Energia, ambiente, rinnovabili: il Governo definisce il futuro

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2012 di cui fanno parte il Programma Nazionale di Riforma 2012 (PNR), il Programma di Stabilità (PdS) e il Documento di analisi e tendenze della finanza pubblica. Oltre a illustrare dettagliatamente gli interventi previsti sulla finanza pubblica italiana nel triennio 2011-2013, il DEF infatti chiarisce anche gli obiettivi e alcuni interventi sui temi dell’innovazione, dell’energia e dell’ambiente, un’opportunità per trasformare il nostro sistema produttivo. Pochi giorni fa, il Governo ha presentato, sempre a proposito di energia e fonti energetiche rinnovabili, la bozza ufficiale del Quinto conto energia. Leggi anche lo speciale Quinto conto Energia.

Il Governo interverrà nel campo delle infrastrutture energetiche e di trasporto, settori che rivestono un ruolo primario per il recupero di competitività del settore produttivo.
Infrastrutture di trasporto. L’esecutivo ha deciso di accelerare sui lavori di realizzazione delle reti di trasporto cofinanziate, a livello comunitario, con i fondi del programma per le Reti Transeuropee di Trasporto (rete TEN-T), sia sull’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali (PON Reti e mobilità e POR regionali). “Il Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) – scrive il Governo – contempla 478 opere, per un costo complessivo di oltre 233 miliardi. Le opere finora deliberate e pianificate dal CIPE sono 278, per un costo triennale di circa 133 miliardi”. Le risorse sbloccate dal CIPE a dicembre 2011 ammontano a circa 12,5 miliardi, di cui 2,2 di fondi privati e consentiranno di mantenere operativi più di 130 cantieri, oltre a eseguire circa 100 interventi di medie dimensioni nel Mezzogiorno. Gli investimenti consentiranno di confermare circa 170 mila posti di lavoro e di crearne 80 mila aggiuntivi”.

Infrastrutture del settore energetico. Il passaggio dal petrolio al gas viene reso difficoltoso dalla carenza di infrastrutture.

Leggi altre novità riguradanti le infrastrutture.

Per quanto riguarda cambiamento climatico ed energia, il Governo invece ha deciso di intervenire su 5 aree:
Decarbonizzazione. L’obiettivo è ridurre l’intensità di carbonio dell’economia anche attraverso l’evoluzione del sistema energetico verso sistemi distribuiti di trigenerazione (elettricità, calore e freddo) a alto rendimento e lo sviluppo contestuale di reti intelligenti locali (smart grids); il progresso verso una filiera nazionale delle tecnologie verdi; l’incoraggiamento dell’eco efficienza nell’edilizia; il recupero e la valorizzazione dei rifiuti. A tal fine: verrà approvato il Piano Nazionale per la Riduzione delle Emissioni di CO2 e degli altri gas a effetto serra; saranno completati i decreti per l’incentivazione delle fonti rinnovabili; sarà istituita e aggiornata la lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e degli inquinanti atmosferici
Gestione integrata del ciclo delle acque. Gli obiettivi sono: ridurre i consumi d’acqua, bilanciare tra i diversi usi (industria, energia, agricoltura, alimentazione umana), incentivare la raccolta e la depurazione delle acque reflue nonché il riuso delle acque depurate negli usi agricoli e industriali. Di grande rilevanza saranno gli adempimenti richiesti dal nuovo quadro normativo in materia di gestione integrata delle risorse idriche e l’attuazione delle misure urgenti per la risoluzione delle procedure d’infrazione in materia di acqua;
Sicurezza del territorio. All’esame dell’esecutivo anche la prevenzione dei rischi idrogeologici e sulla revisione degli usi del territorio stesso, sulla base di mappe aggiornate della vulnerabilità. Va in questa direzione la predisposizione di un Piano Nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Bonifiche e parchi. Nel piano del Governo rientrano anche la protezione e il recupero delle aree naturali e una revisione delle norme in materia di bonificai dei siti inquinanti in aree urbane.

Il DEF non tralascia il settore delle strategie energetiche e delle rinnovabili. Per quanto riguarda le strategie energetiche, il Governo scrive sul documento: “Occorre accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti (in particolare nel gas), rendere più competitivi i costi/prezzi per i consumatori (nettamente superiori a quelli dei nostri partner europei), sviluppare la leadership tecnologica italiana in alcuni settori di punta, come l’efficienza energetica, l’estrazione di idrocarburi e le tecnologie rinnovabili innovative”. Per affrontare queste sfide, il Governo intende “formulare una Strategia Energetica Nazionale, incentrata su tre obiettivi cardine: energia più competitiva e meno costosa per consumatori e imprese, maggiore sicurezza e indipendenza di approvvigionamento e crescita economica legata al settore energetico, nel rispetto dell’ambiente“.
Sono previste inoltre:
– normative sugli standard di apparecchiature ed edifici;
– controlli e sanzioni (enforcement) di tali norme;
– sensibilizzazione dei consumatori attraverso campagne di informazione e comunicazione;
– estensione/rimodulazione degli incentivi.

Per quanto riguarda le rinnovabili, l’obiettivo è una crescita equilibrata del settore che consenta di raggiungere gli obiettivi del Pacchetto Clima-Energia 2020 e superarli in particolare nel settore dell’energia elettrica, riducendo al contempo l’incidenza degli incentivi sulla bolletta elettrica. Questo richiede un cambiamento di approccio, che riequilibrando l’attenzione data al settore elettrico, a scapito di quello termico e dell’efficienza energetica, modalità economicamente più efficienti e rimodulando i meccanismi di incentivo alla produzione, molto generosi – in particolare per il solare – e privi di adeguati meccanismi di contenimento dei volumi. Il nuovo regime allinea gli incentivi a livelli europei adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato e favorisce tecnologie con maggior ricaduta sulla filiera economico-produttiva nazionale e ad altro contenuto innovativo, introducendo meccanismi per evitare distorsioni a livello territoriale e conflitti con altre filiere, in particolare quella alimentare.

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