruolo dell’RSPP è quindi fondamentale, poiché questa figura strategica ha il compito di favorire la diffusione della conoscenza in materia di sicurezza in azienda e avviare un progressivo processo di crescita professionale in materia di protezione e prevenzione dei rischi.

Da semplice depositario del sapere tecnico-normativo, oggi l’RSPP è il protagonista indiscusso dell’organizzazione aziendale in materia di sicurezza e salute dei lavoratori: a lui sono infatti affidate le funzioni progettuali e attuative delle misure di sicurezza, nonché la realizzazione tecnica di quanto programmato. L’RSPP non solo deve possedere competenze di tipo tecnico, metodologico e progettuale, ma deve anche avere buone doti comunicative, capacità di problem solving e negoziazione.

Negli anni si è cercato di assegnare a questa figura un ruolo sempre più centrale. Il Decreto 195/2003, da molti ribattezzato “Decreto Rspp”, ha stabilito che il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere in possesso di un titolo di studio non  inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore e di un attestato di frequenza, con  verifica dell’apprendimento, rilasciato al termine di specifici corsi di formazione, adeguati alla natura dei rischi presenti in quei determinati luoghi di lavoro.

Così per ciascun macrosettore si è pensato a un modulo specifico come nel caso del Modulo B8 (24 ore) dedicato ai settori della Pubblica Amministrazione e dell’Istruzione. Lo spirito della norma era quello di delineare regole certe e definite per ciascun settore di riferimento e rimettere il tema della formazione in sicurezza al centro del dibattito politico.

Questo progressivo processo di ridefinizione del bagaglio formativo è proseguito con l’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre del 2011, che ha previsto per l’RSPP l’obbligo di seguire un corso di formazione avente durata di 16 ore (rischio basso), 32 ore (rischio medio) e 48 ore (rischio alto) e specifici corsi di aggiornamento da seguire ogni 5 anni.

Con il nuovo Accordo Stato-Regioni del 07/07/2016 sono state introdotte alcune novità e sono stati stabiliti la durata e i contenuti minimi dei percorsi formativi per i responsabili e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione, ai sensi dell’art. 32 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 e successive modificazioni. Secondo il nuovo accordo il corso per RSPP prevede tre moduli distinti:

  • Il modulo A, propedeutico agli altri moduli (28 ore escluse le verifiche di apprendimento finale), che offre una formazione di tipo normativo;
  • Il modulo B, correlato alla natura dei rischi presenti all’interno dei luoghi di lavoro (48 ore) e propedeutico a ulteriori moduli di specializzazione (Modulo B-SP1 per Pesca e Agricoltura, Modulo B-SP2 per estrazione e costruzioni, modulo B-SP3 per sanità residenziale e modulo B-SP4 per chimico e petrolchimico);
  • Il modulo C, che consiste nel corso di specializzazione per le sole funzioni di RSPP (24 ore).

Sono fatti salvi i percorsi formativi effettuati n vigenza dell’accordo 26 gennaio 2006. L’aggiornamento previsto sarà fissato in base al ruolo svolto e sarà di complessive 40 ore nel quinquennio (il 50% potrà essere erogato in modalità e-learning).

Con le nuove norme vi è una migliore e puntuale definizione degli obiettivi formativi, con la previsione di apposite unità didattiche e approfondimenti sulla base del livello di rischio e dello specifico settore. In più si prediligono metodologie didattiche attive come i lavori di gruppo, i casi di studio e le simulazioni, in grado di favorire un approccio interattivo tra docente e discente.

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Tommaso Barone

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