
A cosa stai pensando? Qualche volta mi diverto a rispondere a questa fantastica domanda che viene proposta sullo status di FB. Domanda che può trovare profonde risposte nei nostri cuori e dalle nostre menti. Considerato che sono un ingegnere civile-strutture specializzato in antisismica, cercherò, credo, di parlare della giornata di oggi.
Un architetto (per privacy non farò il nome) oggi mi ha reso molto soddisfatto e compiaciuto… Ha semplicemente preferito la nostra società (www.calcolostrutture.com) per la progettazione antisismica di un fabbricato di proprietà e di un’altra struttura storica di un suo strettissimo parente. Nonostante conoscesse tantissimi ingegneri della sua città, nonostante avesse tanti amici ingegneri… ha preferito affidarsi alle nostre procedure.
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La domanda mi è arrivata direttamente dal profondo: “Perché affidarsi a noi?”.
Devo sinceramente affermare che ho avuto un po’ di difficoltà con me stesso. Tra l’altro questa situazione mi succede spessissimo. Un ingegnere molto bravo ci ha chiesto una consulenza per una struttura speciale: aerogeneratore da 35 metri. Un altro grande strutturista mi ha chiesto consulenza per strutture di proprietà da realizzare nel suo comune. Insomma, voglio dire che capita molto spesso… Tant’è vero che il sottotitolo del nostro marchio e logo recita: “specialisti in anti-sismica per professionisti”.
L’unica risposta che ho trovato è la seguente. La gente, e soprattutto i professionisti, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti sismici, ha finalmente afferrato che nel mondo in cui viviamo è indispensabile essere specializzatissimi in un ristretto campo in cui si opera. Uso spesso paragonare il mondo medico al nostro mondo edile. Esistono tante specializzazioni sia in medicina che in ingegneria. La popolazione ha iniziato a capire… Non è più ammissibile affidare la progettazione strutturale della propria abitazione a giovani ingegneri idraulici.
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Sarebbe come se ci si facesse curare la prostata da un esperto cardiologo! Il paragone sembra superficiale e scontato, ma è quello che succede nel comparto edile…
Nel 1999 un collega idraulico mi disse qualcosa del genere. Lui, secondo il suo stesso parere, era molto bravo nelle strutture perché aveva avuto la fortuna di fare apprendistato presso un grosso studio di paese con a capo un grande ingegnere elettrotecnico (o elettronico)…
Capite come siamo messi? Veramente male! Proprio l’altro giorno, in un colloquio per assumere un nuovo ingegnere strutturista, dicevo essenzialmente che le prerogative di scelta erano dettate solo da due parametri: specializzazione in ingegneria civile-strutture e umiltà…
Il primo è ovvio, per la mia filosofia lavorativa, la seconda è ancora più importante.
All’università dovrebbero inculcare la voglia di apprendere, la voglia di studiare, la necessità di impegnarsi sempre e non vivere sugli allori di una laurea conseguita nel 1990.
Si dice che mediamente siano necessari solo 4/5 anni per dimenticare quasi totalmente quanto si è studiato durante un intero corso di laurea quinquennale. Ma, di contro, io non sono mai riuscito a studiare un intero libro come succedeva ai tempi dell’università, anche se ho scritto soltanto 35 pubblicazioni, cosa che mi avrebbe dovuto condurre all’ovvia necessità di studiare.
Quindi, com’è possibile considerarsi esperti in un settore se la propria formazione, dimenticata da tempo, riguarda un altro settore e non c’è mai stato un professore che ha giudicato la tua preparazione?
BOOOOHHH. Sinceramente non so rispondere e non ho nemmeno mai avuto una risposta. Qualcuno, qualche volta, mi ha detto che l’esperienza si acquisisce sul campo e non sui testi. Posso anche crederci, ma il grande Leonardo disse:
“Nessun effetto in natura è senza cagione, intendi la ragione e non ti abbisognerà l’esperienza…”
Io posso soltanto dire che il mio CHIROPRATICO si è laureato a Los Angeles, ha dedicato 7 anni allo studio e oggi è il migliore del suo campo. Non conosco ancora cardiologi che fanno i ginecologi e oculisti che fanno gli psichiatri.
