Cumulo gratuito, Inarcassa: i contributi rischiano di aumentare

Cos’è il cumulo gratuito? Perchè rischia di causare un aumento della contribuzione, un abbassamento delle pensioni o di intaccare il patrimonio della Cassa?

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Interessa circa 65 mila tra ingegneri e architetti: le prime stime di Inarcassa sull’impatto sui propri bilanci dovuto al cumulo gratuito dei contributi versati in gestioni diverse potrebbe portare all’aumento dei contributi.

Cumulo gratuito: cos’è, in breve

Il cumulo dei contributi previdenziali è una misura introdotta per la prima volta dalla Legge di Stabilità 2013. Ma è la Legge di Stabilità 2017 (comma 195, che modifica la finanziaria 2013, legge 228/2012, all’articolo 1, comma 239) a prevedere che il cumulo gratuito possa essere utilizzato per raggiungere la pensione di vecchiaia ma anche la pensione anticipata (comma 10 dell’articolo 24 del dl 201/2011). La possibilità di cumulo contributi riguarda ora anche gli iscritti alle casse dei professionisti: i professionisti possono sommare periodi di lavoro dipendente e contributi versati alla cassa professionale, a meno che non coincidano nel tempo.

Il cumulo dei contributi previdenziali è una misura che consente quindi ai lavoratori di riunificare gratuitamente i contributi accreditati presso gestioni diverse, per il vedersi riconosciuta un’unica pensione. Questa pensione si calcola sulla base del metodo retributivo, cioè secondo le regole di calcolo previste da ogni fondo.

Cumulo gratuito: l’impatto su Inarcassa

Il cumulo gratuito dei contributi pensionistici versati in differenti gestioni rischia di avere conseguenze sui conti delle casse professionali in generale (vale anche per i Commercialisti), ma in particolare su Inarcassa: i primi dati sono stati resi noti durante il 62esimo Congresso degli ingegneri, che si è concluso venerdi scorso.

La situazione di Inarcassa è stata descritta dal presidente Inarcassa Giuseppe Santoro: “Il cumulo gratuito dovrebbe coinvolgere circa 65-66 mila professionisti che non sono più iscritti a Inarcassa. Questo significa per i nostri bilanci un onere di circa 550 milioni”.

Non è chiara, però, la cosa più importante: chi ci metterà quei soldi? Per Santoro, la risposta è: lo Stato. La copertura pubblica non sembra però all’orizzonte e, in mancanza di risorse statali, o si aumenta la contribuzione o si abbassano le pensioni o s’intacca il patrimonio della Cassa. La cosa importante è comunque “trovare una soluzione che non gravi sui nostri iscritti”.

Redazione Tecnica

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