Regolamento Edilizio Tipo: seguire le esigenze dei Comuni, senza esagerare. È possibile?

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Tempi certi e pochi cambiamenti, per superare le aree di eccessiva discrezionalità che si sono verificate fino a oggi nei Comuni: queste dovranno essere le caratteristiche del Regolamento edilizio tipo. È la richiesta della Rete delle professioni Tecniche, in audizione presso la sede romana della Regione Basilicata.

In effetti, non è ancora chiaro come sarà possibile sia dare possibilità di movimento ai Comuni affinché abbiano spazio per le proprie esigenze sia prevedere limitate diversificazioni per gli aggiustamenti.

Proprio perchè le diverse esigenze cambiano da Comune a Comune, il nome del Regolamento Edilizio è stato modificato da Regolamento Edilizio Unico a Regolamento Edilizio Tipo.

Ci sarà una “via di mezzo”?

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le richieste della RPT.

Uniformità VS Esigenze regionali

Il principio che sembra ispirare lo schema di Regolamento Edilizio Tipo, condiviso dalle Professioni Tecniche, è che le principali disposizioni che regolano l’attività edilizia con dispositivi legislativi nazionali e regionali possano essere – in linea generale – adottate nei regolamenti comunali.

Ma sorge un problema, di non facile soluzione. Da una parte, infatti, c’è la necessità di avere regole uniformi in tutta Italia, dall’altra le specificità e le esigenze di ogni Comune, per le quali sono necessari aggiustamenti.

Secondo l’Associazione nazionale dei comuni (Anci) è un buon compromesso ma non è stato ancora sciolto il nodo del meccanismo di adeguamento e sostituzione. Oltre a quello sulle sanzioni.

Regolamento Edilizio Tipo, pochi aggiustamenti

Gli aggiustamenti devono essere limitati per la rete delle Professioni Tecniche. Anche se, hanno sottolineato i professionisti, è necessario rispettare le normative regionali e riconoscere le peculiarità territoriali e architettoniche.

Il Regolamento Edilizio cambia nome: non è più Unico ma Tipo. Perchè?

Tempi brevi e certi

Devono, inoltre, avvenire in tempi certi e brevi:
sei mesi per le Regioni per operare l’uniformazione,
– poi altri sei mesi per i Comuni per riscrivere i regolamenti secondo le indicazioni del Regolamento Edilizio Tipo.

Le richieste derivano dall’esigenza di trasformare il Regolamento Edilizio Tipo in uno strumento che superi la situazione che verificatasi fin’ora, con ampi margini di discrezionalità e troppe diversificazioni della disciplina edilizia.

Fabrizio Pistolesi del Consiglio Nazionale degli Architetti ha dichiarato: “Ci siamo detti disponibili a lavorare a una bozza di documento per fissare delle linee guida che aiutino i Comuni a redigere il proprio Regolamento nello spirito di unificazione e semplificazione che ci siamo dati.

Infine, sulla scorta dell’obiettivo di cui al punto 4.4 dell’Agenda della Semplificazione: Verifica delle misure già adottate in edilizia e semplificazione delle procedure preliminari si dovrà aprire una fase di vigilanza e collaborazione con gli Sportelli Unici per l’Edilizia per verificare nel tempo se le nuove disposizioni avranno o meno raggiunto gli obiettivi prefissati ed eventualmente provvedere ai relativi aggiustamenti. A questo proposito, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture ordinistiche territoriali che potrebbero agire come un vero e proprio Osservatorio capillare, anzi come una Rete di Osservatori.”

Se vuoi sapere cosa contiene il Regolamento Edilizio Tipo clicca qui

Redazione Tecnica

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