Ingegneri a basso costo: stranieri, investite in Italia! La risposta del CNI

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All’inizio del mese, su una brochure lanciata dal MiSe e distribuita anche agli imprenditori internazionali in occasione della presentazione del piano industria 4.0, il Governo aveva scritto che i bassi redditi degli ingegneri italiani attraggono gli investimenti esteri. Bisogna però sottolineare subito che il dato sul salario medio degli ingegneri pubblicato nella brochure per l’attrazione degli investimenti esteri “Invest in Italy” non è citato nel piano Industria 4.0.

Leggi la brochure incriminata.

“Venite in Italia, i nostri ingegneri sono bravissimi e costano molto meno che altrove”: il messaggio della brochure si potrebbe sintetizzare in questo modo, secondo Eleonora Voltolina, fondatrice della Repubblica degli Stagisti, la voce dei giovani precari e sottopagati. Di fatto, il flyer evidenzia i bassi redditi degli ingegneri italiani come fattore di attrazione di investimenti esteri.

A pagina 32 si legge: “Un ingegnere in Italia guadagna mediamente in un anno 38.500 euro, mentre in altri Paesi lo stesso profilo ha una retribuzione media di 48.500 euro l’anno. (…) La crescita del costo del lavoro nell’ultimo triennio (2012-14) è la più bassa rispetto a quelle registrate nell’Eurozona (+1,2% contro +1,7)”. E ancora: “i costi del lavoro in Italia sono ben al di sotto dei competitor come Francia e Germania. Inoltre, la crescita del costo del lavoro nell’ultimo triennio (2012-14) è la più bassa rispetto a quelle registrate nell’Eurozona (+1,2% contro +1,7)”.

Ora, con una circolare dell’11 ottobre (la 809, clicca qui per leggerla), il Consiglio Nazionale degli ingegneri ha risposto.

“Abbiamo ritenuto utile attivare immediatamente i canali istituzionali con il Ministro Carlo Calenda, per chiedere un incontro urgente finalizzato, dapprima ad ottenere i dovuti chiarimenti circa l’episodio in particolare, e quindi a individuare le comuni iniziative da porre in essere per superare la condizione di crisi che colpisce la categoria”. Parola del CNI, che incontrerà il Ministro il 24 ottobre per chiarire la vicenda della brochure e discutere le iniziative per superare la crisi della categoria.

Alcuni parlamentari hanno chiesto spiegazioni a Calenda, che ha giustificato la scelta del Mise facendo un confronto Italia – Germania – Inghilterra.

Il ministro ha sottolineato che la dignità degli ingegneri viene prima di qualunque parametro economico. Per questo, è disponibile a eliminare tale parametro dalla brochure se si dovesse giungere a conclusione che è lesivo della dignità degli ingegneri.

L’obiettivo di Invest in Italy è attrarre in Italia più investimenti stranieri di qualità e aumentare la domanda di posti di lavoro qualificati, migliorandone di conseguenza anche la remunerazione. Il rapporto tra qualità e costo del personale è un dato che viene tenuto molto in considerazione dai paesi esteri per decidere in quale paese fare un investimento. Per questa ragione la maggior parte delle guide internazionali lo includono, dice l’ICE, l’Ente pubblico che ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l’estero, che ha prodotto il volantino.

Quella del Ministero non è quindi una gaffe, come alcuni hanno scritto (la Repubblica in particolare). Lo ha già sottolineato l’Huffington Post: sottopagare è una cultura diffusa in Italia. E, aggiungiamo noi, è una strategia del Governo (non solo quello attuale), che rispecchia, e ha contribuito a creare, quella cultura.

Siamo d’accordo con la Voltoline, quando dice: “È un vero e proprio paradosso: un governo che presenta all’estero come vantaggio un dato che all’interno, per i cittadini, é un dramma – e tra le prime cause della nuova emigrazione. Che i lavoratori italiani siano pagati troppo poco è un dato politicamente negativo, che chi governa deve impegnarsi a mutare attuando politiche che abbiano come obiettivo quello di dare a tutti, specialmente a chi ha un’alta formazione, opportunità di impiego più eque e dignitose dal punto di vista della retribuzione. Dato questo presupposto, vendere i bassi salari come fattore competitivo dell’Italia è ben poco sensato, se contemporaneamente si dovrebbe lavorare per farli salire!”.

“Lavoriamo invece tutti insieme per valorizzare l’università e la ricerca riformare la fiscalità in modo che sia chiara e semplice, lavoriamo sui costi dell’energia e sulle infrastrutture, prevediamo incentivi intelligenti rivolti alle aziende straniere che scelgano di stabilirsi da noi. Questa è la chiave per convincerle a venire in Italia”.

Ora attendiamo l’incontro del 24 ottobre tra Ministero e Ingegneri.

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Redazione Tecnica

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