Valutazione Impatto Ambientale (VIA): cosa chiedono le Regioni

Le Regioni e le Province autonome chiedono di mantenere un livello progettuale definitivo e l’eliminazione della VIA postuma

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Audizione al Senato della Conferenza delle Regioni presso la Commissione Territorio e Ambiente per l’esame dello schema di decreto legislativo concernente la valutazione d’impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati. A guidare la delegazione Donatella Spano, coordinatrice della commissione Ambiente ed energia della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

“Il provvedimento intende rafforzare le procedure di verifica dell’impatto ambientale. – rileva Spano, che ha lasciato agli atti un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni – attraverso una maggiore responsabilizzazione di tutto il sistema. In tal senso abbiamo fornito il nostro contributo al provvedimento evidenziando degli emendamenti che riteniamo indispensabili. L’accoglimento di questi emendamenti serve per far sì che alcune parti dell’articolato non siano lesive delle prerogative regionali e permettano un’efficace valutazione del territorio sull’impatto ambientale”.

Qui è possibile scaricare il documento sulla valutazione dell’impatto ambientale (VIA) di determinati progetti pubblici e privati approvato dalla Conferenza delle Regioni

Valorizzare e non disperdere l’esperienza delle Regioni

“Lo schema di decreto – spiega Spano – non risulta ancora pienamente rispondente ai principi della delega, basati sulla semplificazione e la razionalizzazione delle procedure. In particolare non è ancora valorizzato in modo efficace il parere delle Regioni. Ad esempio è indispensabile che sia garantita alle stesse Regioni la partecipazione alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale e al Comitato tecnico istruttorio con un proprio rappresentante”. In sostanza la Conferenza Unica chiede che il parere delle Regioni abbia più peso in modo da rappresentare al meglio le caratteristiche del territorio in cui l’opera è da realizzare, il che porterebbe anche a un miglioramento degli standard qualitativi del provvedimento finale di competenza statale.

“E’ da valorizzare e non disperdere l’esperienza delle Regioni in materia di semplificazione dei procedimenti e di coordinamento delle autorizzazioni e delle “buone prassi” – conclude Spano – rispettando due decenni di applicazione di leggi regionali e provinciali”

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Le modifiche richieste dalla Conferenza Unificata

Le Regioni e le Province autonome in sostanza hanno espresso un giudizio negativo sullo schema del decreto legislativo che vuole dare attuazione alla direttiva 2014/52/UE sulla VIA, opinione che, potrebbe cambiare nel caso in cui venissero apportate alcune modifiche quali:

  • prevedere un regime transitorio finalizzato a consentire il differimento nel tempo dell’attuazione da parte delle regioni e province autonome, che ancora non hanno provveduto, della previsione inerente il coordinamento dei procedimenti autorizzativi nell’ambito del procedimento di VIA;
  • individuare la corretta ripartizione delle competenze e il reinserimento della partecipazione non contemplata nello schema di decreto per il procedimento di verifica di assoggettabilità (screening);
  • mantenere le specificità e gli attuali termini per l’espressione del parere regionale in sede di VIA statale e l’eliminazione VIA Valutazione impatto ambientale postuma;
  • eliminare la perentorietà dei termini procedimentali e mantenere i termini e le modalità per la presentazione delle integrazioni nei procedimenti di VIA.

Redazione Tecnica

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