I terremoti in Italia
Possiamo metterla in qualunque modo, ma, tra l’altro, i risultati sono evidenti a tutti i nostri amici del Centro Italia.
Il terremoto del 1997 ha provocato tanti danni. Abbiamo speso tantissimi soldi per recuperare paesi come Norcia e tanti altri che con il sisma del 24.08.2016, del 26.10.2016 e del 31.10.2016, sono stati completamente distrutti. Sapete quali sono le opere che hanno retto peggio? Tutte quelle sottoposte al vincolo storico delle Sovraintendenze. E sapete perché? Semplicemente perché tutti gli uomini di tale ente statale non sono esperti di strutture, sono architetti che hanno studiato storia, recupero architettonico, ma non sanno nulla di comportamento antisismico di una struttura sottoposta a terremoti con ossatura ciclopica come quelle a tipologia muraria.
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Tale situazione è assolutamente vera. Tanto che non è possibile, secondo loro, procedere a recupero antisismico con tecniche moderne come calcestruzzo, acciaio da carpenteria, fibre di carbonio, tiranti in acciaio, cemento… Insomma secondo la loro grande ESPERIENZA le strutture storiche devono essere riparate con le tecniche tipiche del periodo di costruzione…
Ecco perché i nostri centri storici, altamente vulnerabili alle azioni sismiche, sono molto, troppo in pericolo.
In base alle nostre indagini, vere e concrete, è facile dimostrare che tutte le strutture vincolate danneggiate nel 1997 oggi sono ancora inagibili o sono del tutto crollate. UNA PER TUTTE: della Cattedrale di San Benedetto del centro di Norcia è rimasta in piedi solo la facciata principale e qualcosa del retro…
I romani hanno ricostruito Roma per sette volte ma ogni volta cercavano di fare qualcosa di migliore rispetto al passato. Noi, invece no… siamo fermi al passato, alla storia fatta dai nostri antenati e non ci rendiamo conto che tra 100 anni anche noi faremo parte della storia. Faremo parte di un periodo in cui diranno che siamo stati in grado di distruggere un paese Fantastico come L’Italia …
dott. ing. Giuseppe Albano, CalcoloStrutture.com s.r.l.
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Interventi di recupero strutturale degli edifici in muratura
Le costruzioni in muratura, in molti casi caratterizzate da intrinseci valori artistici ed architettonici, rappresentano una parte importante del patrimonio strutturale italiano.
Materiali e tecniche di consolidamento caratterizzate da alte prestazioni e minimo impatto sulla struttura svolgono un ruolo cruciale nell'ambito della ristrutturazione e riabilitazione di tali strutture.
Molti dei difetti riscontrabili nelle costruzioni in muratura sono dovuti sia a tecniche costruttive e materiali impiegati nel tempo non adeguati alle azioni orizzontali (sisma e vento), sia a cedimenti di fondazioni e deterioramento connesso agli agenti atmosferici.
In aggiunta, durante la vita della struttura, questa può essere stata oggetto di modifiche di destinazione d'uso, inducendo sugli elementi strutturali portanti incrementi delle sollecitazioni agenti.
La conservazione ed il restauro di costruzioni esistenti assumono un ruolo di primaria importanza per il raggiungimento di un adeguato livello di sicurezza strutturale, soprattutto alla luce delle Norme Tecniche per le Costruzioni, che definiscono le strategie di intervento ed i requisiti che le strutture devono possedere, soprattutto nelle regioni ad alto rischio sismico.
Il volume, dopo aver affrontato il comportamento sismico sia delle strutture che delle costruzioni in muratura, illustra la valutazione e la verifica della sicurezza sismica delle costruzioni tradizionali e di quelle storiche, con esempi di applicazione del metodo dell'analisi limite.
Vengono, quindi, dettagliati i diversi metodi di intervento strutturale su strutture tradizionali e su quelle storiche.
Sono, infine, forniti due esempi completi di calcolo applicati rispettivamente ad un edificio tradizionale e ad uno storico.
