Cosa c’entra l’incendio di Londra col nostro Fascicolo del fabbricato

Ragioniamo per assurdo: alla Grenfell Tower, applicando le regole italiane sulle facciate, ci sarebbe stato più tempo per scappare. Quindi, perchè in Italia servirebbe il fascicolo del fabbricato?

Scarica PDF Stampa

Dopo l’incendio alla Grenfell Tower di Londra, in Italia, paese in cui il patrimonio edilizio versa in condizioni difficili dovute soprattutto all’età degli edifici, si torna a parlare di fascicolo del fabbricato. Il mega incendio londinese ha infatti offerto molti spunti per tornare a parlare di prevenzione e riduzione del rischio.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il suo presidente Armando Zambrano sono in prima linea a riportare alla ribalta l’argomento. Zambrano ha definito il fascicolo del fabbricato “uno strumento molto utile osteggiato dalle lobby e dalla colpevole indifferenza della politica“.

Nel 2016 c’era già stato uno scontro di opinioni tra la Rete delle Professioni Tecniche e Confedilizia: la RPT che aveva definito il fascicolo come “fondamentale” per avere “tutte le informazioni necessarie sugli aspetti che riguardano la stabilità e la sicurezza ai fini della protezione, soprattutto, dagli eventi sismici”, mentre Confedilizia lo aveva definito inutile e causa di costi aggiuntivi.

Cosa c’entra Londra?

Il CNI sostiene che la tragedia di Londra è da “attribuire alla tipologia dei pannelli utilizzati per la ristrutturazione della facciata nonché, come innesco, a una problematica connessa all’adeguatezza dell’impianto elettrico e degli elettrodomestici allo stesso collegati. La pannellatura esterna messa in opera per la ristrutturazione prevedeva l’utilizzo di materiali facilmente combustibili – in particolare isolanti come il polistirolo – e un rivestimento in alluminio che hanno determinato un facile innesco dell’incendio”.

“Inoltre la veloce diffusione dell’incendio è stata sicuramente accelerata dalla camera d’aria all’interno del pannello, che ha permesso la propagazione verticale dell’incendio. Verosimilmente anche lo spazio esistente tra la parete esterna e il rivestimento ha favorito l’effetto camino che ha portato i fumi caldi, attraverso le finestre, ai piani superiori dell’edificio (l’incendio si è sviluppato al quarto piano)”.

Leggi anche Incendio di Londra, le cause

In Italia, dal 2013 esiste una guida tecnica sui requisiti di sicurezza antincendio delle facciate, in base alla quale gli edifici civili con altezza superiore a 24 metri sono soggetti al controllo da parte dei VVF. Se le indicazioni di quella guida fossero state, per assurdo, rispettate Grenfell Tower, “la propagazione dell’incendio sarebbe stata molto più lenta e avrebbe concesso molto più tempo a disposizione per l’esodo degli occupanti” prosegue il CNI.

In Italia, per le nuove costruzioni e gli edifici pubblici la normativa è tra le più severe d’Europa: per questo, lo stato del patrimonio edilizio privato esistente va tenuto costantemente sotto controllo. Ma abbiamo tantissime costruzioni vecchie e una buona parte è stata realizzata quando le norme antincendio e antisismiche non esistevano. “In questo senso, è necessario chiedersi come fare uno screening che consenta di sapere con esattezza come e in quali edifici intervenire e a chi possono affidarsi i cittadini. Il fascicolo del fabbricato, anche se da solo non risolverebbe il problema, rappresenterebbe il primo passo per conoscere lo stato di ciascun immobile e capire se e come sarebbe necessario intervenire”.

Il fascicolo del fabbricato è uno strumento fondamentale per conoscere ma non per rimediare allo stato del costruito in Italia. Per questo, serve un intervento politico serio che metta in moto un sistema di interventi a partire dai dati del fascicolo del fabbricato.

Fascicolo del fabbricato: a che punto siamo?

Il fascicolo del fabbricato era stato definitivamente tolto dal Jobs Act Autonomi. Però, per esempio, la Regione Calabria aveva varato una legge regionale che istituiva il fascicolo di fabbricato.

Poi, all’inizio di giugno, è arrivato un nuovo nuovo ddl in Senato che stabiliva una novità a proposito del fascicolo del fabbricato: il documento sarà scritto da un professionista e sarà obbligatorio per ogni immobile di proprietà privata in Italia.

Il fascicolo del fabbricato

In Italia la richiesta di una maggiore trasparenza nella conoscenza di un edificio e del suo stato di fatto torna alla ribalta ogni qual volta si verifica un evento, naturale o meno, in cui una o più costruzioni subiscono danni con conseguenti perdite di vita umane. Lo strumento principe per certificare lo stato di una costruzione è il fascicolo del fabbricato, una sorta di carta d’identità che, nel corso del tempo, fornisce indicazioni, dettagliate e di sintesi, sull’edificio sia dal punto di vista tecnico sia amministrativo.L’opera, novità assoluta nel panorama della manualistica tecnica, spiega i contenuti e l’uso del fascicolo del fabbricato sia per l’ambito residenziale sia per strutture adibite a centri commerciali e uffici.Con un taglio pratico e operativo vengono illustrati gli indicatori dai quali partire per la redazione del documento, fornendo le linee guida per effettuare le indagini sullo stato di conservazione delle strutture (ispezioni, interventi di miglioramento sismico, esempi di messa in sicurezza) e anche l’impiego del fascicolo del fabbricato in un processo di progettazione e costruzione che preveda l’adozione del Building Information Modeling (BIM).Non manca una parte che tratta del modello BIM come fascicolo digitale tramite la definizione delle informazioni, la loro elaborazione, la storicizzazione dei dati e la connessione alle interfacce web attualmente disponibili.Al volume è associato il sito www.fascicolo-immobili.it  (online dal 28 febbraio 2017) dove i lettori potranno scaricare materiale esclusivo: i modelli del fascicolo del fabbricato e dell’opera personalizzabile, esempi di schede diagnostiche compilate e sullo stato degli edifici il modello digitale come archivio delle informazioni.Mario Claudio Dejaco, ingegnere, è ricercatore di Produzione Edilizia al Politecnico di Milano. Si occupa degli aspetti gestionali del processo e del prodotto edilizio, con particolare riferimento ai temi della organizzazione della manutenzione e dei costi del ciclo di vita, della predisposizione di libretto del fabbricato e del territorio. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche.Sebastiano Maltese, ingegnere, professore a contratto al Politecnico di Milano. Ha conseguito il dottorato in Ingegneria dei Sistemi Edilizi con una ricerca sugli indicatori di prestazione tecnica ed economica degli edifici. Lavora principalmente nell’ambito della gestione delle informazioni per l’Asset Management con il BIM. È autore di svariati articoli scientifici.Fulvio Re Cecconi, ingegnere, professore associato di Produzione Edilizia, Si occupa di prestazioni di edifici e componenti nel loro ciclo di vita, di costi associati e, più in generale, di gestione del processo edilizio con particolare attenzione ai temi del construction management e dell’asset management. È autore di numerosi libri e articoli scientifici. 

Fulvio Re Cecconi, Mario Dejaco, Sebastiano Maltese | 2017 Maggioli Editore

25.00 €  23.75 €

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento