Manovra Monti. La sanatoria catastale non equivale a un condono

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Le norme contenute nel decreto legge varato dal Governo Monti riguardanti la sanatoria catastale contengono implicitamente una specie di condono edilizio? La risposta è no.
La regolarizzazione al catasto, infatti, non ha alcuna efficacia probatoria in relazione alla regolarità della posizione amministrativa dell’immobile, per ciò che attiene alle pratiche comunali di assentimento delle opere edilizie.

La regolarità amministrativa, viceversa, riguarda la sussistenza di un legittimo titolo abilitativo all’intervento edilizio , quale ad esempio la DIA od il permesso di costruire, in mancanza del quale l’immobile risulta irrimediabilmente abusivo ( con relative sanzioni penali ed amministrative -pecuniarie e ripristinatorie ad esempio ordine di demolizione o di riduzione in pristino) a meno che non sia possibile la sua regolarizzazione, sempre previo pagamento di una sanzione, sulla base del procedimento di sanatoria ordinaria che suppone la conformità piena alle previsioni ed alle prescrizioni urbanistiche previste in leggi, piani regolatori, regolamenti edilizi, norme igienico-sanitarie, norme di sicurezza statica, antisismiche, vincoli ambientali etc.

Ove tale conformità non sussista, l’abuso può esser oggetto solo di “sanatoria” straordinaria prevista appunto solo da un “condono edilizio” che il Governo non ha ad oggi approvato.

Chi regolarizza dunque in Catasto un immobile abusivo non sanabile rischia un contenzioso amministrativo con il comune, accompagnato da sanzioni, nonché una azione penale. L’Agenzia del Territorio, ai sensi del comma 8 dell’ art. 19 del d.l. in questione, metterà a disposizione dei comuni i dati relativi a questi accatastamenti.

Secondo il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici “è opportuno che coloro che si accingono ad applicare la normativa in esame, non solo conoscano bene i contorni giuridici della questione, ma approfondiscano la situazione di fatto e giuridica in cui si trova l’immobile”.

“E in ogni caso”, conclude Colombo Clerici, “a meno di non essere assolutamente certi della regolarità dell’immobile, occorre attendere la conversione in legge del decreto, nella quale potrebbe esser inserita una disposizione di coordinamento che definisca gli aspetti amministrativi relativi alla regolarizzazione edilizia, come è già avvenuto in passato”.

Redazione Tecnica

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