Giuseppe Albano, è ingegnere civile, specializzato in ingegneria strutturale e sismica. è noto autore di numerosi testi sulla materia, relatore in convegni e seminari e istruttore esterno esperto di antisismica presso l'Ufficio Struttura Tecnica Provinciale (ex Genio Civile) di Foggia. collabora con docenti del Dipartimento di Ingegneria strutturale del Politecnico di Torino.
Roberto Cuzzilla, è ingegnere civile e dottore di ricerca in ingegneria dei materiali e delle strutture. si occupa di progettazione strutturale antisismica con particolare riguardo alle strutture storiche e monumentali. collabora con l'Università Federico II di Napoli.Leggi descrizioneGiuseppe Albano, Roberto Cuzzilla, 2012, Maggioli Editore34.00 € 32.30 €
Buongiorno,
sono un ingegnere elettronico….che ha apprezzato moltissimo questo articolo. Che piaccia o no, è necessario essere specializzati e avere tanta umiltà in ogni caso: se non sei specializzato, per capire che occorre studiare molto per poter dare un contributo valido in un qualunque comparto ingegneristico; se lo sei, per capire che c’è sempre qualcosa a cui l’ingegneria, in qualunque campo, non è arrivata, o che non ha ancora affrontato correttamente; e che ogni progetto nasconde sempre qualche incognita, qualcosa fuori dagli schemi. Non c’è niente che si possa costruire al 100% “a catalogo”. Il collega gestore dello studio può avere successo solo se ci mette capacità imprenditoriali, organizzative, tanto buon senso e fare le domande giuste. Saranno poi gli specialisti a progettare. A proposito di buon senso e domande giuste, Le lascio uno spunto che magari Le sarà noto: in un viaggio in Perù, visitando vari siti archeologici, ho osservato come le costruzioni delle civiltà pre-colombiane hanno retto ai frequenti terremoti, mentre le costruzioni coloniali crollavano e crollano come castelli di carte. A parte la deleteria, totale assenza di umiltà dei coloni, si potrebbe – se non lo si è ancora fatto – analizzare le tecniche di quelle civiltà. Le guide che mi hanno accompagnato mi hanno fatto osservare la sezione trapezoidale dei muri e l’alternanza di elementi di legno a quelli in muratura, in cui il legno faceva (anzi, fa a tutt’oggi) da “scarico” delle forze scatenate dal terremoto. Mi fermo qui, perché sono un ingegnere elettronico, però sono curioso di sapere da esperti come Lei se analisi su quelle strutture sono state fatte al fine di farne un reverse-engineering.
Buona giornata (che, viste le notizie di oggi, presumo per Lei sarà molto intensa)!
nel nostro campo stiamo arrivando agli stessi livelli della medicina, come ne faceva l’esempio, un medico che cura il tunnel carpale non sa nulla del gomito; ci vogliono milioni di dottori per curare il corpo. Così sta succedendo per le costruzioni: un tecnico che conosce il ferro non sa nulla del c.a. e del legno e così via. Si va verso la confusione più assoluta tra progettazione e calcoli vari, così come i decreti vari e la burocratizzazione a livelli elevati.
Speriamo che approdiamo a qualcosa di serio
Egregio signor Celestino De Santis, mio malgrado sono costretto a risponderla … e cercherò di farlo con garbo. Anche se volessi tirare fuori “delle belle”.
Il problema in Italia nel comparto costruzioni è la TUTTOLOGIA di cui le è, mi pare di capire, sostenitore.
Veda paesi in cui le cose funzionano. Stati Uniti, Giappone e Cina. Esistono specifiche specializzazioni ed ognuno deve collaborare con gli altri per uno scopo comune. Qui si dovrebbe mettere in “ballo” l’istruzione pessima scolastica italiana dove non si fa altro che insegnare: Competizione, Disprezzo, Egocentrismo, Furbizia, Altezzosità, Sfrontatezza e Maleducazione. Guardiamo alla Finlandia, la migliore scuola al mondo.
Prima di parlare o scrivere, guardiamo cosa e chi funziona meglio di noi …
Chiaramente se per lei è meglio tornare al grande medico (chirurgo) del 1800 che con il CLISTERE risolveva tutto, posso condividere ma non essere d’accordo.
Arrivederci …