Anie/Gifi, il Quinto Conto Energia condanna il fotovoltaico italiano

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Una bocciatura senza appello per il futuro Quinto Conto Energia del fotovoltaico arriva dal Gifi, il Gruppo imprese fotovoltaiche italiane. Dopo l’annuncio della predisposizione del nuovo testo che disciplinerà il regime di incentivi per il fotovoltaico (tariffe più basse, aste al ribasso per gli impianti non fotovoltaici più grandi e iscrizione a un registro per tutti quelli di potenza media), non si è fatta attendere la reazione degli operatori del settore.

Il Governo, con il decreto firmato ieri”, ha dichiarato il presidente GIFI, Valerio Natalizia, “invece di disinibire lo sviluppo sostenibile del settore ha posto le basi per il rapido dissolvimento della filiera nazionale. In questo modo si vanificano gli investimenti fatti ed i 6 miliardi di spesa annui già impegnati per i prossimi 20 anni”.

“Ad oggi è ancora necessario sostenere con adeguati incentivi la produzione di energia da fotovoltaico – continua Natalizia. L’incentivo serve per traghettare la tecnologia verso la piena competitività e permettere al Sistema Paese di godere dei relativi benefici siano essi di tipo energetico che di natura occupazionale, economica, ambientale e sulla salute.”

L’auspicio degli operatori del settore
Secondo Anie/Gifi, il Quinto Conto Energia dovrebbe entrare in vigore non prima del 1° ottobre 2012 in modo da salvaguardare i diritti acquisiti. Dovrebbe essere strutturato senza registri ma con un sistema che al crescere della potenza installata preveda la diminuzione dell’incentivo.

Tale riduzione dovrà essere in linea con l’obiettivo dei 7 miliardi annui, sostenibile per l’investimento e adattato ai reali prezzi di mercato in modo da garantire i finanziamenti degli impianti in un momento in cui il costo del debito è raddoppiato.

Con l’ottica di premiare gli impianti virtuosi e lo sviluppo tecnologico, il Quinto Conto Energia dovrà prevedere il premio per gli interventi di efficienza energetica, per la rimozione e la bonifica dall’eternit nonché il sostegno all’autoconsumo dell’energia prodotta.

“La nostra proposta ha un duplice scopo”, sostiene Natalizia, “delineare l’uscita graduale dalla dipendenza dagli incentivi e preparare la strada ad un vero e proprio sviluppo industriale a lungo termine del comparto”

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