Spending Review: gli immobili pubblici inutilizzati tornano al Demanio

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Lunedì scorso (30 aprile) il Consiglio dei Ministri ha varato la bozza di un decreto legge sulla revisione della spesa pubblica che che prevede un risparmio di 4,2 miliardi di euro. Il Governo Monti si è affidato al super commissario Enrico Bondi per mettere in campo un piano di tagli e risparmi entro pochi giorni.

Tra le indicazioni del premier Monti e del ministro  Piero Giarda alle amministrazioni pubbliche alcune riguardano gli immobili di proprietà pubblica che, in caso eccedessero  i fabbisogni delle amministrazioni, andranno restituiti all’Agenzia del Demanio.

Le amministrazioni dovranno fare una ricognizione degli immobili in uso e ridurre la spesa per le locazioni assicurando il controllo di gestione dei contratti. Andrà anche verificata la superficie usata dagli uffici in rapporto al numero degli occupanti.

L’esecutivo ha deciso di coinvolgere anche i cittadini invitandoli a segnalare sprechi e possibili tagli sul sito del Governo cliccando nell’apposita sezione ‘Esprimi la tua opinione’ e compilando un modulo con tutti i dettagli richiesti.

Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, ha annunciato che entro 15 giorni dalla sua nomina, il commissario per l’acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazionee, Enrico Bondi, presenterà un cronoprogramma al Consiglio dei ministri con un piano di tagli pari a circa 2,1 miliardi di euro.

Secondo quanto prevede la bozza del dl, dalla ‘sforbiciata’ saranno esclusi “la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale e il Parlamento”. Si tratta di organi che hanno una autonomia, che si estende anche agli aspetti economici, riconosciuta a livello costituzionale.

Tra le amministrazioni pubbliche sono incluse ”tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonché le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria”.

I ministeri dovranno presentare la loro relazione sui tagli di spesa entro il 31 maggio di quest’anno.

L’attività di revisione della spesa di ogni amministrazione dovrà concentrarsi su undici punti.

Si parte dalla revisione dei programmi di spesa e dei trasferimenti, ”verificandone l’attualità e l’efficacia ed eliminando le spese non indispensabili e comunque non strettamente correlate alla missioni istituzionali”.

Secondo punto riguarda la razionalizzazione delle attività e dei servizi offerti sul territorio e all’estero, ”finalizzata alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione della distribuzione del personale, anche attraverso concentrazioni dell’offerta e dei relativi uffici”.

Il programma prevede, al terzo punto, la riduzione, ”anche mediante accorpamento, degli enti strumentali e vigilanti e delle società pubbliche”.

Inoltre ci dovrà essere una ”riduzione in termini monetari per la spesa per l’acquisto di beni e servizi” anche mediante l’individuazione di responsabili unici della programmazione di spesa, nonche’ attraverso una ”più adeguata utilizzazione delle procedure espletate dalle centrali di acquisto e una più efficiente gestione delle scorte”.

E’ prevista l’estensione alle società in house dei vincoli vigenti in materia di consulenza”.

Il programma della spending review prevede, inoltre, l’eliminazione di spese per rappresentanza e spese per convegni, salvo casi eccezionali come i rapporti con le autorità estere”.

Ultimo punto stabilisce la proposizione di impugnazione avverso sentenze di primo grado che riconoscono miglioramenti economici progressivi di carriere per dipendenti pubblici, onde evitare che le stesse passino in giudicato”.

Fonti: Ansa e Agi

Redazione Tecnica

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