Donne professioniste, un contributo fondamentale per lo sviluppo

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Per celebrare la giornata “della donna”, pur essendo quella del 1908 una ricorrenza storica non felice, non potevamo non trattare l’argomento della donna nelle professioni. Vogliamo ricordare che oggi il numero delle donne impegnate in lavori che prima erano prettamente maschili è in continua crescita. Si tratta di donne emancipate, forti, donne in carriera,  ma con una famiglia dietro, dei figli, che non hanno mai mollato e che hanno acquisito ruoli rilevanti nel campo dell’economia, della medicina, dell’architettura, dell’ingegneria.

Già nel 2015 il 60% dei laureati totali erano donne, tuttavia solo il 25% di queste si sono laureate in materie tecnico-scientifiche. La strada per la donna soprattutto in quest’ultimo campo è ancora lunga, io stessa mi sono trovata esclusa dai candidati perché  l’azienda riteneva che quel ruolo fosse prettamente ‘maschile’, ma donne del calibro di Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, Emma Garelli, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ravenna, Alessia Canteri, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona sono solo degli esempi di donne che si sono affacciate con intraprendenza nell’ingegneria portando dei notevoli contributi ad essa.

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Fu Emma Strada la prima donna laureata in ingegneria civile in Italia nel settembre del 1908 al Regio Politecnico di Torino e fu lei, che insieme ad Anna E. Armour, Ines Del Tetto Noto, Adelina Racheli Domenighetti, Laura Lange, Alessandra Bonfanti Vietti e l’architetta Vittoria Ilardi, costituì l’A.I.D.I.A. – Associazione Italiana donne Ingegnere e Architetto; l’intento di questa associazione era principalmente quella di promuovere scambi di idee a scopo culturale e professionale, valorizzando il lavoro delle donne nel campo della scienza e delle tecniche; oggi ne è il Presidente nazionale l’architetta Lucia Krasovec Lucas.

È impossibile non accennare anche solo minimamente alla straordinario obiettivo raggiunto da Samantha Cristoforetti, che prima di essere un’astronauta e un ingegnere, è la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.

Molte sono anche oggi le iniziative tra le giovani ingegnere, come il caso delle ingegnere biomediche che hanno creato il gruppo wewomengineers su un noto social network professionale; il gruppo, amministrato quasi esclusivamente da donne, si propone di divulgare il mondo dell’ingegneria biomedica e del biomedicale in genere.

Sarebbe impossibile illustrare in un solo articolo le innumerevoli partecipazioni di donne in grandi progetti, ma ci auspichiamo che la componente femminile possa continuare a emergere, senza ostacoli, per dare sempre più un contributo fondamentale per uno sviluppo concreto e duraturo del Paese.

Nella foto: Emma Strada, fonte piemontese.it

Antonietta Puma

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