Imu, per la Cgia le piccole imprese rischiano il default

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Il segretario della Cgia di Mestre (Associazione artigiani e piccole imprese) Giuseppe Bortolussi sostiene che l’Imu rischia di mettere in ginocchio il sistema produttivo del Paese.

“Con l’Imu le imprese manifatturiere artigiane e quelle industriali pagheranno quest’anno oltre 1.500 euro in più all’anno”.
L’Imu sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali (i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali). La Cgia ha voluto capire quali saranno gli eventuali aumenti e diminuzioni delle tasse in capo alle imprese proprietarie degli immobili in cui svolgono le attività imprenditoriali. Per fare questa comparazione la Cgia ha ipotizzato che nel 2012 l’aliquota Imu – applicata agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni produttivi – sarà del 7,6 per mille (cosi come previsto dal decreto sul federalismo fiscale).
Per l’Ici, invece, si è deciso di far ricorso all’aliquota media nazionale applicata dai Comuni nel 2009, ovvero il 6,4 per mille.

Si è tenuto conto anche della rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle rendite catastali che, per effetto del decreto “Salva Italia”, sono passati da 34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli studi privati, da 100 a 140 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i capannoni industriali e gli alberghi. Prendendo in considerazione solo gli immobili produttivi di proprietà delle aziende l’applicazione dell’Imu, rispetto alla situazione odierna, darà luogo a un aggravio della tassazione su questi immobili per un valore complessivo di 1,57 miliardi di (pari a un aumento medio per ciascuna azienda di 1.159 euro l’anno) così suddiviso: 219,5 milioni di euro in capo ai negozianti (aumento pro azienda pari a 569 euro); 262 milioni di euro tra i liberi professionisti (+949 per ciascun proprietario); 1,09 miliardi di euro tra gli industriali e gli artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566 euro).

Per gli uffici l’aumento medio in capo agli studi professionali sarà di 949 euro, mentre per i negozi il maggior prelievo che graverà sui commercianti sarà di 569 euro.

Giuseppe Bortolussi conclude: “Il risultato di questa nostra simulazione è condizionato dalla scelta dell’aliquota da applicare su tutta la platea degli immobili a uso strumentale presenti nel Paese. La decisione di far coincidere l’aliquota applicata in questo caso/studio con quella ordinaria del 7,6 per mille ci è sembrata la più equilibrata. Il risultato emerso da questa elaborazione ha confermato la grande preoccupazione sollevata in questi giorni da molti osservatori, ovvero che lo scambio tra l’Ici e l’Imu rischia di non portare alcun vantaggio alle imprese. Fortunatamente, sembra che per le attività agricole siano previste delle novità che alleggeriranno il peso della nuova imposta. Pertanto, c’é la necessità anche per gli altri settori produttivi di rivederne l’impatto economico”.

Redazione Tecnica

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